T
R E
generazioni
a confronto
opere
di Achille Perilli - Paolo Zughetti - Fabrizio Campanella
con un testo di Laura Turco Liveri
Inaugurazione Sabato 12 gennaio 2002 ore 18.30
Orario di apertura: dal lunedì al sabato 10:00 -13:00 e 16:00 -19:00,
domenica per appuntamento In
esposizione fino al 13 febbraio
Lo
spazio e il tempo del teatro sono il punto di contatto più evidente tra
i pittori proposti
dalla
nuova galleria della L.I.Art (Laboratori Incontri d'Arte) di Roma.
Tre pittori dalle storie completamente diverse per generazione, percorso,
ambienti e personalità, ma che a loro modo costruiscono uno spazio interattivo
con lo spettatore, molto simile alla dimensione astratta del teatro e andito
infinito dove si espande la comunicazione immaginifica senza sovrapposizioni
convenzionali.
Perilli, maestro affermato da decenni, militante dell'arte e del
linguaggio nel periodo della faticosa affermazione dell'astrattismo in contrapposizione
con il realismo zhdanovista e togliattiano, proveniente dalla sperimentazione
informale e segnica e dal teatro vissuto con Dorazio, Guerrini e Scialoja,
che con le sue "scatole" geometriche non euclidee apre spazi mentali dove
l'immaginazione si libera nell'attesa di un evento sconosciuto.
Zughetti, della generazione
di mezzo, scandisce le tracce del vissuto delle cose - particolari di grate,
finestre, scale, saracinesche metalliche, elementi navali - nel recupero
della concretezza e della semplicità del discorso artistico, che lascia
invece allo spettatore l'iniziativa alla lettura a vari livelli e la riscoperta
della facoltà di stupirsi del quotidiano più visto.
Campanella, emergente fedele
alla pittura in un mondo di installazioni, computer-art e concettuale, barocco
nella forma e nel colore quanto essenziale nel disseccamento della linea
e della struttura, che, preso dalla tragicità di eventi reali o letterari,
racconta storie di Comizi, Processioni, musicisti, oratori o pontefici,
nell'inesorabile indagine di un romanzo visivo che attinge al serbatoio
culturale da lui vissuto e sedimentato. Invitando lo spettatore a condividere
una nuova letteratura.