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Questioni interne ed estere all'inizio del XX secolo

All'inizio del XX secolo i due gruppi rivali assunsero l'aspetto di schieramenti politici moderni e organizzati; i blancos divennero il partito conservatore, forte soprattutto nelle zone rurali e appoggiato dal clero, mentre i colorados si caratterizzarono per una politica di stampo riformista. Principale interprete di questo indirizzo fu, tra il 1911 e il 1915, il presidente José Batlle y Ordóñez, che riformò profondamente lo stato sociale, facendo dell'Uruguay il paese più avanzato dell'America latina.

Nel 1917, durante la prima guerra mondiale, il governo ruppe le relazioni con la Germania e confiscò, a favore degli Stati Uniti, le navi tedesche ancorate nel porto di Montevideo. Nel 1919 venne introdotta una nuova costituzione, che decretò la divisione del potere esecutivo tra il presidente e il Consiglio nazionale amministrativo e sancì la netta separazione tra lo Stato e la Chiesa. Il paese entrò quindi a far parte della Società delle Nazioni nel 1920.

Nel 1933 il presidente Gabriel Terra, in carica dal 1931 al 1938, per conferire ampi poteri alla propria figura chiese che la costituzione fosse emendata. In seguito alla forte opposizione incontrata, conferì al proprio potere carattere dittatoriale; sciolse il Congresso e il Consiglio amministrativo e incaricò una Assemblea costituente di redigere una nuova costituzione che entrò in vigore nel 1934, venendo poi sostituita da un testo più moderato nel 1942, in un quadro di maggiore stabilità politica.

Durante la seconda guerra mondiale, l'Uruguay troncò ogni relazione diplomatica, finanziaria ed economica con le potenze dell'Asse; nel febbraio 1945 dichiarò guerra alla Germania e al Giappone e, nello stesso anno, aderì alle Nazioni Unite .

 

Il decennio postbellico

Nell'immediato dopoguerra si succedettero alla presidenza Tomás Beretta, Luis Batlle Berres e Andrés Martínez Trueba, tutti esponenti del Partito Colorado. Nel 1952 Trueba sostenne un emendamento costituzionale, approvato l'anno seguente, che sopprimeva la presidenza e trasferiva il potere esecutivo a un Consiglio governativo nazionale composto da nove membri. Nello stesso periodo, come atto di ritorsione contro la decisione del governo di Montevideo di garantire asilo politico ai rifugiati stranieri, il presidente argentino Juan Perón impose restrizioni doganali e commerciali all'Uruguay che, per protesta, nel gennaio 1953 interruppe le relazioni diplomatiche con Buenos Aires.

Nel frattempo il calo del prezzo della lana e la diminuzione delle esportazioni di carne determinarono una grave crisi economica, che generò un crescente malcontento tra la popolazione. Per cercare di dare impulso all'economia il governo intensificò, nel corso del 1956, le relazioni con la Repubblica popolare cinese e altri paesi comunisti, ma tale politica non offrì i risultati sperati, tanto che nelle elezioni del 1958, dopo novantatré anni di governo colorado, i blancos ottennero una schiacciante maggioranza parlamentare. Il nuovo governo diede vita a un programma di riforme economiche, ma dovette nel contempo fronteggiare una forte agitazione sociale dei lavoratori e della sinistra.

 

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