MALFORMAZIONI ANO RETTALI E MALFORMAZIONI UROLOGICHE
ASSOCIATE
Dr. Emilio Podestà
Dr. Piero Scarsi
Istituto G. Gaslini - Genova
La parte terminale dell’intestino, degli
organi genitali e delle vie urinarie originano in parte dalla suddivisione
di un canale comune. E’ quindi logico che possano coesistere
malformazioni legate a questa comune origine. Inoltre la malformazione ano
rettale (m.a.r.) riguarda un organo impari mediano, spesso associata ad
altri difetti di sviluppo della linea mediana, soprattutto a carico della
colonna vertebrale, del midollo spinale corrispondente e dei genitali
esterni.
Possono poi essere presenti malformazioni associate
non direttamente collegate alla malformazione principale.
La più comune malformazione coesistente con una
m.a.r., legata alla incompleta separazione tra via urinaria e intestino,
è la fistola: nel maschio mette in comunicazione l’estremità inferiore
del canale intestinale con l’uretra, la prostata o la vescica (a seconda
della gravità dei casi) (Fig. 2); nella femmina la comunicazione avviene
tra intestino e vulva, vestibolo o vagina (Fig. 3).
Nelle forme più gravi, cioè nelle malformazioni
dovute alla persistenza completa del canale comune (cloaca), si ha un solo
orifizio esterno cui fanno capo feci, urine e apparato genitale femminile
(Fig. 4).
Le complicanze urologiche legate alla fistola, nel
maschio, sono essenzialmente due:
·
l’uretra
resta angolata verso il retto (Fig. 8): questo può rendere molto
difficile la cateterizzazione;
·
la
conformazione dell’uretra prostatica può favorire la risalita di urina
dal dotto deferente verso il testicolo, causando orchiti (Fig. 8).
Nella femmina, a parte le obiettive difficoltà
all’isolamento della fistola dalla vagina, non ci sono complicanze
importanti direttamente connesse con la fistola. Diverso è il caso delle
malformazioni di tipo cloacale, nelle quali possono coesistere una serie
infinita di possibili presentazioni anatomiche, fino alla duplicazione
completa di genitali interni e vescica (Fig. 5).
Una delle manifestazioni patologiche più frequenti
è la dilatazione, anche cospicua, di vagina e utero dovuta soprattutto
alla risalita di urina durante la minzione nelle cloache in cui la
connessione tra uretra, vagina e retto avviene al di sopra delle strutture
muscolari che chiudono in basso l’addome (Fig. 6).
Un’alta percentuale di m.a.r. è associata a
malformazione o agenesia della colonna sacro-coccigea, della parte
terminale del midollo spinale e delle radici nervose corrispondenti.
In questi casi la innervazione degli organi pelvici
è incompleta. Questo, oltre a causare una cattiva prognosi per quel che
riguarda la continenza fecale, crea spesso disturbi del funzionamento
della vescica (Fig. 7).
Un certo numero di questi bambini non è in grado di
mingere normalmente e la via urinaria va sorvegliata attentamente perché
può subire alterazioni anche importanti sia al momento dello svezzamento
dal pannolino, sia durante tutto l’accrescimento.
E’ bene che i genitori sappiano che il sistema più
semplice e sicuro per gestire una vescica neurogena è il cateterismo
intermittente: questo può essere fatto con semplicità da loro stessi.
Purtroppo, nei maschietti può capitare che l’uretra sia mal
cateterizzabile perché angolata dai residui della fistola; difficoltà
alla cateterizzazione possono incontrarsi anche nella femmina con
persistenza della cloaca.
Un’altra patologia della linea mediana
frequentemente associata alle m.a.r. è l’ipospadia, cioè la mancanza
di un tratto più o meno lungo di uretra terminale, con sbocco urinario
sulla superficie ventrale del pene o addirittura sullo scroto o sul
perineo (Fig. 2).
Il trattamento va impostato abbastanza precocemente,
non appena risolto il problema principale ano rettale.
La severità del quadro non è tanto dovuta alla
posizione del meato urinario quanto al grado di incurvamento del pene, che
spesso coesiste con l’ipospadia e che è costante nelle forme più
gravi.
I tempi ed i modi del trattamento sono condizionati
dall’entità dell’incurvamento che qualche volta deve essere trattato
prioritariamente alla ricostruzione dell’uretra (Fig. 2).
I pazienti portatori di m.a.r. possono presentare
anche un certo numero di malformazioni non direttamente connesse con la
m.a.r., con una percentuale di incidenza nettamente superiore a quella dei
bambini normali.
Fra queste le più frequenti sono il reflusso
vescico-uretrale (Fig. 3) e le anomalie di numero e posizione dei reni (Fig.
9).
Il reflusso, che in questi casi è sicuramente
malformativo, può creare grossi problemi per la funzione renale, perché
l’urina che torna indietro dalla vescica verso il rene, non viene
eliminata; questo ristagno di urina comporta infezioni. L’urina infetta
viene spinta violentemente verso i reni e provoca gravi infezioni (pielonefriti)
nel contesto del parenchima renale, con perdita progressiva di tessuto
renale funzionante.
Il reflusso può essere curato se lieve, operato se
grave.
Le anomalie di numero e posizione dei reni non sono
di per se stesse una malattia, ma possono con relativa frequenza
comportare reflusso od ostruzione con dilatazione della via urinaria.