Aimar associazione                                2/1998

La psicologa risponde ai genitori

 L’INSERIMENTO DEL BAMBINO NELLA SCUOLA MATERNA ED ELEMENTARE – CHE FARE?

 

Per tutti i bambini, l’inserimento nella scuola materna comporta il dovere affrontare e superare il problema della separazione dal genitore, dall’ambiente rassicurante della propria casa, dai ritmi di vita abituali. Dopo un periodo variabile, in relazione al momento affettivo evolutivo di ogni specifico bambino ed alla qualità del rapporto stabilito con i genitori, prevarrà il piacere della scoperta, del gioco e dell’interazione con la maestra ed i compagni.

Il bambino ha bisogno di sentire la fiducia dei genitori sia nella sua capacità di gestire la nuova situazione sia nelle persone adulte che lo accolgono nella scuola. Ha bisogno di essere sostenuto, incoraggiato, in pratica ha bisogno che i genitori gli forniscano le loro idee, aspettative, fantasie positive sulla nuova situazione.

Il problema del controllo sfinterico può destabilizzare i genitori che, forse per la prima volta, si trovano a dover affrontare l’argomento delle feci del bambino con estranei non “addetti” ai lavori e questo si rispecchierà inevitabilmente nella emotività e quindi nel comportamento del piccolo.

Per ridurre questa evenienza è necessario che i genitori, molto tempo prima, cerchino la struttura scolastica più idonea ad accoglierli e ad accogliere il loro figlio. Devono cercare la garanzia che il bambino sarà accettato come tale e non come un problema e che sarà valutato per quello che è: intelligente, simpatico, affettuoso, dispettoso ecc. con anche il disturbo dello scarso o nullo controllo dello sfintere anale e a volte uretrale.

E’ quasi impossibile che le maestre ed il direttore siano a conoscenza del significato e di ciò che comporta per il bambino l’atresia ano-rettale. La prima “fatica” dei genitori sarà quella di speigare ai nuovi interlocutori che cosa ha il bambino. Per le eventuali malformazioni associate non ci sono molti problemi di accettazione, ma è difficile parlare di feci e di incontinenza con degli estranei e valutare le loro reazioni per poter prevedere il loro eventuale rapporto con il bambino. E’ utile aiutarsi con pubblicazioni quali la “Guida pratica per i genitori” da fonire agli insegnanti, o contattare strutture scolastiche che hanno già ospitato bambini con malformazioni o malattie croniche quali ad esempio il diabete ipotizzando che gli insegnanti saranno più disponibili a conoscere il problema e a considerare il bambino per sé stesso e non per la sua difficoltà.

Una volta scelta la scuola che offre maggiori garanzie di rispetto per il bambino è importante assicurarsi che una assistente sia presente per tutto l’orario scolastico così da garantire al piccolo il cambio immediato degli indumenti qualora dovesse sporcarsi.

Se si sta iniziando l’educazione degli sfinteri è importante che i genitori continuino a chiedere al figlio di impegnarsi in tal senso, ma senza troppo imporsi specialmente per quanto riguarda l’orario scolastico anzi è importante che il bambino si senta tutelato nel nuovo ambiente anche e specialmente quando non riesce a contenere gli sfinteri. Può accadere che il bambino verifichi l’affidabilità di genitori ed insegnanti aggravando inconsciamente il problema per un breve periodo.

Da evitare assolutamente commenti o minacce che lo mettano in ridicolo o che puntino sul suo senso della vergogna, ma accogliere la difficoltà, affiancarsi emotivamente al bambino trasferendogli la certezza che dopo “andrà meglio”.

Alle insegnanti andrà specificato che l'atresia  non costituisce in nessun caso un privilegio per essere esonerati dalle regole di tutto il gruppo o per essere trattati in maniera diversa dagli altri, sicuramente però l’insegnante dovrà evitare che il bambino viva momenti di imbarazzo troppo intensi o prolungati per il suo problema e dovrà fare in modo, quando gli altri bambini lo chiederanno, di spiegare anche a loro,. con semplicità e serenità la difficoltà che uno di loro ha dalla nascita. I bambini sono molto attenti alle differenze e le notano subito, ma sono anche molto rapidi ad assimilarle ai loro schemi mentali e ad aiutarsi spontanearnente l'un l'altro. L’atteggiamento degli insegnanti è fondamentale affinchè si crei un ambiente sereno e collaborativo nel gruppo classe.

Se dovessero comunque sorgere difficoltà non superabili con incontri tra genitori cd insegnanti è bene riconere all’aiuto dello psicologo o psichiatra infantile o psicopedagogista della ASL o di quello curante per cercare di ristabilire una bilanciata collaborazione tra la scuola e la famiglia.

Alle scuole elementari il problema della separazione dai genitori é quasi completamente superato mentre è più vivo quello della messa alla prova delle proprie capacità (concetto di sè) e quello del confronto con i coetanei sia per quanto riguarda gli apprendimenti, ma soprattutto per quanto riguarda la destrezza fisica ed il ruolo da assumere nel gruppo, la propria identità sociale.

Il bambino con atresia ano-rettale dovrà superare il disagio della propria condizione compensando, li dove risulta svantaggiato, con altre sue qualità. I genitori e gli insegnanti avranno un ruolo chiave nel favorire un adattamento emotivo alla propria condizione, un alleggerimento della ferita narcisistica che si riacutizza proprio nel confronto con i coetanei. Alla fiducia, comprensione, sostegno dei genitori dovrà fare eco una gestione mirata del gruppo classe affinché tutti i bambini possano riconoscersi nelle loro parti; adeguate ed in quelle meno adeguate non rifiutandone nessuna.

Come per la scuola materna è necessario che gli insegnanti vengano informati con precisione sul che cosa è l'atresia ano-rettale lasciando però al rapporto che si svilupperà la conoscenza del bambino. Anche a loro va ribadito che non devono utilizzare regole di comportamento diverse da quelle valide per gli altri  ma che dovranno essere pronte a rispondere, insieme al bambino, ad eventuali domande dei compagni sul suo problema e dovranno evitare o essere pronte a ridurre eventuali situazioni di disagio ed imbarazzo dovute all’incontinenza sfinterica o alle difficoltà di movimento. Questo non vuoi dire “tenere per mano” il bambino ogni volta che si presenta una situazione “sconveniente” ma essere per lui una tutela fornendogli gli strumenti o la solidarietà o solamente la vicinanza per aiutarlo a mantenere salda la stima di sé ed a trovare le sue risposte più adeguate.

Almeno per i primi sei mesi di scuola, e comunque fin quando il bambino non si è inserito bene nel gruppo classe, è consigliabile utilizzare tutti i mezzi per assicurargli il più possibile di non sporcarsi durante le ore scolastiche. Se il controllo delle feci ad esempio è parziale ci si può aspettare che in questa capacità il bambino regredisca un poco perché più concentrato sugli aspetti sociali e degli apprendimenti. Aiutatelo, non sgridatelo, non fate leva sulla vergogna, non svalutatelo. Il primo periodo della scuola elementare è difficile per tutti, specialmente per chi vi accede con  una disabilità più o meno evidente Fate invece leva sulla fiducia, sul superamento, sulla stima cercando insieme a lui soluzioni possibili.

Può accadere che verbalizzi, anche prima dell’inizio della scuola, preoccupazioni assurde e comunque non aderenti alla sua realtà. Non vanno sottovalutate, ma più propriamente sarà necessario, andare a cercare quale reale preoccupazione nascondono.  In genere è una preoccupazione di relazione con l'altro sconosciuto, di giudizio negativo rispetto alla propria disabilità, di insicurezza rispetto alla propria immagine sociale ed al proprio corpo.

In relazione al tipo di incontinenza del bambino sarà opportuno affiancargli, finchè non raggiungerà una sua autonomia, una assistente che lo possa trarre d'impaccio nel caso in cui si sporchi. I genitori dovranno fare in modo che il figlio accetti questa estranea che dovrà “entrare” nella sua intimità e chiaramente l'assistente dovrà essere preparata a rapportarsi ad un bambino che non può raggiungere il controllo sfinterico nei tempi e nei modi degli altri bambini.

Anche in questo caso, se i problemi nella scuola dovessero assumere un carattere di stabilità sarà necessario avvalersi dell'aiuto di un operatore specifico.

 
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