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                                   Usi tradizionali per Natale  

 

Nel nostro paese  il Natale “Pasca de Nadale era nel passato un intima festività della famiglia e della fede : campane a festa, cena domestica , messa di mezza notte ; questo e altro era il Natale a Bultei.

Novena

 Era chiamata: “Novena de Nadale” e durava nove giorni. Era la più bella e caratteristica , perché era la preparazione alla nascita di Gesù .La chiesa per nove giorni era piena di fedeli , adulti ma soprattutto bambini , che pregavano e cantavano in coro canti caratteristici ,sia in italiano che in dialetto .Fra i più conosciuti :“Tu scendi dalle stelle” , “Astro del ciel ” , “Andamus a sa grutta  e altri.

 

Presepe

 

Il Presepe é una tradizione molto antica anche a Bultei.

Sino a qualche anno fà era d’obbligo in tutte le case, e il giorno di Natale  una casa senza il Presepe sarebbe sembrata triste . Fosse grande o piccolo, semplice o elaborato ,tutti cercavano di costruirlo con amore e dedicavano ad esso molto ingegno e lavoro:

si prendevano dei ramoscelli di pungitopo o asparagina, un po’ di muschio , una manciata di farina sparsa per fare la neve ,  le casette e i personaggi fatti in casa (di legno o terracotta) e il Presepe era fatto. Quelle figure forse erano un po’ rozze, ma erano state fatte dalle mani dei nostri genitori e nonni e avevano un po’ della loro anima.

Il Presepe veniva fatto anche nella nostra chiesa, che ha sempre conservato col tempo statue bellissime.

 

Vigilia di Natale

A Bultei , per Natale, le famiglie si ricomponevano e i pastori che passavano il loro tempo in montagna, in quell’occasione portavano le greggi in pianura e si avvicinavano alle famiglie.

La vigilia di Natale i bambini portavano nelle case dei parenti e dei poveri i doni natalizi come pane, dolci , carne , vini e frutta ; ricevevano in cambio soldini o altri doni (mandorle ,noci, dolci e frutta) .Nelle case in cui entravano facevano gli auguri di buon Natale ‘Bonas Pascas” , ai quali si rispondeva “Custas e atteras” oppure “Atteros annos menzus”.

 Recitavano filastrocche e cantavano canti significativi, uno dei quali era ”Naschidu este dae Maria Virgine, Deus s’ umanu”.

 Nelle case dei poveri si portava un tipo di pane speciale , chiamato “ispianada” fatto di pura semola , e questo pane costituiva una parte importante del pranzo per i poveri . Un’altra usanza era quella di chiedere della legna da ardere che veniva portata nelle case dei poveri.

 

Cena di Natale

 

A Bultei esisteva (ed esiste ancora) la tradizione del cenone di Natale. Nelle case si usava accendere nel focolare un grosso ceppo :“su truncheddu ‘e notte ‘e chena” , che veniva appositamente tagliato e conservato per l’occasione . Attorno al fuoco , in cerchio “in corona”, si riuniva la famiglia, si attendeva l’ora della Messa e, durante questa attesa, si consumava una lauta cena, a base di arrosti (agnello , porcetto , salsicce , coratella). L’arrosto , una volta pronto, si metteva in un recipiente , chiamato: “sa lacchedda” e tutti mangiavano.

Si mangiava il pane fresa “pane carrasau” e il pane condito col grasso delle salsicce e del lardo “pane uttiadu” . Venivano arrostite le castagne e il granturco, si mangiavano fichi secchi “cariga” , uva passa “papassa” e dolci speciali . Per l’occasione, si preparava da settembre-ottobre un dolce chiamato “fozzada” ; era a base di frutta secca e avvolto da un involucro di foglie di fico . All’interno si mettevano : noci ,uva passa, pere tagliate a metà e fatte seccare “pilarda” e prugne secche “prunarda”.

Altri dolci caratteristici erano papassini , tilicche e pirichittos. Si beve va il buon vino di annata offerto a tutti dal capofamiglia. Gli anziani raccontavano ai più giovani avvenimenti del passato e altri racconti e fiabe, i cosidetti “contos de foghile” , che ancora oggi molti ricordano.

Messa di mezzanotte

Verso mezzanotte si andava in chiesa per assistere alla S. Messa detta “Missa de puddu”. Era così chiamata forse perché quando, terminata la Messa, si rientrava a casa , si sentivano i canti del gallo; oppure perché, in alcuni paesi, a cena si mangiava un grosso pollo ben cucinato.

 La “Missa de puddu” era molto frequentata . Per le strade era un grande via vai di persone che si recavano in chiesa che era piena zeppa di fedeli. Vi andavano soprattutto quelle persone che durante l’anno non potevano adempiere al precetto della Messa festiva; infatti si credeva che assistendo alla Messa della notte di Natale, si supplisse a tutte quelle perdute durante l’anno. Le vie del paese offrivano uno spettacolo caratteristico, quasi fantastico, per la luce vagante dei tizzoni che ognuno portava con sé, mentre andava in chiesa, per illuminare le strade immerse nell’oscurità. Le donne indossavano uno scialle nero o marrone e avevano in mano l’immancabile rosario. Il giorno di Natale, molte usavano indossare il costume sardo.  In quell’occasione molte coppie annunciavano ufficialmente il fidanzamento, andando assieme alla Messa di mezzanotte. La chiesa era illuminata senza risparmio; l’organo suonava festosamente e accompagnava i canti e i “gosos” in dialetto.

 

Gosos

 

Sos tres Res de Oriente

 cunflittos de tottu coro,

 incensu, mirra e oro

l’offerzensi

ca  fid  Deu s ‘Onnipotente

de custu campu mundanu

 

rit: Naschesi de Maria Virgine

Deu s ‘umanu

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Chiesa di S. Francesco