Aimar associazione           3/1999

Toilet Training

 Di Y. Castile, K. Guardino, A. Pena

 

Ai bambini normalmente si insegna ad andare al bagno all'età compresa  all'incirca tra i due e i tre anni. Nella maggior parte dei bambini questo passo avviene naturalmente e senza problemi. Talvolta, tuttavia, “l’educazione al bagno” è difficile e questi bambini possono sviluppare un qualche grado di stitichezza

Per i genitori la chiave per evitare tale problema sta nella assicurarsi che il bambino svuoti il proprio retto quotidianamente. La stitichezza è un nemico insidioso non soltanto per i bambini con malformazioni anorettali ma anche per i bambini " normali ". Insidioso perché può manifestarsi con fastidi che se non vengono individuati correttamente possono condurre a problemi più gravi. Quando le feci stanno nel retto più di un giorno diventano più grandi e più dure. Ciò a sua volta rende l'evacuazione più dolorosa e difficile. Questo poi porta il bambino a svuotarsi poco o affatto, il che complica ulteriormente il problema. È questo il circolo vizioso della stitichezza.

L'utilizzo di cibi di natura lassativa può interrompere talvolta tale circolo.

Nei casi più gravi c'è bisogno di trattamento medico a base di lassativi.

Sfortunatamente alcuni bambini affetti da stitichezza particolarmente grave hanno bisogno di un trattamento forte che include un vero programma di "gestione intestinale" e potenzialmente potrebbe richiedere in seguito un intervento chirurgico.

Le informazioni che seguono sono atte a mettere i genitori in grado di usare le giuste tecniche per insegnare ai propri bambini come provocare i movimenti intestinali nel modo più facile possibile

Qual è l’ora migliore del giorno?

 

“L’educazione al bagno”  è più facile se il bambino ha un unico e grande movimento intestinale al giorno e ad una certa ora prevedibile. E' importante essere molto regolari nel tipo di cibo consumato e soprattutto nell'ora dei pasti. Il bambino avrà minori possibilità di essere educato al "bagno" se mangia pasti irregolari e ha movimenti intestinali irregolari

L'intestino può essere educato dalla regolarità con la quale avvengono i tentativi di svuotamento. Questo tipo di educazione funziona per riflesso condizionato. L'intestino è " stimolato " ogni volta che si mangia o si beve a causa del riflesso gastrocolico. La presenza di cibo che entra nello stomaco fa sì che il corpo invii un segnale all'intestino affinché inizi a contrarsi ritmicamente (peristalsi)

Pertanto, il momento migliore per portare il bambino al bagno è subito dopo ogni pasto consistente per sfruttare questo riflesso naturale

 Si può migliorare il movimento dell’intestino?

 Possiamo aumentare la grandezza della peristalsi (movimento dell'intestino) mediante diversi esercizi

Il più specifico ed efficace consiste nella respirazione diaframmatica. Essa comporta che il bambino alterni la contrazione dei muscoli del diaframma a quella dei muscoli addominali. In altre parole, il paziente dovrebbe espirare con la bocca, spingendo lo stomaco all'interno verso la schiena e inspirare con il naso gonfiando lo stomaco all'infuori. Questi movimenti alternati massaggiano gli organi interni e forniscono un forte stimolo all'intestino affinché "si svegli". Dopo avere imparato a compiere questo esercizio correttamente esso potrà essere eseguito quando si è seduti sulla tazza del gabinetto aiutando in tal modo i movimenti naturali dell'intestino. 

 

 Diversi studi hanno dimostrato la relazione esistente tra l'orientamento della spinta attraverso la cavità pelvica e la posizione della spina dorsale. 

Per ottenere la migliore efficienza è quindi importante adottare una posizione sulla tazza del gabinetto che sia fisicamente corretta. Questi studi hanno mostrato che la posizione più naturale  è la migliore.

Primo, il bambino deve avere i piedi appoggiati su un forte e stabile supporto, sarà utile, un piccolo poggiapiedi sistemato alla base della tazza.  

Secondo, le ginocchia devono essere almeno allo stesso livello delle anche. Meglio esse dovrebbero essere un po’ più in alto e separati l'uno dall'altro.

Terzo, i gomiti dovrebbero essere sistemati sulle  ginocchia e, per risultati migliori, entrambe le mani posizionate sulla parte più bassa dello stomaco.

Per finire, qual è la migliore tecnica e di spinta?

La defecazione è un evento comune e naturale. Avviene una o due volte al giorno. Dovrebbe essere veloce e con il minimo sforzo. La defecazione avviene mediante la contrazione della parte terminale dell'intestino dopo il rilascio dei muscoli chiave chiamati sfinteri.  

Naturalmente, quando i bambini (o adulti) incontrano dei problemi nello svuotarsi o sono stitici, iniziano a spingere energicamente e fermano la respirazione. Il volto diventa rosso e defecare diventa una fatica e ancora pregio una lotta. Questa è la peggiore tecnica che si possa usare. Perché? Perché spingendo in questo modo si causa la contrazione dei muscoli della cavità pelvica quando essi dovrebbero essere rilasciati. Questo fenomeno è chiamato dissinergia

Talvolta, nei casi di più grave stitichezza, le feci diventano più grandi e più dure. L'evacuazione può divenire una esperienza spiacevole e perfino dolorosa a causa di minuscole lacerazioni nell'ano. Per evitare il disagio e l'ulteriore dolore, il bambino ritarderà l'espulsione. Se ciò accade ripetutamente il bambino svilupperà un insufficiente modello di comportamento che è l'inizio del circolo vizioso.  

Quindi dopo ogni pasto:  

Primo, il bambino deve sentirsi a proprio agio prima di rilasciare lo sfintere. Deve sedere nella giusta posizione. Lo scopo dei genitori è quello di ridurre lo stress del bambino e di rendere rilassante il training a cui non bisogna mai far seguire alcuna specie di punizione anche se occorre tempo per ottenere risultati. Perfino i tentativi del bambino non riusciti vanno rinforzati positivamente.

Secondo, se il tentativo non è produttivo dopo alcuni minuti, il bambino deve stimolare l'intestino, per alcune volte, con la tecnica della respirazione diaframmatica e poi premere con entrambe le mani, all'indietro verso il basso, la zona inferiore dell'intestino, proprio al di sopra dell'osso pubico.  

Infine, dovrebbe spingere lentamente i muscoli addominali, espirando e piegandosi in avanti per due o tre volte. 

Se il bambino riesce, occorre incoraggiarlo e congratularsi con lui.

Se dopo non più di tre-cinque minuti, la prova non va, finisce lì. 

Tentate di nuovo dopo il prossimo pasto del bambino. 

Se il bambino ha già sviluppato cattive abitudini, è molto importante cercare di cambiare il suo comportamento. 

Talvolta nelle situazioni più difficili potrebbe essere necessario l'aiuto di un fisioterapista qualificato. Con quattro-sei sedute di biofeedback  non invasivo la situazione migliorerà nella grande maggioranza dei casi. Nel 5% dei casi si è dovuto ricorrere all'uso della stimolazione elettrica funzionale per conseguire risultati significativi

In conclusione, ogni bambino è unico e  “l’educazione al bagno” deve essere fatta in modo indulgente e che si adatti ai ritmi naturali del bambino.

 
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