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I trapianti d’organo e in particolare quelli di rene, cuore e fegato sono
entrati nella routine dell’attività medica di tutti i giorni. Sono piu’ di
300.000 le persone in tutto il mondo che vivono grazie ad un trapianto. La
sopravvivenza di questi pazienti è molto buona e può superare i 20-25 anni.
Dall' analisi dei dati forniti dal Centro Nazionale Trapianti si evidenzia che in Italia nell'anno 2000 sono stati effettuati 2.393 trapianti. A fronte quindi di poco più di 2.500 pazienti che hanno potuto beneficiare di un trapianto troppi sono quelli (circa 9.000) che dovranno aspettare a lungo per ottenerlo. Il problema della grave disparità esistente nel nostro paese tra organi prelevati e pazienti in attesa di trapianto è stato sollevato di recente sugli organi di stampa anche dalla LAMAT (Libera Associazione pro Malati in Attesa di Trapianto) che lamenta proprio la mancanza di garanzia di terapia salvavita dei pazienti in lista d'attesa. Il trand positivo delle donazioni, che passano da 13.7 donatori per milione di abitanti del 1999 al 15.2, è un dato confortante che deve essere necessariamente letto criticamente. L'aumento registrato è, in parte, di tipo tecnico giacché il nostro paese ha adottato le modalità statistiche utilizzate dagli altri paesi europei che considerano il numero dei "donatori effettivi" e non i donatori utilizzati; dall'altro vi è un significativo aumento della donazione di organi soprattutto in alcune regioni, l'Emilia Romagna e il Piemonte che hanno istituito con leggi regionali le figure dei coordinatori locali dei trapianti: la prima è passata da 25.5 ai 28.9 donatori pmp, la seconda da 18.8 a 23.6 donatori pmp. Ciò dimostra che occorre migliorare l'organizzazione complessiva dell'intero sistema dei trapianti soprattutto al sud. I dati sono eloquenti i donatori per milione di abitanti sono stati : Nord 22.9, Centro: 14.1, Sud: 6.4. Preoccupa invece l'inversione di tendenza che si registra in Lombardia che cala da 18.3 a 17.1 donatori pmp e in Toscana 26.9 a 21.8 donatori pmp.
Dall'attenta lettura dei dati si può rilevare che nelle zone geografiche del nostro paese, ove esiste ed è radicata storicamente una migliore organizzazione dal punto di vista sanitario, i risultati sono sorprendentemente elevati fino a superare la media europea di donazioni attestata sui 16 donatori per milione di abitanti; al contrario dove vi è purtroppo una carente organizzazione complessiva del servizio sanitario nazionale si hanno delle punte negative in Campania (3.3) ed in Sicilia (2.4). Infine si rileva come nei tre mesi successivi alla distribuzione dei “tesserini blu" del Ministero della Sanità, avvenuta in maggio, si sia avuto una riduzione dei trapianti e quindi delle donazioni. Ciò conferma le perplessità manifestate dalla nostra Associazione in occasione della distribuzione degli stessi con i certificati elettorali. L'operazione, infatti, non sostenuta da una adeguata campagna informativa, ha creato ulteriore confusione nel cittadino tanto che, da alcuni sondaggi effettuati, risulta che più dell'80% dei cittadini che lo hanno ricevuto, in realtà, non lo portano con sé. In tal modo risulta del tutto vanificato lo scopo dell'intera operazione. E,
a parte i costi di tale iniziativa (costata pare più di 2 miliardi di lire), c'è
da rilevare che lo Stato avrebbe meglio impiegato tali fondi se spesi per la
corretta informazione dell'opinione pubblica e la formazione degli operatori
sanitari.E' d'obbligo ricordare, in conclusione, che il tesserino per la
donazione di organi esiste da quasi trent'anni nel nostro paese; l'AIDO ha
ottenuto certamente risultati più lusinghieri del Ministero, perché può
contare su circa 1.200.000 atti olografi di donazione.
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