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     Ci capita di vedere di tutto in arcieri evoluti, a volte anche rasentando i pilastri della moderna tecnica di tiro. Ma poi ci accorgiamo che il gesto viene svolto sempre allo stesso modo quasi senza sforzo e che soprattutto il risultato e la prestazione sono elevati.
     E' chiaro che in questo caso centinaia di migliaia di frecce hanno sviluppato nel-l'arciere un controllo inconscio ed una percezione motoria che rendono l'esecuzione quasi sempre uguale e per giunta in ogni condizione.
     Da questa osservazione si intuisce che il gesto tecnico è formato da un insie-me di momenti e che ognuno di essi è in progressione e viene svolto impegn-ando sempre allo stesso modo i distretti muscolari e nervosi preposti.
     Sicuramente in una prima fase evolutiva il gesto non appare fluido, questo è dovuto ai numerosi controlli effettuati consciamente dall'arciere e, probabilmente, anche per una condizione fisica non brillante.
     E' opportuno sottolineare, quindi, quanto è importante conoscere la struttura del ges-to tecnico: per il neofita rappresenterà uno schema chiaro di esecuzione che consente di sviluppare quei meccanismi di automatizzazione che produrranno una buona fluidità, eco nomia di risorse mentali e fisiche e di conseguenza migliori raggruppamenti.
     I meccanismi di automatizzazione liberano l'atleta da tutti quei controlli necessari nel-la prima fase evolutiva limitandoli in seguito a due tre punti cruciali a vantaggio di una maggiore fluidità del gesto evitando, quindi, inutili e dannose interferenze muscolari.



                               POSIZIONE

Possedere una buon appoggio sul terreno e' garanzia di una
postura di tiro sempre uguale ed efficiente.
La distanza ottimale fra i due piedi e' uguale alla larghezza
delle spalle.
Una linea immaginaria, tangente alla punta dei piedi, è diret-
ta al centro del bersaglio.
Pur tuttavia la posizione dei piedi può variare a seconda delle
caratteristiche antropomorfiche dell'atleta.
              PREPARAZIONE PER LA PRECARICA
La prima operazione da compiere in questo passaggio, con-
siste nell'incoccare la freccia, si passa poi all'aggancio delle
dita sulla corda tenendo presente che una diversa pressione
sulla corda, produce un effetto molto variabile sull'impatto
della freccia.
Dopo aver agganciato la corda, si controlla la posizione della
mano sulla grip (impugnatura), considerando che se l'allog-
giamento della mano varia, varieranno anche le pressioni
esercitate sulla grip con la drammatica conseguenza di rosate
e/o frecce con diversi raggruppamenti.
Distingueremo tre diverse impugnature, ognuna con caratteristi
che diverse ma con un obiettivo comune: spingere la mano nel
punto pivot.
Impugnatura alta, media, bassa da scegliere a seconda della
forma della mano e dello stile di tiro.


                                    TRAZIONE
La trazione viene effettuata dai muscoli della SPALLA e della
SCHIENA; quelli delle braccia hanno un ruolo soltanto nella
primissima parte della trazione.
Tenere in considerazione quanto detto produrrà un rilascio
della corda esplosivo ed esente da tensioni.
Ci sono tre stili di trazione o per meglio dire azione dinamica:
                            A) anteriore - push
                            B) posteriore-pull
                            C) compensata-push&pull
E' molto raro trovare arcieri che effettuano una trazione ante-
riore push (spingere), quella posteriore pull (tirare) comporta
degli scostamenti laterali per effetto di un carico di lavoro non
equamente ripartito, mentre l'ultima, impropriamente detta
push&pull risulta la più efficace e la più economica dovuto al
fatto che lo sforzo è equamente distribuito, il braccio dell'arco
assume semplicemente il ruolo di leva e quindi esente da pro-
babili torsioni o irrigidimenti.
Il braccio dell'arco ha un compito importantissimo e
pertanto la sua funzione va esaminata attentamente.

Talvolta può capitare qualche anomalia nella conformazione del
braccio: una rotazione del gomito favorirà il passaggio
della corda senza contatti.
Talvolta la spalla dell'arco sale in fase di trazione.
Normalmente la causa che produce questo effetto può essere
determinata da uno sforzo eccessivo per effettuare la trazione
(arco molto duro).
La trazione avviene in modo lento e fluido, non di scatto, per
dare la possibilità al muscolo (deltoide) di potersi esprimere
al massimo.
Eventuali tremori dovuti all'uscita dal clicker possono imputarsi
ad uno squilibrio tra il muscolo agonista ed il suo antagonista
(rinforzare il più debole) oppure ad un allungo non appropriato.



                              ANCORAGGIO

Esistono due tipi di ancoraggio: centrale o laterale.
La scelta del tipo di ancoraggio è' in funzione delle caratte-
ristiche antropomorfiche dell'arciere mentre a prescindere
dalla scelta che andremo a fare, rimane il concetto che
IL MIGLIOR ANCORAGGIO RISULTA QUANTO LA CORDA
TOCCA 3 PUNTI SUL VISO (mento, labbra e centro del naso).
Un ancoraggio laterale consente una migliore azione dinamica.

                                           MIRA

La mira può essere effettuata con un solo occhio aperto o con
entrambi, in mancanza di un occhio fortemente dominante si
può mirare con entrambi gli occhi aperti, unico svantaggio la
maggiore influenza di quello che ci sta attorno dovuta al maggior
campo visivo.
La mira esasperata crea soltanto danni alla fluidità del gesto
con gravi conseguenze per la rosata.

                                      RILASCIO

Il rilascio è una azione che avviene naturalmente ed è una
conseguenza del rilassamento della tensione nella dita.
E' buona norma in questa fase non porre l'attenzione su di
esso per far sì che avvenga spontaneamente.
Un pessimo rilascio può anche essere dovuto ad un cattivo
allungo (normalmente corto).

                                 FOLLOW-THROUGH

Il follow-through consente di rimanere in mira fino al momento
dell'impatto della freccia sul bersaglio ed evitare bruschi cali
di tensione (abbassare subito il braccio dell'arco).
L'esecuzione del follow-trough ci consentirà di avvertire
eventuali errori commessi.
                                             CONSIDERAZIONI

Tutti i momenti della struttura del gesto che sono stati appena discussi, in una prima fase di apprendimento saranno effettuati:
                                  - singolarmente
                                  - in ordine cronologico
                                  - con un controllo conscio
di conseguenza la fluidità sarà scarsa ed ovviamente le rosate non potranno essere ec-cellenti. Man mano che si sviluppano gli automatismi la fluidità aumenta.
La causa di questo effetto è dovuto al fatto che la struttura viene svolta in ordine crono-logico ed automatizzato con pochissime stazioni di controllo conscio od attivo e, la prima conseguenza in termini di prestazione, sono i raggruppamenti più stretti.
Se è vero che gli automatismi rappresentano il primo passo verso l'evoluzione tecnica di un atleta, bisogna tenere in considerazione che una corretta esecuzione tiene conto delle seguenti abilità specifiche essenziali quali:
                                   a) EQUILIBRIO DINAMICO
                                   b) RITMO ESECUTIVO
                                   c) ALLINEAMENTI
                                   d) EQUILIBRIO STATICO