Aimar associazione                                1/1995

Esperienze:

io l'ho, fatto!

 

di Jolanda Mento (Roma)

Ci sono accadimenti nella nostra vita che la sconvolgono a volte fortemente. Accettare realtà dolorose é molto difficile ma convivere con esse può essere facilitato dal conoscere con un podi anticipo quali saranno gli ostacoli che i nostri figli incontreranno ed allenandoci a "saltarli ".

Per me, madre di un bambino di dieci anni, nato con un'atresia anorettale, il primo grosso problema é arrivato nel momento in cui doveva iniziare la scuola materna. Ricordo che la scuola iniziava il lunedì ed il sabato precedente due soli giorni prima, ho ricevuto una telefonata dalla segreteria della scuola stessa: mi dicevano di non portare il bambino il lunedì perché non era arrivato per lui nessun "sostegno ". Ricordo di aver conosciuto la rabbia. Nei mesi precedenti ero rimbalzata come una pallina da ping gong da un ufficio all'altro del reparto del comune che si occupa delle scuole per fare presente la particolare situazione di mio figlio che avrebbe dovuto recarsi a scuola, a differenza degli altri bambini, con un pannolino che andava cambiato durante la giornata. Di qui la richiesta del "sostegno" il quale altro non é che una persona che aiuta i bambini con "difficoltà"a risolvere i problemi creati dal loro handicap nelle ore scolastiche.

Non vedendo in quel momento altre vie d'uscita mi misi d'accordo, con permesso del direttore della scuola, con una bidella la quale avrebbe cambiato il pannolino a mio figlio. La bidella si fece male e mancò per un lungo periodo durante il quale per due volte al giorno andavo io a scuola da mio figlio, finché un giorno una maestra, a malincuore, mi disse che non era più possibile che io entrassi nella scuola.

Prima la rabbia, ora una crisi isterica: ce l'avevo con tutti e tutto.

A questo punto cambiai scuola, rifacendo lo stesso accordo con un'altra bidella. Così é andata avanti per tutto il primo anno per una parte del secondo finché tornata, dopo aver parlato col direttore, all'ufficio comunale preposto al servizio degli handicappati nelle scuole ho incontrato una persona semplicemente ragionevole, la quale con una sola telefonata fece inserire mio figlio nell'elenco dei "bambini aventi bisogno di sostegno".

Il problema era così risolto, avevo trovato un orecchio che sapeva ascoltare e un cervello che ragionava e capiva: non riuscivo a credere che dopo tutto quello che avevo dovuto fare, in dieci minuti, con la persona giusta, avevo superato di colpo l'iter burocratico.

Consiglierei a tutti coloro che si trovassero oggi nella mia situazione di allora di iniziare con anticipo a scegliere la scuola e di non stancarsi nel chiedere ciò che al bambino spetta di diritto: vivere il più possibile a proprio agio oggi nella scuola, domani nella vita.

Uno degli altri problemi che ho incontrato nella scuola é la generica "cattiveria" dei bambini. Passatigli anni della materna, i bambini sono più grandi, si coalizzano in piccoli gruppi e deridono, prendono in giro il loro compagno che `ancora porta il pannolino'; o che dà cattivo odore. Noi non siamo lì in quel momento per abbracciare il nostro piccolo, per consolarlo, cercare di spiegargli, di renderlo più forte. Possiamo però parlare a cuore aperto con i genitori di questi bambini spiegando loro la nostra situazione, i nostri problemi, e chiedendogli dipanare e spiegare a loro volta ai loro figli. Io l'ho fatto!

 
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