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DECUBITO
Lesione provocata da apparecchi prostesici e ortodontici sulla mucosa
orale.
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DECIDUI
Vedi
dentizione, dente
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DEGENERAZIONE
Progressiva
distruzione dei tessuti che si accompagna a perdita funzionale e
trasformazione della struttura cellulare.
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DEGLUTIZIONE INFANTILE
Contrariamente
a quanto avviene con l'atto della deglutizione dell'adulto dove la
mandibola è stabilizzata in contatto occlusale dalla contrazione dei
muscoli elevatori innervati dal V paio, cosicchè il miloioideo sospinge
la lingua che viene ad appoggiarsi verso l'alto e in avanti mentre il
bolo alimentare viene trasportato all'indietro verso l'imbocco
dell'esofago, nel lattante la lingua si inserisce fra le creste
alveolari ed entra in contatto con il labbro inferiore, mentre le labbra
si contraggono fortemente . Si considera anormale o atipica quando essa
persiste oltre il 10° anno di vita.
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DEISCENZA
Fessura,
distacco di due rime che non collabiscono fra loro.
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MASCHERA DI DELAIRE
Apparecchio ortopedico per la correzione delle malocclusioni di Terza
classe, costituito da un appoggio fronto-mentoniero, da un dispositivo
di ancoraggio all'arcata superiore e da trazioni elastiche tese tra
questi due elementi.
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DEMINERALIZZAZIONE DENTALE
Processo
di dissoluzione dell’apatite (fosfato di calcio contenente fluoro e
cloro) presente nello smalto del dente (decalcificazione). Può essere
associata a diverse patologie; quando si accompagna alla carie è da
attribuire alla produzione di acido nella bocca e al concomitante
intervento di batteri.
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DENDRITE
Prolungamento protoplasmatico del neurone, che si trova al polo opposto
a quello del neurite, e che con successive irregolari ramificazioni dà
luogo a una caratteristica arborizzazione. I dendriti, in numero
variabile per ogni neurone, trasmettono in senso centripeto, verso il
neurone, l’impulso nervoso
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DENS IN DENTE
anomalia di struttura che colpisce più frequentemente l'incisivo
laterale o il canino che presenta nella sua cavità pulpare un denticolo
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DENTE
Organo
duro interno alla bocca, impiantato nella mandibola o nella mascella con
la funzione di tagliare, sminuzzare e triturare i cibi solidi; i denti
hanno anche un ruolo importante nella fonazione. L’insieme dei denti è
detto dentatura.
Anatomia del dente
I denti constano di una parte sporgente dalla gengiva, la corona, e di
una infossata nella gengiva stessa, la radice; la linea di demarcazione
tra le due parti è detta colletto. La corona, di forma differente
secondo le diverse funzioni del dente, presenta una faccia linguale
anteriore, una vestibolare posteriore, due facce di contatto laterali e
una faccia masticatoria superiore. La corona è rivestita dallo smalto o
sostanza adamantina, di colore bianco splendente, ricco di minerali (aspartite
ecc.). All’interno si trova la dentina o avorio, particolare varietà di
tessuto osseo che forma l’impalcatura del dente; la sostanza
fondamentale, ricca di fibre collagene non calcificate, è attraversata
da numerosi canalicoli (canalicoli della dentina) nei quali si trovano
le fibre dentarie, prolungamenti delle cellule (chiamate odontoblasti)
proprie del tessuto osseo della dentina. La radice del dente, anch’essa
dura, ha colore giallastro e forma generalmente conica; può essere,
secondo i casi, unica, doppia o multipla ed è saldamente infissa
nell’alveolo dell’osso. Ogni radice presenta al suo apice un foro detto
apicale, punto d’inizio di un canale che la percorre tutta e che poi si
dilata nella corona a formare la cosiddetta cavità del dente, che
contiene la polpa dentale, una sostanza rossa, molle, di tessuto
connettivale fibrillare, innervato e vascolarizzato; vasi e nervi
raggiungono la polpa penetrando anch’essi attraverso il foro apicale
della radice. Colletto e radice sono ricoperti dal cemento, sottile
crosta di sostanza ossea, per struttura e composizione chimica simile al
normale tessuto osseo, che nell’osso mascellare e in quello mandibolare
aderisce strettamente alla parte della dentina che si trova nella radice
e che tiene inglobate le fibre collagene del parodonto. All’eruzione i
denti presentano la superficie dello smalto ricoperta da una sottile
membranella, la cuticola del dente, che si usura e scompare con la
masticazione.
Classificazione e funzione dei denti
In base alla forma della corona e della funzione, i denti possono essere
distinti in incisivi, canini, premolari e molari. Gli incisivi, la cui
specifica funzione è quella di tagliare i cibi, hanno una corona
appiattita in senso vestibolo-linguale, con faccia masticatoria
tagliente; la radice è unica. I canini, più robusti e talvolta
leggermente più lunghi degli altri denti, hanno forma lanceolata e
terminante a punta, che contribuisce a sminuzzare gli alimenti; la loro
radice è unica, ma bifida nei canini inferiori. I premolari hanno forma
cubica, con faccia masticatoria quadrangolare ad angoli smussati e
fornita di due cuspidi; i superiori hanno due radici mentre gli
inferiori ne hanno una piuttosto grossa. I molari, che sono i più
robusti, presentano una corona pure cubica, con faccia masticatoria
ampia e fornita di 4 o 5 cuspidi (3 o 4 nei superiori); le radici sono
due nei molari inferiori, tre in quelli superiori. Sia i premolari sia i
molari servono a triturare i cibi. I denti sono infissi negli alveoli
dentali, scavati nei margini liberi (o processi alveolari) delle ossa
mascellari e sporgono al disopra della gengiva che, mediante un cercine,
contribuisce a tenerli al loro posto. I denti risultano poi saldamente
congiunti alle pareti dei rispettivi alveoli mediante il parodonto, un
tessuto connettivo ricco di vasi e nervi, formato da fasci di fibre
radiali collagene che collegano strettamente il cemento della radice
alla parete ossea dell’alveolo. Nella specie umana la dentatura si forma
in età infantile con denti decidui, destinati a essere sostituiti tra i
5 e i 25 anni da denti permanenti (vedi dentizione). I denti decidui
sono 20, quelli permanenti 32; a volte gli ultimi molari (dente del
giudizio) non fanno eruzione, cosicché possono essere ritenute dentature
normali anche quelle con 28-30 denti. Il dente è spesso sede di processi
morbosi che possono colpire il dente vero e proprio o interessare
l’unità funzionale della quale esso fa parte e che viene definita come "odontone"
e comprendente, oltre al dente, l’osso alveolare, il legamento
parodontale, la gengiva
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DENTI DI HUTCHINSON
Malformazione degli incisivi mediani superiori di seconda dentizione,
che mostrano obliquità convergente verso il basso, allargamento del
colletto e un'incisura semilunare a carico del bordo libero. Esito nella
vita adulta di una sifilide congenita.
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DENTIERA
Termine corrente per designare la protesi dentaria completa di una o di
entrambe le arcate dentarie.
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DENTINA
Varietà di tessuto osseo, costituito da sostanza fondamentale ossea non
lamellare, percorsa dai canali radiali che contengono i prolungamenti
degli odontoblasti. La dentina forma la massa principale di ciascun
dente; è rivestita dallo smalto in corrispondenza della corona, dal
cemento in corrispondenza della radice e, a sua volta, racchiude la
polpa dentaria. È detta anche avorio o sostanza eburnea.
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DENTIZIONE
Fuoriuscita degli elementi dentari nella cavità orale; è la fase
terminale dello sviluppo del germe dentario che si articola in:
formazione del germe, mineralizzazione dei tessuti duri del dente,
eruzione vera e propria con conseguente formazione delle radici,
completamento e chiusura dell’apice. La specie umana è detta difiodonte,
perché ha una dentizione formata da due serie dentarie, una decidua e
una permanente.
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DETARTRASI
Asportazione del tartaro formatosi sui denti; viene effettuata al
disopra e al disotto della gengiva, con levigatura delle superfici
radicolari dei denti. La detartrasi dovrebbe essere eseguita ogni sei
mesi per prevenire le parodontopatie.
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DEVITALIZZAZIONE
Intervento odontoiatrico di necrotizzazione della polpa dentaria
mediante l’applicazione di pasta o fibra arsenicale nella cavità cariosa.
Viene praticata prima di effettuare una pulpectomia.
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DIASTEMA
Spazio interdentario.
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DIFIODONTO
Che
ha due dentizioni successive, la prima temporanea, la seconda
permanente.
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DISGNAZIA
Presenza di squilibri a carico dell’ occlusione dentale e della
morfologia mascellare.
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DISODONTIASI
Dentizione difficile e accompagnata da disturbi locali e generali. Si
riscontra di frequente a carico del terzo molare inferiore (disodontìasi
del terzo molare), la cui eruzione, per mancanza di spazio nell’arcata
dentale, è accompagnata da processi infiammatori di diversa gravità a
carico delle parti molli e ossee circostanti.
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DISOSTOSI
disturbo dell'ossificazione. Insorge per carente o disturbata
ossificazione della cartilagine fetale o a seguito di un primario
disturbo di sviluppo.
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DISPLASIA
Difettosa formazione del dente al momento della sua calcificazione che
si evidenzia con l'assenza congenita di alcune sue parti (ipoplasie).
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DISTOCCLUSIONE
Malocclusione dentaria caratterizzata da spostamento del primo molare
inferiore indietro di una cuspide rispetto al molare superiore; ne
deriva che la mandibola è arretrata rispetto alla mascella, con uno
spazio tra le superfici palatine degli incisivi superiori e la faccia
vestibolare degli incisivi inferiori, denominato over-jet o sovrammorso
orizzontale.
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DISTROFIA
Disturbo della nutrizione che agisce sia durante la calcificazione del
germe dentario sia sul dente formato, residuando lesioni irreversibili
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