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Finisce in parità l'atteso derby Villaurbana. Era atteso come un evento. E, nel suo piccolo, per certi versi, lo è stato. Quantomai per aver risvegliato nella parte sportiva della comunità, davvero numerosa, la voglia di stare assieme attorno ad una manifestazione sportiva. Cosa che non succedeva da tempo, vuoi per le vicende poco meritorie delle squadre di calcio del paese, vuoi soprattutto per l’inflazione di calcio in TV. Ma il derby, disputatosi al Comunale Angelo Zucca, domenica scorsa, ha richiamato molti tifosi, curiosi di assistere al primo incontro della storia tra due squadre di calcio del paese. Una partita dal fascino particolare che alla fine non ha presentato un tasso qualitativo molto alto, non certo da palati sopraffini, ma ha saputo far emergere emozioni, entusiasmo e quel pizzico di tensione che caratterizza pure le straccitadine delle grandi piazze. Alla fine è stato un pari, due a due il risultato conclusivo, con un punto per parte che se alla Virtus permette di restare agganciata al treno salvezza, all’Unione Sportiva dà morale per affrontare con più convinzione nei propri mezzi un difficilissimo girone di ritorno con il bagaglio di tre soli punticini. Prezioso, infatti, il pareggio strappato dagli uomini di mister Gildo Diana, che seppur passati in svantaggio ad opera di Marco Atzeni, erano riusciti a rimontare con le reti di Carta e Piras pur restando in inferiorità numerica già dalla mezz’ora del primo tempo. Una conduzione di gara accorta e un risultato meritato strappato con la grinta e le unghie, al cospetto di una Virtus che ha macinato più gioco, ha saputo ritrovare il pari con Obinu, ma ha pagato oltre che per la sfortuna in fase risolutiva, due i legni al suo attivo, e per alcuni episodi che l’hanno visto penalizzata dall’arbitraggio, anche e soprattutto per aver, in qualche modo, sottovalutato i cugini avversari. A distanza di qualche giorno gli echi della gara non si sono ancora spenti e, nonostante la comunitaria bevuta a fine gara, c’è da dire che l’attesa del ritorno sarà quanto mai più vissuta di quella che ha preceduto il match di domenica scorsa. Mauro Dessì. Pubblicato su "La Nuova Sardegna", Giovedì 13 gennaio 2005
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