FISICA
LA SCOPERTA DELLELETTRONE
Nellambito della meccanica quantistica, una scoperta molto importante fu quella effettuata da Thomson, relativa alla determinazione del rapporto tra la carica e la massa delle particelle. Thomson, considerato lo scopritore dellelettrone, costruì un dispositivo atto a misurare la carica specifica degli elettroni (vedi Fig. 6).
Figura 6: Versione moderna del dispositivo di Thomson per la misura della carica specifica degli elettroni.
Gli elettroni sono prodotti per effetto termoionico dovuto al riscaldamento del filamento F e vengono accelerati, in un tubo in cui è stato fatto il vuoto, per mezzo di una differenza di potenziale verso lanodo A, che ne lascia passare solamente un sottile fascio. Dopo aver attraversato la regione posta fra le due piastre metalliche P e PI, colpiscono uno schermo fluorescente lasciando come immagine un puntino luminoso. Ora, se applichiamo una differenza di potenziale V alle due piastre metalliche, con P positiva e PI negativa, il fascio di elettroni viene deviato dal campo elettrico E. Fissato un sistema dassi cartesiani Oxy (come in Fig. 7), sullelettrone agisce nella regione del campo elettrico la forza eE, diretta nel verso positivo dellasse delle y.
Figura 7: Traiettoria dellelettrone dentro e fuori la regione del campo elettrico.
Lelettrone perciò ha nella stessa
direzione laccelerazione costante eE/m
(F = ma à a = F/m à F = eE à
a= eE/m).
Quindi le equazioni parametriche della traiettoria dellelettrone
nella regione del campo elettrico sono:
x = vt
y = ½ . (eE/m) . t2
da cui, eliminando t, si ottiene lequazione cartesiana della traiettoria (parabola):
y = ½ . (eE/mv2) . x2
Allesterno del condensatore la traiettoria è la retta tangente alla parabola, il cui coefficiente angolare è la derivata della funzine y(x).
Si ha perciò:
tga = yI (x) = eEx/mv2
quindi la successiva deflessione BC dellelettrone è:
BC = D tga = eEDx/mv2
La deflessione totale è Y = AB + CB, cioè:
Y = eE/[mv2 (x2/2 + Dx)]
in cui e, m e v sono carica, massa e velocità degli elettroni. Il modulo E del campo elettrico, può essere calcolato anche come rapporto v/d tra la d.d.p. e la differenza d fra le due piastre (V = Ed à E = V/d), per cui diventa:
Y = eV/ [dmv2 (x2/2 + Dx)]
Misurando la Y rimangono ancora tre incognite: e, m e v. A questo punto Thomson applicò un campo magnetico nella regione delle due piastre, campo perpendicolare sia al fascio di elettroni sia al campo elettrico.
Per la forza di Lorentz gli elettroni vengono deviati veso il basso; così, applicando simultaneamente entrambi i campi, e regolandone i moduli affinchè gli elettroni passassero indeflessi attraverso la regione delle due piastre, Thomson ottenne lequazione:
eE = evB
dove B è il modulo del campo magnetico. Semplificando ottenne che:
E = vB à v = V/dB
Sostituendo questo valore e risolvendo rispetto al rapporto e/m si ottiene:
e/m = 2YV/ [dB2(x2 + 2Dx)]
dove tutte le grandezze sono misurabili. Thomson effettuò diversi esperimenti, ma trovò sempre lo stesso valore di 1,7 . 1011 coulomb/kg.
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