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Lo
scavo Nell'inverno del 1997 in località "Le Paludi" nel comune di Celano (proprio a poche centinaia di metri dal Museo di Preistoria) sono venute alla luce importanti strutture lignee e murarie riconducibili a parte del meccanismo idraulico di un mulino altomedievale. Le prime indagini archeologiche hanno evidenziato una struttura realizzata con grossi blocchi calcarei, posti in opera insieme a travature e palificazioni lignee tra cui si riconosceva un monossile accuratamente lavorato per essere adattato a canalizzazione. Un secondo, e più approfondito, intervento di ricerca si ha nell'estate dell'anno successivo. In questa occasione viene aperta un'area di scavo più vasta e di forma approssimativamente rettangolare per una superficie di circa 350 mq ed una profondità, rispetto al piano di campagna, di circa 2,40-2,50 metri. Questa nuova indagine ha lo scopo di verificare la consistenza e l'estensione delle strutture già poste in luce nel precedente intervento, di comprenderne la funzione e, ovviamente , la sua evoluzione storico-cronologica. Una volta asportato il livello agrario superficiale si è presentata una sequenza stratigrafica composta essenzialmente da strati orizzontali, di diversa potenza, costituiti da torba, alternati a sabbie lacustri. Verso il basso la stratigrafia esplorata termina con un ulteriore strato di torba nera che copre un livello con matrice sabbiosa, di colore grigio, di circa 15 centimetri. Il tutto sovrasta (copre) un deposito di ghiaie fluviali composte da clasti arrotondati delle dimensioni medie di 1-1,5 centimetri, rinvenuto solo in corrispondenza della struttura, dove, al centro di essa, acquista uno spessore di circa 15 - 20 centimetri. Le evidenze strutturali che testimoniavano la presenza dell'insediamento produttivo per la macinazione di cereali (databile, in base alla ceramica rinvenuta associata alle strutture, alla fine del V secolo a.D - inizi del VI secolo a.D), si esplicitavano tramite massicci pali di legno, con sezione quadrata e base piatta, che quasi sicuramente sostenevano l'alzato della struttura, con le grandi travi munite di fori ed incassi per l'alloggiamento di traverse di irrigidimento del complesso e, soprattutto grazie ai grandi blocchi calcarei in opera quadrata (di riuso) che suggeriscono l'esistenza di un edificio piuttosto grande e strutturato come doveva essere l'edificio di Celano località "Le Paludi". La vera natura dell'opificio (mulino per cereali ?, con ruota idraulica verticale o con ruota idraulica orizzontale ?) ci è fornita da una serie consistente di testimonianze strutturali e di manufatti: in primo luogo il grande numero di macine circolari in pietra lavica (in frammenti) non lascia dubbi sulla natura funzionale della struttura; in secondo luogo, particolari accorgimenti tecnici quali la presenza di due incassi, uno sulla faccia superiore del blocco calcareo US 208, l'altro, alla sommità dell'asse di legno US 202, suggeriscono la possibilità che potessero servire per alloggiare le due boccole (metalliche ?, di legno ?) in cui giravano le estremità dell'albero che assicurava la rotazione della ruota idraulica. Il rinvenimento sotto l'asse US 202 di tre "palette" di legno e di un "fusello", sempre di legno, (che probabilmente, altro non erano se non ingranaggi del complesso "lubecchio-lanterna", un meccanismo caratteristico dei mulini verticali in cui veniva usato per deviare la direzione del moto rotatorio) conferma ulteriormente la natura funzionale della struttura. L'esistenza, infine, di una grossa porzione del mozzo centrale in tutto simile a quello scoperto a Venafro (località dove è stata rinvenuta negli anni trenta una ruota idraulica di un mulino verticale di età romana) ha permesso di avere la certezza sulla natura dell'apprestamento produttivo. (g.f.m.) |
Fig.3: (a lato)
ricostruzione
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Bibliografia Serena Cosentino, Gianfranco Mieli, "Un impianto produttivo altomedievale: il mulino di "Le Paludi" di Celano", in: Vincenzo d'Ercole, Roberta Cairoli (a cura di), "Archeologia in Abruzzo – Storia di un metanodotto tra industrie e cultura", Tarquinia (VT) 1997 |