Toilet Training
Di Y. Castile, K. Guardino, A. Pena
Ai bambini normalmente si insegna ad andare al bagno
all'età compresa all'incirca tra i
due e i tre anni. Nella maggior parte dei bambini questo passo avviene
naturalmente e senza problemi. Talvolta, tuttavia, “l’educazione al bagno”
è difficile e questi bambini possono sviluppare un qualche grado di stitichezza
Per i genitori la chiave per
evitare tale problema sta nella assicurarsi che il bambino svuoti il proprio
retto quotidianamente. La stitichezza è un nemico insidioso non soltanto per i
bambini con malformazioni anorettali ma anche per i bambini " normali
". Insidioso perché può manifestarsi con fastidi che se non vengono
individuati correttamente possono condurre a problemi più gravi. Quando le feci
stanno nel retto più di un giorno diventano più grandi e più dure. Ciò a sua
volta rende l'evacuazione più dolorosa e difficile. Questo poi porta il bambino
a svuotarsi poco o affatto, il che complica ulteriormente il problema. È questo
il circolo vizioso della stitichezza.
L'utilizzo di cibi di natura lassativa può interrompere
talvolta tale circolo.
Nei casi più gravi c'è bisogno di trattamento medico a
base di lassativi.
Sfortunatamente alcuni bambini affetti da stitichezza
particolarmente grave hanno bisogno di un trattamento forte che include un vero
programma di "gestione intestinale" e potenzialmente potrebbe
richiedere in seguito un intervento chirurgico.
Le informazioni che seguono sono atte a mettere i
genitori in grado di usare le giuste tecniche per insegnare ai propri bambini
come provocare i movimenti intestinali nel modo più facile possibile
Qual
è l’ora migliore del giorno?
“L’educazione al bagno”
è più facile se il bambino ha un unico e grande movimento intestinale
al giorno e ad una certa ora prevedibile. E' importante essere molto regolari
nel tipo di cibo consumato e soprattutto nell'ora dei pasti. Il bambino avrà
minori possibilità di essere educato al "bagno" se mangia pasti
irregolari e ha movimenti intestinali irregolari
L'intestino può essere educato dalla regolarità con la
quale avvengono i tentativi di svuotamento. Questo tipo di educazione funziona
per riflesso condizionato. L'intestino è " stimolato " ogni volta che
si mangia o si beve a causa del riflesso gastrocolico. La presenza di cibo che
entra nello stomaco fa sì che il corpo invii un segnale all'intestino affinché
inizi a contrarsi ritmicamente (peristalsi)
Pertanto, il momento migliore per portare il bambino al
bagno è subito dopo ogni pasto consistente per sfruttare questo riflesso
naturale
Si
può migliorare il movimento dell’intestino?
Possiamo aumentare la grandezza della peristalsi
(movimento dell'intestino) mediante diversi esercizi
Il più specifico ed efficace consiste nella respirazione
diaframmatica. Essa comporta che il bambino alterni la contrazione dei muscoli
del diaframma a quella dei muscoli addominali. In altre parole, il paziente
dovrebbe espirare con la bocca, spingendo lo stomaco all'interno verso la
schiena e inspirare con il naso gonfiando lo stomaco all'infuori. Questi
movimenti alternati massaggiano gli organi interni e forniscono un forte stimolo
all'intestino affinché "si svegli". Dopo avere imparato a compiere
questo esercizio correttamente esso potrà essere eseguito quando si è seduti
sulla tazza del gabinetto aiutando in tal modo i movimenti naturali
dell'intestino.
Diversi studi hanno dimostrato la relazione
esistente tra l'orientamento della spinta attraverso la cavità pelvica e la
posizione della spina dorsale.
Per ottenere la migliore efficienza è quindi importante
adottare una posizione sulla tazza del gabinetto che sia fisicamente corretta.
Questi studi hanno mostrato che la posizione più naturale è la migliore.
Primo, il bambino deve avere i piedi appoggiati su un
forte e stabile supporto, sarà utile, un piccolo poggiapiedi sistemato alla
base della tazza.
Secondo, le ginocchia devono essere almeno allo stesso
livello delle anche. Meglio esse dovrebbero essere un po’ più in alto e
separati l'uno dall'altro.
Terzo, i gomiti dovrebbero essere sistemati sulle
ginocchia e, per risultati migliori, entrambe le mani posizionate sulla
parte più bassa dello stomaco.
Per
finire, qual è la migliore tecnica e di spinta?
La defecazione è un evento comune e naturale. Avviene
una o due volte al giorno. Dovrebbe essere veloce e con il minimo sforzo. La
defecazione avviene mediante la contrazione della parte terminale dell'intestino
dopo il rilascio dei muscoli chiave chiamati sfinteri.
Naturalmente, quando i bambini (o adulti) incontrano dei
problemi nello svuotarsi o sono stitici, iniziano a spingere energicamente e
fermano la respirazione. Il volto diventa rosso e defecare diventa una fatica e
ancora pregio una lotta. Questa è la peggiore tecnica che si possa usare. Perché?
Perché spingendo in questo modo si causa la contrazione dei muscoli della cavità
pelvica quando essi dovrebbero essere rilasciati. Questo fenomeno è chiamato
dissinergia
Talvolta, nei casi di più grave stitichezza, le feci
diventano più grandi e più dure. L'evacuazione può divenire una esperienza
spiacevole e perfino dolorosa a causa di minuscole lacerazioni nell'ano. Per
evitare il disagio e l'ulteriore dolore, il bambino ritarderà l'espulsione. Se
ciò accade ripetutamente il bambino svilupperà un insufficiente modello di
comportamento che è l'inizio del circolo vizioso.
Quindi dopo ogni pasto:
Primo, il bambino deve sentirsi a proprio agio prima di
rilasciare lo sfintere. Deve sedere nella giusta posizione. Lo scopo dei
genitori è quello di ridurre lo stress del bambino e di rendere rilassante il
training a cui non bisogna mai far seguire alcuna specie di punizione anche se
occorre tempo per ottenere risultati. Perfino i tentativi del bambino non
riusciti vanno rinforzati positivamente.
Secondo, se il tentativo non è produttivo dopo alcuni
minuti, il bambino deve stimolare l'intestino, per alcune volte, con la tecnica
della respirazione diaframmatica e poi premere con entrambe le mani,
all'indietro verso il basso, la zona inferiore dell'intestino, proprio al di
sopra dell'osso pubico.
Infine, dovrebbe spingere lentamente i muscoli
addominali, espirando e piegandosi in avanti per due o tre volte.
Se il bambino riesce, occorre incoraggiarlo e
congratularsi con lui.
Se dopo non più di tre-cinque minuti, la prova non va,
finisce lì.
Tentate di nuovo dopo il prossimo pasto del bambino.
Se il bambino ha già sviluppato cattive abitudini, è
molto importante cercare di cambiare il suo comportamento.
Talvolta nelle situazioni più difficili potrebbe essere
necessario l'aiuto di un fisioterapista qualificato. Con quattro-sei sedute di
biofeedback non invasivo la
situazione migliorerà nella grande maggioranza dei casi. Nel 5% dei casi si è
dovuto ricorrere all'uso della stimolazione elettrica funzionale per conseguire
risultati significativi
In conclusione, ogni bambino è unico e
“l’educazione al bagno” deve essere fatta in modo indulgente e che
si adatti ai ritmi naturali del bambino.