Esperienze:
io l'ho, fatto!
di Jolanda Mento (Roma)
Ci sono accadimenti nella nostra vita che la sconvolgono a
volte fortemente. Accettare realtà dolorose é molto difficile ma
convivere con esse può essere facilitato dal conoscere con un podi anticipo
quali saranno gli ostacoli che i nostri figli incontreranno ed allenandoci
a "saltarli ".
Per me, madre di un bambino di dieci anni, nato con un'atresia
anorettale, il primo grosso problema é arrivato nel momento in cui
doveva iniziare la scuola materna. Ricordo che la scuola iniziava il lunedì
ed il sabato precedente due soli giorni prima, ho ricevuto una telefonata
dalla segreteria della scuola stessa: mi dicevano di non portare il
bambino il lunedì perché non era arrivato per lui nessun "sostegno
". Ricordo di aver conosciuto la rabbia. Nei mesi precedenti ero
rimbalzata come una pallina da ping gong da un ufficio all'altro del
reparto del comune che si occupa delle scuole per fare presente la
particolare situazione di mio figlio che avrebbe dovuto recarsi a scuola,
a differenza degli altri bambini, con un pannolino che andava cambiato
durante la giornata. Di qui la richiesta del "sostegno" il quale
altro non é che una persona che aiuta i bambini con "difficoltà"a
risolvere i problemi creati dal loro handicap nelle ore scolastiche.
Non vedendo in quel momento altre vie d'uscita mi misi
d'accordo, con permesso del direttore della scuola, con una bidella la
quale avrebbe cambiato il pannolino a mio figlio. La bidella si fece male
e mancò per un lungo periodo durante il quale per due volte al giorno
andavo io a scuola da mio figlio, finché un giorno una maestra, a
malincuore, mi disse che non era più possibile che io entrassi nella
scuola.
Prima la rabbia, ora una crisi isterica: ce l'avevo con
tutti e tutto.
A questo punto cambiai scuola, rifacendo lo stesso accordo
con un'altra bidella. Così é andata avanti per tutto il primo anno per
una parte del secondo finché tornata, dopo aver parlato col direttore,
all'ufficio comunale preposto al servizio degli handicappati nelle scuole
ho incontrato una persona semplicemente ragionevole, la quale con una sola
telefonata fece inserire mio figlio nell'elenco dei "bambini aventi
bisogno di sostegno".
Il problema era così risolto, avevo trovato un orecchio
che sapeva ascoltare e un cervello che ragionava e capiva: non riuscivo a
credere che dopo tutto quello che avevo dovuto fare, in dieci minuti, con
la persona giusta, avevo superato di colpo l'iter burocratico.
Consiglierei a tutti coloro che si trovassero oggi nella
mia situazione di allora di iniziare con anticipo a scegliere la scuola e
di non stancarsi nel chiedere ciò che al bambino spetta di diritto:
vivere il più possibile a proprio agio oggi nella scuola, domani nella
vita.
Uno degli altri problemi che ho incontrato nella scuola é
la generica "cattiveria" dei bambini. Passatigli anni della
materna, i bambini sono più grandi, si coalizzano in piccoli gruppi e
deridono, prendono in giro il loro compagno che `ancora porta il
pannolino'; o che dà cattivo odore. Noi non siamo lì in quel momento per
abbracciare il nostro piccolo, per consolarlo, cercare di spiegargli, di
renderlo più forte. Possiamo però parlare a cuore aperto con i genitori
di questi bambini spiegando loro la nostra situazione, i nostri problemi,
e chiedendogli dipanare e spiegare a loro volta ai loro figli. Io l'ho
fatto!