HIMALAYA '99

Mount Everest from Kala Pattar

Obiettivi

Il diario della spedizione

Approfondimenti

Sponsor

Link

 

Changri Nup Expedition '98

Changri Nup Expedition '99

Changri Nup Expedition 2000

 

Pagine a cura di:

Alberto Arenghi

Giorgio Vassena

Sigillo.jpg (275011 byte)

Università degli Studi di Brescia


Facoltà di Ingegneria
di Lecco


Comitato Sportivo del Politecnico di Milano

sart07.jpg (1710 byte)

"CHANGRI NUP GLACIER MONITORING EXPEDITION ‘99"

PRESENTAZIONE

La storia di come dall’amicizia comune, dalla passione per la montagna e per la

materia studiata, è nata un progetto di ricerca sui ghiacciai Himalayani.

cartolina_99.jpg (80767 byte)

Immagine della "cartolina" della spedizione. Da sinistra i tre componenti della
spedizione Simone Radovan, Giorgio Vassena, Stefano Capitanio

Accade tutto qualche anno fa. Giorgio Vassena, dottorando in topografia presso la sezione Rilevamento del Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Ambientale e del Rilevamento (ora ricercatore presso l’Università di Brescia) tiene alcuni seminari didattici per il corso di Topografia del Prof. Carlo Monti e lì conosce due studenti, Gaetano Carcano e Matteo Sgrenzaroli, validi studenti ed esperti scalatori e appassionati di montagna. Il rapporto di conoscenza si trasforma nel tempo in amicizia, tanto che Vassena comincia a recarsi in montagna e per ghiacciai con i due oramai neo-ingegneri, laureatisi con una tesi in Telerilevamento con il Prof. Giovanmaria Lechi. Già da tempo Carcano e Sgrenzaroli accompagnavano Giacomo Casartelli, esperto glaciologo, nelle sue campagne di misura nei vicini ghiacciai alpini (pizzo Scalino, Forni, Fellaria) e risulta quasi naturale il desiderio di cercare di applicare anche alle misure "glaciologiche" i moderni approcci di rilevamento appresi durante gli anni universitari.

Nel luglio 1997 presso l’accogliente Rifugio Bignami, ai piedi delle stupende masse glaciali che dalle cime del gruppo del Bernina scendono a sud verso la Val Malenco, per la prima volta, durante uno dei periodici incontri del Comitato Glaciologico del Club Alpino Italiano (CAI), Carcano, Casartelli, Sgrenzaroli e Vassena incontrano tutti insieme il Prof. Claudio Smiraglia, presidente del Comitato Scientifico del Club Alpino Italiano. Alcuni del gruppo già da tempo collaboravano saltuariamente con le attività del Comitato Glaciologico, mettendo a disposizione il proprio tempo libero e le proprie capacità alpinistiche per le rilevazioni glaciologiche su diversi ghiacciai alpini. In questa occasione però, per la prima volta, nel colloquio con il Prof. Smiraglia si mette a tema anche come le capacità professionali nel campo del rilievo topografico-fotogrammetrico e da satellite (remote sensing) possano essere efficacemente impiegate in questo settore di ricerca.

E’ così che il gruppo decide di attivare al più presto una serie di iniziative di sperimentazione pratica di rilevamento moderno, su un’area test, il ghiacciaio del Pizzo Scalino, applicando tecniche GPS (Global Positioning System) e fotogrammetriche. In questo modo si sviluppa l’interesse per l’evoluzione dei ghiacciai alpini, interesse che non può non portare a rivolgersi anche ai ghiacciai himalayani, che in molti aspetti permettono di osservare, anche se in scala molto maggiore, quelli che saranno gli effetti del ritiro anche nei nostri ghiacciai.

Nell’aprile 1998 il gruppo decide di impegnarsi nell’organizzazione di una ricerca riguardante lo studio di un ghiacciaio himalayano, al fine di valutarne l’evoluzione nel tempo e per individuare l’approccio topografico più efficace per il rilievo. Il ghiacciaio scelto è lo Changri Nup alle pendici del monte Pumori e affluente del ghiacciaio Khumbu che ha origine nel monte Everest. La scelta dello Changri Nup è dovuta alla sua posizione in prossimità della "piramide", il laboratorio di ricerca del CNR posto in quota lungo una morena del ghiacciaio Khumbu, e al fatto che il Prof. Claudio Smiraglia già nel periodo compreso tra il 1994 e il 1997, aveva effettuato ricerche su tale ghiacciaio, con prelievi di campioni di neve e ghiaccio e misurazioni topografiche riguardanti la posizione della fronte "bianca", cioè non ricoperta da detrito, del ghiacciaio stesso.

Nonostante l’organizzazione di una spedizione non sia cosa di poco conto, anche economicamente, il gruppo a cui si è intanto aggiunto anche il papà di Sgrenzaroli, Roberto, parte con decisione e in pochi mesi riesce ad organizzare la spedizione che ha luogo tra il 15 settembre e il 15 ottobre 1998. Gli obiettivi della "Changri Nup Glacier Monitoring Expedition ‘98" a prima vista arditi, sono tutti effettuati con successo. Viene realizzata una rete GPS di precisione ad una quota compressa tra 5000 e 5600 metri. Le coordinate dei punti vengono valutate a partire dai vertici impiegati dai Proff. Poretti e Marchesini dell’Università di Trieste per la valutazione della quota del monte Everest. Grazie ad un campo base sito a 5300 metri sul ghiacciaio, ed uno avanzato posto a circa 5500 metri, vengono effettuate diverse sezioni trasversali del ghiacciaio Changri Nup, viene misurato il modello altimentrico della parte alta non coperta da detriti, vengono misurate le coordinate di alcuni punti di riferimento posti sul ghiacciaio i quali, rimisurati nel futuro, potranno dare valide indicazioni sulla velocità di scorrimento della massa glaciale verso valle. L’esperienza viene attivamente seguita nel sito internet dedicato http://bsing.ing.unibs.it/~arenghi/ e tramite il Giornale di Brescia, dove è possibile consultare i dispacci che i membri della spedizione mandano tramite un telefono satellitare messo a disposizione gratuiramente dalla ditta SARTELCO.

Ora, a distanza di un anno l’esperienza si ripete. Dei 5 componenti della precedente spedizione, rimane Vassena, ora ricercatore presso l’Università di Brescia, a dare continuità a questa avventura. Ora al progetto partecipano congiuntamente tre università lombarde. In primo luogo l’Università di Brescia, che si accolla la maggior parte dei costi, ma anche la facoltà di Ingegneria di Lecco del Politecnico di Milano, che mette a disposizione, grazie all’interessamento del Prof. Alberto Giussani, la costosa strumentazione GPS e si accolla i costi di assicurazione di questi apparati. Ma l’aspetto che sicuramente fa più piacere è che grazie al contributo del Comitato Sportivo del Politecnico di Milano, due studenti della Facoltà di Ingegneria di Milano avranno la possibilità di parteciapre alla spedizione Changri Nup ‘99 che partirà il 17 settembre per tornare in Italia il 18 ottobre. In realtà i due studenti saranno uno strumento indispensabile per lo svolgimento della spedizione, considerato che quest’anno il gruppo sarà composto da Vassena e appunto dai due studenti.

Stefano Capitanio e Simone Radovan, questi sono i nomi dei due studenti in ingegneria. Stefano Capitanio è laureando in ingegneria meccanica, e sta completando una tesi con il Prof. Bruno Pizzigoni su una macchina tessile. Capitanio ha una notevole esperienza di montagna, acquisita nel tempo in particolare in compagnia di Carcano e Sgrenzaroli. Ha al suo attivo lunghe scalate in roccia sia nelle Dolomiti che nelle Alpi Centrali. E’ anche uno dei 5 componenti ad avere aperto nel 1996 una interessante lunga via nelle Pale di San Lucano denominata via San Pampuri. In glaciologia è stato spesso membro di gruppi che hanno operato nella misura frontali e nei bilanci di massa di ghiacciai alpini. Simone Radovan è invece studente del quarto anno in ingegneria elettronica, settore optoelettronica, e alpinisticamente ha acquisito notevole esperienza sulle cime innevate delle Alpi Occidentali, pur non disdegnando anche l’arrampicata spesso anch’egli in compagnia di Carcano, Capitanio e Sgrenzaroli. Anch’egli ha spesso collaborato ad operazioni di misure glaciologiche in zone alpine.

La partenza, come già accennato, è prevista per il 17 settembre alla volta di Khatmandu. Da lì il gruppo si recherà via aereo, il 20 settembre, a Lukla, località posta a 2600 metri di quota all’imbocco della valle del Khumbu. Dopo 5 giorni di cammino la spedizione arriverà alla piramide di ricerca del CNR, posta a 5050 metri a fianco della imponente morena del ghiacciaio di Khumbu. Per il 22 è prevista la partenza per il ghiacciaio Changri Nup, dove i tre membri della spedizione, accompagnati da uno Sherpa, permarranno per 10 giorni consecutivi ad una quota compresa tra 5300 e 5600 metri. La maggiore difficoltà nell’operare a tali quote, relativamente basse se confrontate con le altezze delle cime circostanti, è il fatto di dover effettuare operazioni che richiedono non solo un intenso sforzo fisico, ma anche di doversi applicare mentalmente in lavori di elaborazione di dati e programmazione di campagne di rilievo. Riuscire a pensare sempre con lucidità in una tendina posta a 5500 metri può risultare un po’ faticoso !

Gli obiettivi scientifici della spedizione di quest’anno consistono nel ripetere le sezioni altimetriche del ghiacciaio effettute l’anno passato, rilevare le variazioni di quota della parte bianca del ghiacciaio, rilevare la velocità annuale di scorrimento del ghiacciaio.

La spedizione sarà stata inoltre una nuova occasione per diffondere anche al grande pubblico, attraverso il giornali, successive conferenze e tramite il sito WEB disponibile in Internet, le problematiche connesse allo studio dei ghiacciai e alle aggiornate metodologie di rilevamento topografico. Da parte dei componenti della spedizione sarà stata l’occasione per rinfrancare un’amicizia nata nella frequentazione comune delle nostre montagne; un’amicizia nata da un comune interesse per la montagna, il rilevamento e più in generale per una passione nell’indagare gli aspetti sempre stupefacenti della realtà che ci circonda.

Testo redatto in data 1 settembre 1999 da:

Stefano Capitanio, Simone Radovan e Giorgio Vassena