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29/05/2005

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GLI ZARANTONELLO IN AFRICA

Un gruppo di volontari Sirmionesi porta avanti un progetto umanitario molto impegnativo in Africa. L'iniziativa è partita per la richiesta di aiuto lanciata da un ragazzo africano di nome Teophilo che ha vissuto presso la parrocchia di Sirmione per 5 anni. Venuto in Italia per studiare Teologia è stato ospitato dal parroco Don Evelino Dal Bon e per ricambiare collabora al disbrigo delle necessità per la chiesa. Per mantenersi ed aiutare la sua numerosa famiglia che vive in Togo, lavora in un hotel a Sirmione. E' da qui che nasce l'adesione al progetto di solidarietà per il suo paese. Il parroco ne fa richiesta ai cittadini ed alcuni di loro decidono di fare un sopralluogo per verificare di persona se l'iniziativa poteva avere un senso e se veramente c'era bisogno di aiuti. A fine 2001 un gruppetto di 7 volontari, un medico, un fornaio, un idraulico, un elettricista, un muratore, un commerciante, un reporter partono per l'Africa e fra questi ci sono 2 Zarantonello i fratelli Aldo e Gianfranco. Abbiamo vissuto dei veri momenti di emozione quando al nostro arrivo abbiamo trovato l'intera popolazione del villaggio che ci aspettava e ci hanno accolto facendoci camminare su drappi di seta colorata cospargendoci con petali di rosa in segno di benvenuto. La popolazione è povera e nel villaggio manca tutto. Non c'è acqua, non c'è energia elettrica, non ci sono medici. Nell'ospedale più vicino che abbiamo volutamente visitato, l'organico è composto da 3 medici e da 3 infermieri e dovrebbe soddisfare le esigenze di 100.000 abitanti. L'agricoltura dà poco, la loro metodologia di semina non è corretta. Nelle piantagioni vengono seminate più varietà di prodotto, il mais, la manioca e l'ignam e questi crescendo insie me non riescono a dare il massimo della produzione.

Aldo Z. (Desenzano del Garda - BS)

 

Paolo Z. (Novellara - RE)

Alla vigilia del nostro rientro in Italia, le donne del villaggio, che sono le persone che lavorano di più, ci hanno implorato più volte dicendoci Non Dimenticateci. Tante persone sono passate di qua dicendo che li avrebbero aiutati ma questo non è mai successo. Una volta rientrati portiamo documentazione visiva di quanto abbiamo trovato in quel paese e il ricordo di quelle persone veramente povere ma ospitali e bisognose ci anima e ci dà la voglia di fare qualcosa per loro. Trascorrono 8 mesi e il progetto si fa importante perchè alla fine dell'anno 2001 è stata costituita una ONG con presidente il Parroco di Sirmione Don Evelino e qui il progetto inizia e prende il nome di Progetto 3T. Il suo significato? La 1° T. Togo stato dell'Africa la 2° T. Todomè il nome del villaggio e la 3°T Teophilo. A novembre partono 4 containers di materiale raccolto da tutti gli amici, parenti, persone di buona volontà e fornitori. Tubazioni idrauliche, chilometri di cavo elettrico che Luciano Z. ci ha procurato, una Terna, un furgone Ducato, una macchina furgone per gli elettricisti, un trattore donato dalla Coldiretti di Brescia e tanto altro. La destinazione è il porto di Lomè, capitale del Togo. Il 26 dicembre altri volontari partono. Questa volta il gruppo è numeroso e interamente costituito da persone che hanno un compito ben preciso da portare a termine. Lo sdoganamento dei container è la prima grossa difficoltà che incontriamo. Le pratiche doganali sono mal gestite e mal controllate e ci troviamo a dover sborsare parecchio denaro per rientrare in possesso del nostro materiale per iniziare i lavori. Ma giù ci sono 2 Zarantonello che come al solito con il loro carattere ostinato e caparbio in 3 giorni l'avranno vinta facendo uscire i container quasi clandestinamente. Siamo 15 volontari che in 2 settimane con una forza lavoro di 150 persone arruolate fra gli abitanti del posto, da noi retribuite poseranno il generatore per l'energia elettrica, trivelleranno il pozzo per l'acqua, poseranno 2 Km di tubazioni per l'acquedotto e interreranno cavi elettrici per l'illuminazione notturna. In questi 15 giorni viene realizzato anche un serbatoio per l'accumulo di acqua di circa 40 mc. Il giorno 4 Gennaio 2002 pompiamo la prima acqua nel serbatoio e nei giorni immediatamente successivi con il montaggio delle colonnine d'acqua nelle varie contrade di capanne, fuori dalla loro porta c'è il rubinetto dell'acqua. Con l'arrivo dell'acqua potabile in 8 mesi si è registrata una mortalità inferiore del 32%. Non bevendo più acqua inquinata del fiume la parassitosi colpisce meno persone e i bambini sono i primi a trarne beneficio. Quello che ci siamo prefissi nel venire qui è di aiutarli ad aiutarsi. Abbiamo dato una mano a costruire ma trascorriamo una parte del nostro tempo anche ad istruire le persone con dei veri e propri corsi di formazione a tavolino in modo che possano da soli continuare a far funzionare ciò che è stato creato. Nel gruppo c'è anche un dottore che trascorre tutto il periodo a fare visite mediche dando la precedenza ai bambini che qui sono quasi 450. Durante la nostra permanenza siamo riusciti a salvarne 2 dalla morte con l'intervento del nostro medico. I primi mesi del 2002 hanno visto un afflusso continuo di volontari presso quel piccolo villaggio e a marzo un gruppo di agricoltori, fra cui anche Paolo Z. di Novellara, ha preparato una coltivazione di 50.000 mq seminati a riso e mais e un campo sperimentale di angurie e meloni. Dopo 3 mesi, riceviamo notizie da un gruppo che rientra; la raccolta del riso ha dato ottimi risultati tant'è che riescono a venderlo al mercato e crearsi una fonte di sostentamento. A ottobre 2002 siamo riusciti a raccogliere dell'altro materiale fra cui un camion, delle tubazioni, piastrelle per rendere il dispensario più idoneo e pulito ed è così che 2 containers grandi il doppio dei primi, partono per Todomè. L'iniziativa prosegue e il prossimo Natale ci vedrà di nuovo in Togo a costruire insieme alla popolazione di Todomè e a fare manutenzione agli impianti. Lasciamo anche là il nostro segno di solidarietà come in tutte le altre parti del mondo che visitiamo.


Gianfranco Z. Sirmione (BS)

     
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