Aimar associazione                                3/1997

Esperienze

 

 M.C.

 

Questa è la storia autobiografica di una ragazza di 27 anni che vuole raccontarvi la sua esperienza, con la speranza che possa essere di aiuto a voi ed ai vostri figli.

Le malformazioni ano-rettali sono piuttosto rare e non se ne parla quasi mai, di conseguenza gli sviluppi della scienza avvenuti in questo campo non sono noti a tutti.

Io sono nata con parto normale a casa. A distanza di alcuni giorni sono stata ricoverata presso il Policlinico Gemelli per ittero. Dopo 12 ore circa gli infermieri si sono accorti della mia malformazione, in quanto non riuscivano ad introdurre il termometro nel retto. Le funzioni fisiologiche erano regolari, però evacuavo tramite la vulva: avevo cioè quello che allora i medici chiamavano “ano vulvare”.

All’età di 3 mesi venni ricoverata presso l’Ospedale Bambin Gesù dove mi operarono perché non riuscivo più ad evacuare: le feci si erano calcificate.

Il primo intervento naturalmente è servito a perforare l’ano e collegarlo al colon.

Il secondo intervento chirurgico l’ho subito all’età di 4 anni: si è trattato di una semplice plastica all’ano; il professore che mi operò disse che quando sarei stata più grande sarebbe stato possibile intervenire nuovamente.

Il terzo intervento fu eseguito dallo stesso professore quando avevo l’età di 10 anni. Con questo intervento mi è stato sfilato un muscolo dalla gamba destra e deviato intorno all’ano per la ricostruzione dello sfintere.

Grazie alla grande professionalità di questo professore, l’intervento riuscì talmente bene che oggi ho potuto affrontare la quarta operazione della quale vi parlerò più avanti.

Il muscolo, soprattutto durante i primi tempi, ha avuto bisogno di un’opportuna ginnastica (stringere un pallone tra le ginocchia), e di massaggi manuali praticati all’interno da mia madre.

I miei problemi erano stati risolti al 70%; rimaneva il disagio che in presenza di coliche addominali (di origine nervosa, vista la mia emotività) non riuscivo a trattenere la diarrea, spesso non ce la facevo ad arrivare fino al bagno.

Alcuni mesi fa i miei genitori hanno scoperto che potevo passare dal 70 al 100%, grazie ad un intervento chirurgico che viene praticato a Pisa. 

Il 18 aprile 1997 sono stata visitata e mi hanno spiegato la tecnica dell’intervento, che in pratica consisteva nell’applicare un muscolo intorno all’ano e stimolarlo con un pace maker, ma nel mio caso in particolare era sufficiente applicare il pace maker con il relativo elettrodo, in quanto il muscolo mi era già stato impiantato con la precedente operazione e all’esame di elettrostimolazione da loro effettuato risultò funzionare talmente bene da lasciarli stupiti.

Esattamente un mese più tardi sono stata ricoverata. Era di domenica. Il lunedì ed il martedì sono stata sottoposta a tutti gli accertamenti che avrebbero permesso ai medici di agire al meglio. L’intervento chirurgico è stato eseguito il mercoledì mattina ed ha avuto la durata di circa un’ora e mezza. Il pomeriggio stesso mi hanno messo in poltrona, dove ho fatto un bella dormita. Il giorno dopo già camminavo. Il terzo giorno sono stata visitata dalla Dottoressa che mi ha operato e mi ha consegnato la calamita per attivare e disattivare l’apparecchio.

Il pace maker viene regolato tramite un computer esterno, inizialmente con una frequenza impulsiva che serve ad allenare ulteriormente il muscolo; nei successivi controlli tale frequenza viene aumentata fino ad arrivare ad una tensione di stimolo continuo che dovrebbe avvenire all’incirca entro due mesi.

Dopo 15 giorni dall’intervento ho avuto la prima visita di controllo: la dottoressa è rimasta sorpresa e soddisfatta per come andavano le cose.

Solitamente i primi due mesi le visite si svolgono ogni 15 giorni, poi ogni 6 mesi e successivamente dopo un anno. Prima di congedarmi da voi, concedetemi di ringraziare i miei genitori i medici per tutto quello che hanno fatto per me e l’Aimar per avermi dato l’opportunità di mettervi al corrente della mia esperienza e della mia storia a lieto fine. La mia vita è ripresa nel modo migliore  e più felice possibile, spero tanto che succeda anche a voi.

 
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