IL PROGRAMMA
DI RIABILITAZIONE INTESTINALE NEI PAZIENTI CON MALFORMAZIONE ANORETTALE
CON INCONTINENZA FECALE
A
Pena, K. Guardino
L’incontinenza
fecale è un problema molto importante che può produrre gravi
ripercussioni sul piano psicologico e sociale. I pazienti con
malformazione ano rettale spesso presentano problemi di incontinenza
nonostante gli sforzi dei chirurghi pediatri. Statistiche americane
rivelano un’incidenza di questo tipo di malformazioni pari a 780 nuovi
casi ogni anno: di questi 25-30% presenteranno problemi di incontinenza,
mentre una percentuale più piccola potrà presentare un vario spettro di
disturbi che vanno dalla stitichezza allo sporcare saltuariamente le
mutandine o alla improvvisa perdita del controllo delle evacuazioni
durante episodi di diarrea.
La
terapia medica a base di lassativi e clisteri è stata più volte chiamata
in causa per risolvere questo tiopo di problemi con percentuali di
successo variabili, anche in conseguenza del fatto che le varie strategie
terapeutiche venivano adottate senza uno specifico criterio, adattato alle
singole situazioni.
Il
nostro centro ha avuto occasione di trattare, negli ultimi 11 anni, 348
pazienti con incontinenza fecale, secondaria a malformazioni ano-rettale,
operati in altri ospedali. Il primo concetto appreso è che esistono
diversi tipi di incontinenza fecale, legati sia al tipo di malformazione
originaria, sia all’intervento subito.
La
nostra attenzione si è focalizzata su un gruppo di 172 pazienti per i
quali, in base alla loro situazione anatomica iniziale e alle loro
potenzialità di controllo delle evacuazioni, non era lecito supporre un
miglioramento spontaneo con un reintervento: in altre parole, il loro
grado di continenza sarebbe stato esclusivamente dipendente da un corretto
programma di riabilitazione intestinale (o “bowel management” come
viene chiamato comunemente in Italia).
I
172 pazienti sono stati divisi in due ulteriori sottogruppi: quelli con
tendenza alla stitichezza e quelli con tendenza alla diarrea (44 e 128
rispettivamente).
I
pazienti con stitichezza, tutti con un grosso colon flaccido, sono stati
sottoposti a clisteri in gran quantità al fine di pulire al meglio un
intestino che non riesce più a “svuotarsi” da solo.
Al
contrario, i pazienti con tendenza alla diarrea, perché mancanti
dell’ultimo tratto del colon (asportato nel corso di precedenti
interventi) che agisce da “serbatoio”, hanno beneficiato di piccoli
clisteri quotidiani, intervallati con farmaci o con dieta in gradi di
ridurre la motilità intestinale. I farmaci usati sono stati la loperamide
al dosaggio di 1-2 mg 3 volte al giorno e il difenossilato (0.3-0.4 mg per
chilogrammo al giorno in 4 somministrazioni). La risposta alla terapia è
stata variabile ed a volte ottenuta in un arco di parecchi giorni, il che
ha richiesto la permanenza dei genitori presso una struttura convenzionata
a pochi metri dall’Ospedale, la “Ronald Mc Donald House”.
Il
programma di “bowel management” è stato considerato “ben
impostato” quando si è riusciti ad ottenere una pulizia intestinale
della durata di 4 giorni consecutivi almeno.
In
alcune situazioni, rivelate dalla comparsa di episodi occasionali di
biancheria intima sporca durante il programma di “bowel management”
fino a quel momento efficace, si è reso necessario un aggiustamento della
terapia; in particolare, nel gruppo dei pazienti prevalentemente stitici
è stato richiesto un clistere più abbondante, eventualmente con aggiunta
di sale mentre nel gruppo di soggetti tendenti alla diarrea si è dovuto
aumentare la dose dei farmaci antidiarrotici e riaggiustare
ulteriormente la dieta.
Dei
44 pazienti con tendenza alla stitichezza, 41 (cioè il 93%) sono stati
trattati con successo; il tempo medio richiesto per ottenere ciò è stato
di circa 4 giorni.
Dei
128 pazienti con tendenza alla diarrea 112 (cioè l’88) hanno
beneficiato del programma: il successo si è verificato in media dopo 3
giorni.
Nei
pazienti nei quali non si è riusciti ad ottenere in alcun modo una
continenza accettabile, si è dovuto ricorrere ad una colostomia
permanente.
Quali
conclusioni si possono trarre da questo resoconto di una esperienza di 11
anni?
Molto
spesso i genitori dei pazienti esprimono il loro disappunto per essere
venuti presso il nostro Centro per apprendere il così detto “bowel
manangement Programme” (Programma di riabilitazione intestinale) che poi
altro non si rivela che un misto di clisteri, dieta e farmaci che loro
stessi hanno provato senza successo.
In
questi casi è determinante spiegare loro che è il criterio con cui
questi presidi vengono usati che spesso può fare la differenza. Il tutto
è a volte peggiorato dai pediatri di base che non riescono a capire la
necessità di fare lunghi viaggi per raggiungere il nostro Centro solo per
imparare a fare un clistere.
Con
questo abbastanza semplice programma di gestione si è potuto ottenere una
percentuale di successo globale di circa il 90%, lievemente più alta per
i soggetti con tendenza alla stitichezza che in quelli con tendenza alla
diarrea, per la maggior facilità nel pulire il colon; tuttavia ciò
significa che la quasi totalità dei pazienti hanno potuto beneficiare di
questa metodica, con sicuri e duraturi vantaggi sul piano clinico e
sociale.
L’Aimar
ringrazia per la traduzione
il
Dr. Antonio
Zaccara – Bambin Gesù
Sede
di Palidoro