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la storia dei trapianti    |    Domande frequenti    |    La donazione     |    Lista d'attesa    |    Attivita' 2000

  • La Storia dei Trapianti

La possibilità di prolungare la vita o di ridare salute o giovinezza attraverso la sostituzione di organi o tessuti malati con organi e tessuti sani, prelevati da soggetti appartenenti alla stessa specie o a specie differenti ha stimolato la fantasia popolare da sempre. Se ne trova traccia nella mitologia, in numerose leggende e in rappresentazioni artistiche.
La nascita dei trapianti viene fissata dalla tradizione nel III secolo d.C., quando i santi Cosma e Damiano compirono il miracolo di sostituire la gamba del loro sacrestano, andata in cancrena, con quella di un uomo deceduto poco prima.

La storia scientifica dei trapianti d'organo, invece, ha inizio nel 1902, quando un chirurgo di nome Alexis Carrel mise a punto la tecnica per congiungere due vasi sanguigni. Utilizzando questa tecnica furono eseguiti i primi trapianti di cuore e di rene su animali. Il primo ostacolo che questi pionieri dovettero affrontare fu il rigetto: l'organismo ospite rifiutava i tessuti e gli organi estranei. Durante la II Guerra Mondiale, il dottor Peter Medawar, eseguendo innesti cutanei in pazienti gravemente ustionati nei bombardamenti di Londra, dimostrò che l'incompatibilità era di origine genetica. I risultati di questi studi portarono l’équipe del Prof. Murray il 23 dicembre 1954 ad eseguire il primo trapianto di rene fra gemelli identici. Negli anni successivi furono eseguiti un gran numero di trapianti da donatore vivente, soprattutto negli Stati Uniti, con risultati soddisfacenti. 

Nel frattempo si erano compiuti esperimenti di trapianto di reni da soggetti appena morti: il cosiddetto trapianto da donatore cadavere.
Nel 1965 si raggiunse la certezza che questo tipo di intervento era possibile e centri di trapianto renale si aprirono in tutto il mondo.

Da allora questi interventi furono effettuati in numero sempre maggiore e con sempre migliori risultati, fino a diventare operazioni di routine. 
Nel 1963 furono eseguiti il primo trapianto di fegato dal Prof. Starzl e il primo di polmone dal Prof. Hardy. Nel 1966 i Prof. Kelly e Lillehei eseguirono il primo trapianto di pancreas e nel 1967 il Prof. Barnard il primo cuore. 

I successi ottenuti in questi campi hanno generato grande entusiasmo e grandi speranze sulle potenzialità del trapianto. L'unico rischio reale resta ancora quello del rigetto, cioè del complesso di reazioni biologiche con cui l'organismo tende a rifiutare l'organo trapiantato in quanto lo riconosce come estraneo. In questi anni sono state sperimentate varie strategie per rendere il soggetto ricevente "tollerante" nei confronti del trapianto.

La ricerca medica continua in questo senso, anche perché il progresso dei trapianti è stato e continuerà ad essere largamente dipendente dallo sviluppo delle conoscenze in questo settore e della messa a punto di tecniche che consentano di "tipizzare" i tessuti e riconoscerne il grado di compatibilità.

  • Domande Frequenti

Che cos’è il trapianto? 
Il trapianto rappresenta oggi un’efficace terapia per alcune gravi insufficienze che colpiscono diversi organi. Grazie all’esperienza maturata in questi ultimi anni l’inter­vento consente al paziente trapiantato una durata e una qualità di vita che nessuna altra terapia è in grado di garantire.

Chi può essere considerato “potenziale” donatore di organi?
Le persone decedute che si trovano in condizione di “morte cerebrale”, cioè i soggetti deceduti nei reparti di Rianimazione nei quali si realizza la cessazione irreversibile di tutte le funzioni del cervello. La diagnosi di “morte cerebrale” può essere formulata solo se è riscontrata la contemporanea presenza di: stato di incoscienza, assenza di riflessi del tronco e della respirazione spontanea, silenzio elettrico cerebrale (elettroen­cefalogramma piatto per almeno due volte a distanza di sei ore). Solamente gli individui “cerebral­mente morti”, in assenza di malattie trasmissibili, sono considerati potenziali donatori di organi.

Chi accerta la “morte cerebrale”? 
L’accertamento è realizzato da un collegio di tre medici (medico-legale, anestesista-rianimatore, neurofisiologo) indipendenti dall’équipe di prelievo e tra­pianto. Questi medici verificano il perdurare delle condizioni determinanti la morte per un periodo di osservazione di almeno 6 ore per adulti e bambini di età superiore a 5 anni; almeno 12 ore per bambini di 1-5 anni ed almeno 24 ore nei bambini con meno di un anno.

Perché si parla di “cadavere a cuore battente”? 
Le Unità di Rianimazione, grazie alle moderne tecnologie, riescono a salvare persone le cui condizioni cliniche fino a poco tempo fa erano consi­derate irrecuperabili. Ed è grazie a queste tecnologie che è possibile mantenere artificialmente e per un periodo di tempo limitato, in soggetti in morte cerebrale, la funzione respiratoria e quindi la circolazione sanguigna. Questa procedura è indispensabile per garantire la vitalità degli organi destinati al successivo prelievo per trapianto. L’eventualità descritta si realizza solo in caso di lesione cerebrale totale e irreversibile sopraggiunta in un soggetto giovane, generalmente dopo un trauma violento. Le comee invece possono essere prelevate anche dopo 6 ore dalla morte clinica.

Come si esegue il prelievo?
Gli organi sono prelevati, in strutture sanitarie pubbliche, da una équipe medico-chirurgica nel più grande rispetto del defunto. Dopo il prelievo, il corpo è a disposizione dei congiunti per le procedure relative alla sepoltura.

Quali sono gli organi prelevabili? 
Reni, cuore, fegato, pancreas, polmoni ordinariamente; stomaco e intestino in sperimentazione avanzata. Oltre agli organi si prelevano anche tessuti, quali: cornee, segmenti vascolari, segmenti ossei...

Esistono limiti di età per le donazioni? 
Attualmente il prelievo può essere effettuato a tutte le eta' tranne che per il cuore e il polmone che la legge permette fino ai 55 anni
.

Cosa prevede la legge sul problema del consenso? 
La legge n. 644/75 prevede che il prelievo dal cadavere sia vietato quando il soggetto abbia esplicitamente negato in vita il proprio assenso, o quando vi sia opposizione scritta del coniuge non separato o dei parenti di I grado. La recente Legge 9 1/99 e il suo decreto attuativo di prossima emanazione prevedono invece il principio del “consenso consapevole” per il quale, in assenza di una esplicita dichiarazione del soggetto, i fami­liari possono opporsi. Pertanto la necessità di questa campagna d’informazione perché tutti si esprimano attraverso la tessera che ci sarà consegnata.

Si può vendere un organo? 
Il commercio di organi è espressamente vietato dal nostro ordinamento e considerato reato penale. Tutte le operazioni (con la sola eccezione della cornea) si fanno in strutture pubbliche; il medico che diagnostica la morte cerebrale è persona diversa da chi decide a chi è destinato l’organo: è di fatto impossibile commettere tale reato.

Le varie confessioni religiose sono favorevoli o contrarie al prelievo di organi?
Tutte le gerarchie religiose: cattolica, protestante, ebraica, musulmana, buddista, sono aperte sulla questione dei prelievi di organi. Raccomandano soltanto che la donazione sia frutto di una libera scelta e non di una costrizione.

Quante persone vivono con un organo trapiantato?
Sono attualmente più di 300.000 le persone in tutto il mondo che vivono grazie ad un trapianto con una sopravvivenza di questi pazienti che può superare i 20-25 anni, grazie soprattutto al perfezio­namento delle metodiche chirurgiche, ma soprattutto all’ avanzamento delle conoscenze immunologi­che che permettono di controllare il rigetto dell’organo trapiantato.In Italia la sopravvivenza al trapianto di rene è pari al 90% a 3 anni dall’intervento, dell’86% dopo 10 anni. Per i trapianti di cuore la sopravvivenza a 3 anni è dell’84%. Per i trapianti di fegato è supe­riore al 68% a 3 anni.Si tenga presente che la sopravvivenza a 3 anni dei pazienti in lista di attesa per un trapianto di cuore e fegato, ma non trapiantati, è del 30%.Attualmente i pazienti italiani in attesa di trapianto salva-vita sono 12.800 (tra cui 10.000 per il rene, 600 per il cuore, 800 per il fegato, 120 per il pancreas, 50 per il polmone) e 7.000 per la cornea, ma sono stati solo 788 i donatori di organo nell’anno 1999. I tempi medi di attesa vanno da 5-6 mesi per fegato e cuore a 7-8 anni per il rene. Mentre la media europea è di quasi 20 donatori/anno per milione di abitanti (mda), in Italia nel 1999 si scende a 13,7 mda; a 5,5 donatori mda nel Meridione; a 7,3 donatori mda in Puglia.

Acconsentire alla donazione degli organi vuol dire credere nella continuità della vita al di là della nostra morte.

  • La donazione degli organi, dei tessuti e il trapianto in Italia

La nuova legge ha istituito una struttura nazionale di indirizzo e di coordinamento, denominata Centro Nazionale per i Trapianti. Ha il compito di tenere le liste delle persone in attesa di trapianto, di fissare i criteri e di procedere all'assegnazione degli organi, di stabilire il fabbisogno nazionale e le linee guida per i Centri regionali. Il Centro svolge le sue funzioni con il sostegno della Consulta tecnica permanente per i trapianti, che ha il compito di predisporre gli indirizzi tecnico-operativi per lo svolgimento delle attività di prelievo e di trapianto. Insieme a questi due organismi vengono istituiti i Centri regionali o interegionali per i trapianti, che hanno il compito di coordinare la raccolta, la trasmissione dei dati delle persone in attesa di trapianto, i rapporti tra centri di rianimazione e le strutture peri prelievi e i trapianti e di procedere all'assegnazione degli organi sulla base dei criteri fissati dal centro nazionale. Le Aziende Sanitarie Locali dovranno nominare il Coordinatore della Donazione, un medico responsabile dell'attività di donazione di organi e tessuti,che avrà il compito di curare i rapporti con i familiari dei donatori e al quale sarà possibile rivolgersi per ogni informazione.

L'Associazione Italiana per la Donazione di Organi e Tessuti (A.I.D.O.) da oltre venti anni opera nella speranza che in un numero sempre maggiore di individui le idee di "società" e "solidarietà" si uniscano in quella di "responsabilità". Acconsentire al prelievo dei nostri organi e tessuti dopo la morte diventa in questa ottica manifestazione della nostra consapevolezza che le malattie degli "altri", le loro difficoltà a vivere normalmente, devono coinvolgere anche noi.






ATTIVITA' DI PRELIEVO E TRAPIANTO IN ITALIA 2000

 

I donatori cadavere utilizzati sono stati 823.

 

Una media di 14,3 per milione di popolazione (pmp).

 

(Abitanti in Italia 57.313.000:dati ISTAT.)

 

La media europea è di 16,5 pmp


ATTIVITA' DI DONAZIONE PER REGIONE

Regioni e Provincie Autonome

Numero donatori per milione di popolazione

1999 

2000

  

Abruzzo – Molise 

10,6

12,4

Basilicata 

6,6 

13,2

Provincia autonoma di Bolzano 

28,3 

34,6

Calabria 

4,8 

5,4

Campania 

3,5 

3,3

Emilia – Romagna 

25,5 

28,9

Friuli V.G. 

16,9 

21,1

Lazio 

6,1 

6,8

Liguria 

19,0 

24,6

Lombardia 

18,3 

17,1

Marche 

8,9 

8,2

Piemonte - Valle d'Aosta 

18,8 

23,6

Puglia 

7,3 

8,1

Sardegna 

12,1 

13,3

Sicilia 

2,7 

2,4

Toscana 

26,9 

21,8

Provincia autonoma di Trento 

10,6 

12,7

Umbria 

15,6 

10,8

Veneto 

22,7 

22,8

Italia 

13,7 

14,3


A T T I V I T A '   D I   D O N A Z I O N E
P E R   Z O N E   G E O G R A F I C H E



Nord: donatori 564; 21,9 pmp (popolazione25.379.601) 
Valle d’Aosta (117.204), Piemonte(4.303.830), Liguria (1.668.896), Lombardia (8.882.408), Trentino Alto Adige (896.722: Bolzano 442.243, Trento 452.479), Veneto (4.395.263), Friuli - Venezia Giulia (1.195.055), Emilia Romagna (3.920.223) 


Centro: donatori n. 134; 12,1 pmp (popolazione10.939.598)
Toscana (3.528.735), Umbria (814.796), Marche (1.433.994), Lazio (5.162.073), 


Sud e Isole: donatori 125; 6,0 pmp (popolazione 20.641.101)
Abruzzo (1.255.549), Molise (331.494), Campania (5.668.895), Puglia (4.049.972), Basilicata (610.821), Calabria (2.074.763), Sicilia (4.997.705), Sardegna (1.651.902)


A T T I V I T A '   D I   D O N A Z I O N E 
D E L L E   O R G A N I Z Z A Z I O N I   I N T E R R E G I O N A L I



AIRT (Associazione Interregionale Trapianti): donatori 345; 20,9 pmp
Valle d’Aosta, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, provincia autonoma di Bolzano, Puglia


NITp (Nord Italia Transplant): donatori 341; 18,4 pmp
Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, provincia autonoma di Trento, Liguria, Marche


OCST (Organizzazione Centro Sud Trapianti): donatori 125; 7,0 pmp
Umbria, Abruzzo, Molise, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria, Sardegna


SICILIA : donatori 12; 4 pmp


A T T I V I T A '   D I   T R A P I A N T O 
N e l   2 0 0 0   s o n o   s t a t i   e f f e t t u a t i
2 3 9 3   t r a p i a n t i ,   c o s ì   s u d d i v i s i :

  D O N A T O R I   1 9 9 2 - 2 0 0 0

R e n e   s i n g o l o :   1 2 1 7 

(Lombardia: 261, Veneto: 179, Emilia – Romagna: 156, Toscana: 112, Piemonte: 112, Lazio: 99, Liguria: 59, Puglia: 68, Sardegna: 41, Umbria: 20, Friuli – Venezia Giulia: 39, Campania: 32, Calabria: 22, Sicilia:17 )

R e n e   d o p p i o :   4 8

(Piemonte: 20, Veneto: 13, Toscana: 5, Liguria: 4, Lombardia: 3, Puglia: 3)

F e g a t o :   7 2 8

( Lombardia: 153, Piemonte: 148, Toscana: 71, Emilia – Romagna: 95, Veneto: 61, Liguria: 46, Lazio: 68, Friuli – Venezia Giulia: 35, Campania: 18, Puglia: 20, Sicilia: 13 )

C u o r e :   2 9 3 

( Lombardia: 97, Veneto: 47, Toscana: 23, Emilia – Romagna: 25, Piemonte: 25, Campania: 25, Sicilia: 5, Friuli – Venezia Giulia: 25, Lazio: 6, Sardegna: 6)

P o l m o n e :   5 6

( Lombardia: 22, Lazio: 14, Veneto: 13, Piemonte: 7)

P a n c r e a s :   1

(Toscana:1)

R e n e   +   P a n c r e a s :   4 2

(Lombardia: 17, Toscana: 14, Veneto: 7, Emilia - Romagna: 1, Lazio: 1, Friuli Venezia Giulia: 1)

R e n e   +   F e g a t o :  2

( Liguria: 1, Veneto: 1 )

R e n e   +   C u o r e :   1

(Sardegna: 1)

C u o r e   +   P o l m o n e :   4

( Lazio: 4 )

I n t e s t i n o   T e n u e :   1

(Emilia - Romagna)

T r a p i a n t i   d i   r e n e   d a   d o n a t o r e   v i v e n t e :   8 8

(Palermo - ISMETT: 14; Milano - Policlinico: 14; Milano - Niguarda: 11; Pisa - A.O.Pisana: 9; Roma - Policlinico Umberto I: 6; Bari – Policlinico: 5; Padova – Policlinico: 5; Catania – Policlinico: 4; Bologna – San Orsola: 3; Genova – San Martino: 3; Reggio Calabria – Ospedali Riuniti: 3; Torino – San Giovanni Battista: 2; Verona – Borgo Trento: 2; Roma – San Eugenio: 2; Roma – Policlinico Gemelli: 2; Cagliari – Ospedale S. Michele: 1; Napoli – Università Federico II: 1; Treviso – S. Maria dei Battuti: 1)





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