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Cucina Caprese |
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Da sempre Capri affida i suoi fornelli ad una cucina dai sapori semplici, con radici antichissime. Le prime testimonianze di una civiltà
organizzata nell’isola, risalgono all’VIII sec. A.C., con la
venuta dei Greci, che introdussero a Capri la coltura della vite e
dell’olivo, che fino alla metà del secolo scorso, sono stati tra i prodotti
più redditizi. Oggi l’economia caprese è nettamente basata
sul turismo, in passato invece gli isolani, erano prettamente cacciatori,
pescatori o contadini e non avendo grosse possibilità economiche, sfruttavano
ciò che essi stessi producevano, di conseguenza le abitudini alimentari, si
basavano esclusivamente sui prodotti della terra, della caccia e della pesca.
Infatti i piatti a base di pesce, superano di gran lunga quelli di carne, per
la ricca varietà di pesce che il mare offre, come tonni, aguglie, pezzogne,
murene, totani, alici, ecc… Meno ricca di specie, ma non meno fruttuosa era la caccia, grazie al grosso numero di quaglie soprattutto, e altri uccelli da passo, che in primavera e in autunno, arrivavano sull’isola stanchi del lungo viaggio di migrazione. Molti rimanevano imbrigliati nelle grosse reti tese dai cacciatori, mentre gli altri che riuscivano a posarsi a terra esausti, non scampavano ai pallini dei cacciatori o alle zanne dei loro cani. La terra generosa soprattutto di alberi da
frutto, con abbondanza di agrumi, fichi e pesche, per la sua formazione poco
pianeggiante, è tuttora coltivata a terrazze. Negli ultimi secoli la cucina caprese è stata
influenzata dai paesi vicini, quali Amalfi, Sorrento, Napoli… Abbiamo parlato di cucina semplice, ma non per
questo di facile realizzazione, in quanto una pietanza ricca di ingredienti,
baserà la sua riuscita sull’abbondanza, mentre la riuscita di una ricetta
povera, dove ogni elemento è indispensabile, si baserà soprattutto sulla
scelta e proporzione degli ingredienti, sul tempo e modo di cottura. Per concludere, non
lasciatevi condizionare dalla semplicità delle ricette che vi proponiamo, ma
lasciate che sia il vostro palato a giudicare. |
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© varca