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Struttura sociale

 

 

 

Gli Indiani d’America erano molto differenziati culturalmente; non possedevano una lingua comune e famiglie, tribù e sistemi di governo avevano una struttura molto diversificata. Alcuni di loro erano organizzati in stabili comunità di agricoltori, mentre altri erano nomadi. Alcuni erano bellicosi, altri pacifici. Non formarono mai, tranne che in rare eccezioni, una coalizione o una confederazione, nemmeno di fronte al pericolo comune, e questa loro incapacità e l’arretratezza iniziale delle loro armi venne sfruttata dai bianchi.

 

Forte era la loro capacità di adattarsi all’ambiente dove avevano deciso di vivere; sulla riva ghiacciata del mare Artico, l’eschimese sopravviveva con il suo "eskimo" foderato di pelliccia e con gli igloo realizzati con blocchi di neve pressata. L’adattamento dell’indiano ad un ambiente caldo e desertico è invece testimoniata dagli Havasupai che vivono ancora oggi lungo il fiume Colorado.

La preoccupazione primaria dei gruppi indiani, come del resto di tutti i gruppi umani, era ed è il reperimento del cibo tramite la caccia, l’agricoltura, la pesca e la raccolta. L’indiano era ed è legato ad un antico modello di partecipazione diretta all’agricoltura, all’allevamento, alla pesca, alla caccia e alla raccolta, e ciò determina come conseguenza una forte intimità con la natura e soprattutto la consapevolezza dell’imprevedibilità di essa nel dispensare i suoi beni.

All’epoca dell’arrivo dell’uomo bianco, la pesca, al caccia e la raccolta costituivano un ruolo primario, nonostante il grande numero di piante originarie dell’America che si erano sviluppate nel continente; l’agricoltura, infatti, veniva all’epoca praticata in meno della metà del continente nordamericano. Nella zona triangolare al centro del continente, ad est dello spartiacque continentale fino al Texas meridionale dominava la caccia. Nella costa nordoccidentale si viveva invece di pesca la quale contribuì a determinare il carattere e l’organizzazione della vita indigena. Le acque della zona erano ricche di fauna ittica; d’estate, quando i pesci risalivano i fiumi, i Tlingit, ad esempio, lavoravano incessantemente per procurarsi il cibo per tutto l’anno, salmoni, merluzzi ed altro. Il salmone veniva tagliato, affumicato e conservato per tutto l’inverno. Durante l’inverno, invece, l’attività principale era l’artigianato, il commercio e attività cerimoniali.

Nelle risorse alimentare degli indiani della California e delle zone desertiche dell’ovest, gli insetti avevano un ruolo importante; cavallette, larve, bruchi, larve di api, vespe, formiche, scarafaggi, erano considerati non solo un cibo innocuo, ma soprattutto nutriente e salubre. Il metodo per catturare le cavallette era simile al quello utilizzato in altre regioni per la caccia dei quadrupedi: un gruppo di indiani riuniti in circolo spingeva lo sciame di cavallette intorno ad una fossa dove era stato preparato un fuoco di braci ardenti e qui le cavallette venivano arrostite e conservate per l’inverno.

Il ruolo svolto dalle donne in gran parte delle società indiane, era quello di seminare e badare alle messi, e ciò, agli occhi degli europei era indice del disprezzo con cui esse venivano considerate in quelle società. Questo, in realtà, è inesatto poiché si devono tenere in considerazione le caratteristiche generali dell’agricoltura indiana. Nella comunità degli Uroni, ad esempio, gli uomini avevano il compito di occuparsi del disboscamento del terreno, un lavoro considerato molto pesante: venivano abbattuti gli alberi più piccoli, veniva fatta un’incisione intorno al tronco di quelli più grandi e venivano spogliati dei rami che si bruciavano ai piedi dell’albero. Tra i resti dei tronchi veniva in seguito seminato il raccolto. Le donne avevano un ruolo principale nella raccolta delle ghiande, noci, dell’uva e di varie piante commestibili, ma anche nella raccolta della legna; lavoravano la terra con la vanga di legno e si occupavano della cura del mais indiano, le zucche e i fagioli. In tutto questo, il compito degli uomini non era quello di riposare; la loro attività più importante era la caccia, la quale oltre ad avere una funzione economica era anche considerata esercizio di importanti virtù guerriere. Anche la pesca era un’attività importante praticata nei laghi e nei corsi d’acqua che circondavano il loro territorio. Compito degli uomini era anche il commercio, la costruzione delle canoe e la recinzione dei villaggi.

Presso gli Irochesi, le donne ricoprivano una posizione sociale elevata: attraverso il controllo delle risorse economiche, esercitavano il loro potere. Le donne sposate potevano distribuire a propria discrezione gli alimenti: durante le riunioni del Consiglio della tribù o le spedizioni di guerra, fornivano e negavano il cibo. Proponevano anche i candidati per il consiglio degli anziani, la più alta autorità della Lega degli Irochesi, e partecipavano alla gestione della guerra e alla stipulazione dei contratti.

 

La cultura degli indiani è una cultura orale: narratori e oratori trasmettono oralmente le tradizioni del proprio popolo a tutti i membri del gruppo per intere generazioni con impressionante precisione. Attuali ricerche sulla cultura orale nettono in evidenza la grande capacità dei narratori di trasmettere la conoscenza popolarea a persone altrettanto ricettive. La visione del mondo dei bianchi non è orale ma visiva, e la reciproca incapacità di comprendere la visione opposta e di cambiare la propria, ha determinato una tragedia prolungata.

Tratto da "The Indian in America", di Wilcomb E. Washburn, Harper and Row, New York - London, 1975

 

 

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