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No Global
G8: chiesta l'archiviazione per i giovani arrestati alla Diaz, Ma scattano altri arresti
La richiesta depositata oggi dal procuratore reggente di Genova Francesco Lalla. I manifestanti erano accusati di resistenza, porto d' armi, furto e lesioni. A breve potrebbe cadere anche l' accusa di associazione a delinquere contenuta nel fascicolo sul «Blocco Nero» e sui disordini di piazza.
GENOVA - Il procuratore reggente Francesco Lalla ha depositato oggi la richiesta di archiviazione per i 93 no global arrestati durante l'irruzione notturna della polizia nella scuola Diaz del 21 luglio del 2001, durante il G8.
I manifestanti erano accusati di resistenza, porto d' armi, furto e
lesioni.
A loro carico rimane ancora l' accusa di associazione per delinquere,
che è al vaglio del procuratore aggiunto Giancarlo Pellegrino, titolare del
fascicolo sul «Blocco Nero» e sui disordini di piazza insieme ai colleghi Anna
Canepa e Andrea Canciani.
«Credo però che con questa richiesta di archiviazione da parte della
procura - ha commentato Pellegrino - nei loro confronti cada anche questa
ipotesi di reato».
(Aggiornato il 04 Dicembre 2002 ore 17:00)
Vasta operazione della Digos su ordine del gip di Genova. I reati contestati vanno dal saccheggio al porto illegale di armi improprie
G8 Genova,
Ventitre nuovi arrestiIl Gip di Genova ha disposto misure cautelari per i presunti responsabili dei fatti di Genova. Ieri liberati 18 disobbedienti
GENOVA - Ventitrè misure cautelari sono state disposte dal gip di Genova Elena Daloisio nei confronti di manifestanti presunti responsabili degli scontri in occasione del G8 di Genova. Dei ventitrè provvedimenti, che la Digos sta eseguendo da stamani alle 4.00, nove sono di custodia cautelare in carcere, gli altri sono suddivisi tra arresti domiciliari e obbligo di dimora. Tra i reati contestati, quelli di devastazione e saccheggio, ma non è stato contestato il reato associativo.
Le misure cautelari contro i manifestanti violenti sono state chieste
dai pm genovesi Anna Canepa e Andrea Canciani e disposte dal gip Elena Daloiso.
Si tratta di nove custodie cautelari in carcere, 4 arresti domiciliari, 6
obblighi di dimora, 4 obblighi di presentazione all' autorità giudiziaria. A
eseguire 21 delle 23 misure è stata la digos di Genova, a partire dalle
quattro di stamani. Gli indagati irreperibili sono due: una persona colpita da
custodia cautelare e una dagli arresti domiciliari. Sono state eseguite anche
45 perquisizioni.
I manifestanti indagati sono di Genova, La Spezia, Parma, Milano,
Pavia, Lecco, Bergamo, Brescia, Padova, Rovigo, Firenze, Roma, Napoli,
Avellino, Reggio Calabria, Palermo, Ragusa, Messina e Catania. I reati
contestati sono devastazione, saccheggio, incendio, fabbricazione, porto e
detenzione di materiale esplodente, porto e detenzione di arma impropria,
resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Non sono stati contestati reati
associativi.
Ecco l'elenco delle persone colpite da ordinanza cautelare per i fatti
di Genova ed eseguite questa mattina. I nomi sono stati resi noti dal sito
Sherwood.it Carlo Arculeo (nato a Palermo); Duccio Bonechi (Firenze), Stefano
Caffagnini (Parma), Domenico Ceci (Napoli), Carlo Cuccomarino (Reggio calabria),
Marina Cugnaschi (Lecco), Filippo D'Avanzo (Avellino), Paolo Dammicco
(Genova), Federico Da Re (Padova), Fabricio De Andrade Araujo (Rio de
Janeiro), Mauro Degl'Innocenti (Lucca), Angelo Di Pietro (Catania), Antonio
Fiandra (Genova), Luca Finotti (Pavia), Omid Firouzi Tabar (Teheran), Alberto
Funaro (Roma), Massimiliano Mnai (Genova), Eurialo Predunzani (Genova),
Francesco Puglisi (Catania), Paolo Putzolu (Genova), Francesco Toto (Roma),
Dario Ursino (Messina), Antonino Valguarnera (Palermo), Vincesco Vecchi
(Bergamo).
Tra gli arrestati c'è anche Massimiliano Monai, il giovane barista di
Genova, già conosciuto come l' uomo della trave per aver partecipato all'
assalto al defender dei Carabineri in piazza Alimonda il 20 luglio 2001 quando
morì Carlo Giuliani. Monai è agli arresti domiciliari. Le accuse nei suoi
confronti sono devastazione e saccheggio, resistenza aggravata a pubblico
ufficiale per essere stato presente a vari episodi nelle zone tra corso
Torino, via Casaregis, via Caffa e piazza Alimonda.
(Aggiornato il 04 Dicembre 2002 ore 11:00)
ARRESTI A COSENZA
Liberati tutti i no global I giudici: "Ma l'inchiesta non viene demolita"
Scarcerati i 18 aderenti al movimento. La decisione è stata presa dai giudici del Tribunale del riesame di Catanzaro, che stamattina hanno depositato il provvedimento. Claudio Dionesalvi e Gianfranco Tallarico erano stati già liberati dal Gip.
CATANZARO - Tutti rimessi in libertà i 18 aderenti ai movimenti no global arrestati nell'ambito dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Cosenza. La decisione è stata presa dai giudici del Tribunale del riesame di Catanzaro, che stamattina hanno depositato il provvedimento. Un provvedimento, ha detto il presidente del Tribunale del riesame, Maurizio Salustro, che «non demolisce nessuna inchiesta. È un atto giudiziario che va rispettato come vanno rispettate l'inchiesta e l'ordinanza del giudice dell'indagine preliminare di Cosenza».
Gli altri due aderenti al movimento no global arrestati nell'ambito
dell'inchiesta, Claudio Dionesalvi e Gianfranco Tallarico, erano stati già
scarcerati dal Gip del Tribunale di Cosenza, Nadia Plastina. Nel corso di una
riunione tenuta ieri pomeriggio, i giudici del Tribunale del riesame avevano
esaminato il fascicolo processuale e i risultati dell'udienza del riesame.
Stamattina, poi, hanno depositato la loro decisione
Saranno depositate entro dieci giorni le motivazioni del provvedimento con cui
il Tribunale del riesame di Catanzaro ha accolto le istanze di revoca delle
ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Cosenza contro
gli aderenti ai movimenti no global. Secondo quanto si è appreso, comunque, il
termine non è rigido. Il deposito delle motivazioni, dunque, potrebbe avvenire
entro un termine più lungo
LE REAZIONI - «Per fortuna c'è una magistratura giudicante che ci
difende da ogni ipotesi di tipo integralista tesa a sopprimere i diritti
costituzionalmente garantiti». Questo è il commento dell'avvocato Saverio
Senese, legale del leader dei Disobbedienti, Francesco Caruso, dopo la
decisione del Tribunale del Riesame di revocare gli arresti per tutti gli
esponenti del Movimento. Per l'avvocato Senese «la decisione del Riesame
dimostra che l'ordinanza di custodia è fondata su valutazioni politiche e non
su basi giuridiche».
(Aggiornato il 03 Dicembre 2002 ore 11:00)
Minacce di morte a don Vitaliano su portone chiesa
Prete 'no global' ha presentato denuncia ai carabinieri
NAPOLI - 'Don Vitaliano, tu sia maledetto. Il 7 dicembre sarai morto, è il messaggio comparso stamani sul portone della chiesa di Sant'Angelo a Scala, (Av). Nel messaggio, corredato da una foto di Mussolini e da una croce celtica, la data del 7 dicembre e' riferita alla manifestazione in programma nel paese irpino con i No Global. Don Vitaliano ha detto di aver presentato una denuncia contro ignoti ai carabinieri. Nel messaggio, scritto con un pennarello, don Vitaliano e' definito 'il disonore della Chiesa'.
Legittima difesa": chiesta archiviazione per
Placanica
GENOVA - Il pm Silvio Franz ha chiesto stamane
l'archiviazione, per legittima difesa, della posizione del
carabiniere Mario Placanica, indagato per omicidio
volontario per la morte del giovane no global Carlo
Giuliani, avvenuta il 20 luglio 2001 durante il G8.
Sulle motivazioni della richiesta di archiviazione per
legittima difesa piena, contenute in 36 pagine
dattiloscritte, il Pm Silvio Franz ha spiegato che «la
condotta di Placanica è stata posta in essere quando il
pericolo era imminente, reale, attuale».
Secondo il magistrato, inoltre, «il carabiniere non poteva
agire diversamente perché l'aggressione al Defender era
violenta e virulenta quindi Placanica aveva la
giustificata percezione di essere in pericolo di vita».
Nella sua richiesta il magistrato non ha neppure escluso
che Placanica possa aver sparato ad altezza d' uomo. Anche
in questo caso, però, non ci sarebbe dolo da parte del
carabiniere perché «in quel momento aveva la convinta
percezione di essere in pericolo di vita».
G8: PLACANICA; DIFENSORE GIULIANI, OPPOSIZIONE A ARCHIVIAZIONE
Dopo la notizia della richiesta di archiviazione per Mario Placanica, indagato di omicidio volontario per la morte di Carlo Giuliani durante il G8 di Genova, la difesa della vittima annuncia che fara' opposizione in quanto 'non sussistono i presupposti di fatto e di diritto della legittima difesa'. Commentando l'archiviazione, l'ex ministro dell'Interno Scajola dice: 'ne eravamo certi dal primo momento. Quella violenza cieca, organizzata, voglio vederla come un pagina superata, una triste pagina della politica italiana'.
(Aggiornato il 02 Dicembre 2002 ore 11:00)
Prete No Global sott'accusa, Cacciato Don Vitaliano
Per aver creato "Caos e sconcerto" tra i fedeli, Niente più parrocchia
ROMA - Il prete no global non ha più una chiesa. Don Vitaliano Della
Sala è stato rimosso dalla parrocchia di Sant'Angelo a Scala, il paese nel
cuore dell'Irpinia che proprio in queste ore stava organizzando la festa
per i dieci anni del suo parroco. Ma Don Vitaliano non arriverà al
prossimo 7 dicembre. Martedì sera nella buca delle lettere della sua
casa-canonica ha trovato la raccomandata firmata dall'abate Tarcisio
Nazzaro, il suo vescovo: "Reverendissimo, ti invito a recarti presso gli
uffici della nostra curia perché ti venga notificato il decreto di
rimozione dall'ufficio di parroco".
Segue l'implorazione: "Che la Vergine santissima regina di Montevergine ti
illumini così che tu possa ravvederti e vivere il tuo sacerdozio come si
conviene".
E' dai tempi dei preti del dissenso, cresciuti dopo il Concilio Vaticano
II,
che la chiesa non rimuove un parroco per "reati d'opinione". Don
Vitaliano, 39 anni, giunto al sacerdozio dopo aver cambiato sei seminari,
è accusato di creare "caos e sconcerto" tra i fedeli. La sua
interpretazione movimentista del Vangelo gli ha fatto collezionare nel
tempo undici denunce penali (più tre autodenunce e una richiesta di
risarcimento danni da parte della Lega Nord), quasi tutte finite in
un'assoluzione (è di queste ore la richiesta di archiviazione per i fatti
di Genova).
In questi dieci anni si è schierato con il suo paese per fermare
l'insediamento di discariche in parchi naturali, ha contestato
platealmente la ricostruzione post-terremoto e ha abbracciato dall'inizio
teoria e pratiche del movimento no global. Tra le sue iniziative più
celebri ci sono i presepi a tema: il Gesù Bambino incappucciato come il
subcomandante Marcos o sistemato sopra un gommone, come fosse un albanese
in procinto di attraversare l'Adriatico. I guai di Don Vitaliano con il
Vaticano sono nati l'8 luglio del 2000, quando decise di partecipare in
clergyman al "Gay Pride" di Roma, erano i giorni del Giubileo. In quell'occasione
attaccò dal palco il cardinal Sodano e il cardinale Pio Laghi colpevoli,
disse, "di aver fatto carriera sulla pelle dei desaparecidos argentini e
delle vittime di Pinochet".
Gli arrivò la prima ammonizione, che gli vietava ogni rapporto con i mass
media. La seconda "monitio" lo raggiunse dopo il viaggio a sostegno della
marcia zapatista in Chiapas. Ma l'insurrezione degli 800 abitanti di
Sant'Angelo a Scala, la solidarietà del movimento no global, di Verdi e
Rifondazione frenarono il procedimento. Ora è arrivata la rimozione e Don
Vitaliano dice: "Attendo la conferma dell'abate, ma obbedirò anche a
questa disposizione ingiusta. Mi difenderò, comunque, in tutte le sedi. E'
poco cristiano rimuovere un parroco per raccomandata, sembra un
licenziamento della Fiat".
(Aggiornato il 28 Novembre 2002 ore 11:00 )
Banca d'Italia: FAZIO, LA FINANZA GLOBALE VA GOVERNATA
La finanza globale puo' provocare instabilita' e percio' si pone il problema del suo governo. Lo ha detto Antonio Fazio, governatore della Banca d'Italia, aggiungendo che 'una vigilanza adeguata sul sistema finanziario' puo' 'correggere le discrasie' causate dalla dissociazione tra risparmio e investimento. Per Fazio una societa' giusta offre possibilita' di lavoro.
(Aggiornato il 26 Novembre 2002 ore 11:00 )
Il Gip di Cosenza emette l'ordinanza a meno di 24 ore dalla manifestazione organizzata nella cittadina calabrese dal movimento antiglobalizzazione
Scarcerati sette no global
Tredici rimangono in carcere. Il leader dei "disobbedienti" Casarini: "L'indignazione sta crescendo"
Il Gip di Cosenza, Nadia Plastina, ha disposto la scarcerazione di sette delle venti persone arrestate una settimana fa nell'ambito dell'inchiesta sui no global. Sabato nella cittadina calabrese sono attese migliaia di persone per la manifestazione di protesta organizzata dal movimento antiglobalizzazione per protestare contro gli arresti.
Il Gip, in particolare, ha disposto la revoca dell'arresto, ordinando l'immediata scarcerazione, per Claudio Dionesalvi e Gianfranco Tallarico, entrambi di 31 anni, di Cosenza, ed ha revocato gli arresti domiciliari a Vittoria Oliva, di 61 anni, residente a Montefiascone (Viterbo), e concesso gli arresti domiciliari a Antonino Campennì (37 anni) di Parghelia (Vibo Valentia); Antonio Paolo Rollo (50) di San Cesareo di Lecce; Giancarlo Mattia (52) di Catanzaro; Anna Curcio (31) di Cosenza. Il provvedimento del Gip è contenuto in 20 pagine di ordinanza. Il pm Domenico Fiordalisi non ha commentato in nessun modo alle decisioni del Gip di Cosenza.
"Liberino immediatamente i nostri compagni e compagne che sono sequestrati nelle super carceri perché sono oppositori politici e perché danno fastidio al governo e ai potenti” aveva chiesto nella mattinata Luca Casarini, leader dei "disobbedienti", di fronte ad un centinaio di no global giunti a Termini Imerese per esprimere solidarietà agli operai Fiat. "Quei potenti - aveva aggiunto Casarini - sono gli stessi che buttano in mezzo alla strada migliaia di persone. Devono liberare subito i nostri compagni perché l'indignazione sta crescendo".
(Aggiornato il 22 Novembre 2002 ore 13:10 )
Gip revoca alcuni arresti
(Aggiornato il 22 Novembre 2002 ore 11:20 )
Viaggio nella protesta globale ( parte 2°)
"Un altro mondo è indispensabile"
No Global e Cobas. Con il movimento antagonista in prima linea scende anche quello sindcale. Le tematiche del lavoro esplodono in tutta la loro contradditorietà sul palcoscenico della contestazione
Sale la protesta
, monta sulle parole di interminabili riunioni affumicate e affollate. Si discute del futuro, del mercato del lavoro e delle nuove dinamiche occupazionali. Si discute su come i nuovi 'padroni' abbiano messo in piedi raffinati processi di esclusione e controllo. Intervento dopo intervento, corteo dopo corteo, documento dopo documento, l'indigesto boccone della disoccupazione si fa largo per posizionarsi tra le priorità internazionali come la guerra e la finanza delle multinazionali.L'apertura verso il movimento no global è naturale ma non scontata. Dietro i ragazzi che dai centri sociali fanno sentire la loro voce dal primo momento ci sono stati loro, i sindacalisti dei Cobas. Una vicinanza che va al di là della condivisione politica delle soluzioni, unita a doppio filo dal destino comune di chi trasforma la marginalità in strumento di lotta.
Pungono come vespe i sindacalisti dei comitati di base, il sindacato antagonista, organizzato su scala nazionale, capillare nella sua presenza quanto efficace nelle sue azioni e, quel che fa più paura, nel suo pensiero. Dopo l'unificazione tra Cobas e Sin Cobas, la fusione in un unico fronte dell'aspetto sindacale e di quello politico, ha spinto l'organizzazione a essere presenti con maggiore costanza nel dibattito e nelle iniziative del movimento antagonista che sta contrastando a livello di mobilitazioni continue e diffuse sempre più in tutto il mondo il tremendo moloch della globalizzazione capitalista.
"Noi siamo vicini alla rete del Sud Ribelle perchè sui grandi temi della giustizia sociale non ci sono più confini e differenze". Parla anche dei suoi compagni arrestati nel blitz anti no global, Giovanni Peta, rappresentate dei Cobas scuola di Cosenza, uno dei centri 'sovversivi' come teorizzato dai Pm che conducono le indagini. "La costruzione di questo ampio fronte di lotta - prosegue Peta - non può limitarsi al terreno sindacale, che seppur fondamentale, non è sufficiente a contrastare le dinamiche aggressive del capitale che innervano tutti i gangli delle attività umane".
E sulla inevitabile confluenza nella rete del 'Sud Ribelle' chiarisce: "Da qui la necessità della costituzione su basi antagoniste e anticapitaliste di una organizzazione politico-sindacale-culturale (la madre di tutti i Cobas) di tutto il lavoro dipendente, pubblico e privato,"stabile" e precario, questo è l'obiettivo cui miriamo". Lavoro e no global, al capolinea del sud Italia il treno dei sogni del movimento si tuffa nelle centinaia di cortei, sit in, occupazioni.
La rete avviluppa tutte le periferie da Taranto a Napoli, di quelle città che hanno perso numerose scommesse. Tornano a camminare insieme, studenti in lotta, disoccupati, operai, ricercatori, professori, impiegati. Una miscela che qualcuno ha annusato come esplosiva dal momento che, scardinate le porte dei collettivi territoriali, tutti si sono scoperti vittime di un sistema che ha globalizzato tutto, anche la lotta.
Seattle come Cosenza, piuttosoto di Palermo come Chicago. "I nuovi mercanti di schiavi hanno scritto nuove regole nel mercato del lavoro" dice Alfredo, Lsu napoletano storico. "Ogni mattina andavamo a piazza Municipio a protestare. E' giusto, ma poi mi sono accorto che la mia lotta non può e non deve fermarsi alla mia città". Alfredo viene dagli ex movimenti di lotta della Masseria Cardone, un groviglio di cemento e disperazione che produce morti e droga nella sacca di Secondigliano, alla periferia nord di Napoli, improvvisamente svegliatasi al fianco delle battaglie anti globalizzanti.
Ed ecco che il pensiero di Michael Hardt, come quello di Jean Pierre Latouche, che ha alzato il sipario sul tramonto di una occidentalizzazione che ha terminato il suo ciclo, inonda senza freno gli slogan e le coscienze di questo esercito da sempre senza volto e da adesso senza confini. Nikolaus Piper non ha mezzi termini: "Le trasformazioni economiche devono essere compiute a ogni costo.
Non è un caso che i fondamenti delle ideologie illiberali del XX° secolo furono posti durante l'ndata di globalizzazione del IX° secolo. Chi chiude gli occhi di fronte alla globalizzazione del mercato del lavoro non può che farsi governare da una elite che sarà sempre più ristretta".
(Aggiornato il 20 Novembre 2002 ore 11:00 )
Sit-in al carcere di Viterbo
(Aggiornato il 18 Novembre 2002 ore 13:30 )
Viaggio nella protesta 'globale'
La Rete nella rete
Un filo
unisce migliaia di persone. E' il cavo che connette i computer e che ha fatto
di Internet il trampolino di lancio dei no global
Da Popolo a Movimento
Il policentrismo telematico della Rete
C'è di tutto, l'elenco lo si conosce bene. Dai cattolici ai collettivi di
sinistra, dai cobas al ceto medio che stenta a riconoscersi in una sinistra
evidentemente impaurita dal montare di una 'storia' che non può essere fermata
nemmeno dalle manette scattate intorno ai polsi di 20 attivisti di un 'Sud'
che sulla soglia del terzo millennio si riscopre 'Ribelle'. La storia può
avere dei cicli ma non ripassa mai dallo stesso punto, nel nuovo soggetto
mondiale fa capolino un modello di rete che trova e crea nella telematica
nuove forme dell’agire sociale e politico.
La 'rete' nella Rete
Le manette non fermano la rete specie quando questa ritrova in Internet una
parità di grado alla faccia di tutte le arcaiche scatole rigide gerarchizzate
dentro le quali un tempo si sognava la rivoluzione e si costruiva la lotta.
Improvvisamente Internet ha liberato le energie che negli utlimi anni non
trovavano indirizzo, da una parte il movimento dell’autonomia e del
coordinamento antinucleare e antimperialista con le sue radici
nell’antagonismo e nel conflitto con le istituzioni politiche ed economiche.
Dall'altra un mondo legato a esperienze artistiche individuali e collettive
collegate a pratiche di strada (graffitismo e altro), di protesta, sociali e
no profit. Intorno a queste "zone" si sperimentano le prime forme di uso
sociale dei media tecnologici, la creazione di "comunità virtuali" e di
relazioni rizomatiche. Tali pratiche oscillano tra la strategia del conflitto
e la sperimentazione di nuovi linguaggi della comunicazione sottraendosi alle
forme coercitive dell’establishment istituzionale.
Il Digital
Divide
Nel manifesto della rete del 'Sud Ribelle' c'è un grande capitolo dedicato al
'digital divide' oggetto del forum napoletano del marzo 2001 tristemente
passato alle cronache per gli incidenti di piazza, snodo cruciale del
movimento sulla cui testa i manganelli delle forze dell'ordine hanno colpito
invano, visto che la testa vera era altrove: bastava accendere un computer e
collegarsi al web. L'incosistenza delle accuse rivolte ai 42 indagati della
procura di Cosenza per azioni e pensiero sovversivo sta nell'incapacità di
assemblare nelle centinaia di pagine dell'indagine dei carabinieri brandelli
di indizi concreti per bloccare il conato rivoluzionario di un movimento così
tanto fisicamente presente ai grandi appuntamenti quanto etereo e virtuale nel
suo sviluppo organizzativo e ideologico. Verrebbe voglia di affermare che il
"nuovo mondo possibile" è già qui; nella storia della 'telematica antagonista',
l'humus che fa di Francesco Caruso l'eroe di un mondo parallelo e
disobbediente.
Condivisione del sapere
La rete dunque nasce e si sviluppa in un contesto di assoluta libertà
d'espressione ('Noi siamo malati di libertà' recita uno slogan no global)e
questa esigenza entra nelle coscienze di tutti, classe operaia compresa, il
cui matrimonio con il movimento - a differenza di quello celebrato negli anni
'70 e sfociato nel terrorismo - si sviluppa su basi più avanzate: la
condivisione del sapere collettivo.
Il Copyright e le banche dati digitali
Questa rivendicazione coinvolge direttamente la libertà
d'informazione e d'espressione, la prima perché le leggi sul copyright e sui
brevetti legano direttamente la circolazione di notizie e scoperte a criteri
di ritorno economico e la seconda è conseguente perché limitando la
circolazione di informazioni soprattutto nel caso della scrittura software si
limita la possibilità stessa di conoscere i media che utilizziamo per
esprimerci. La battaglia contro il copyright inoltre è molto complessa perché
il raggio d'azione di queste leggi spazia dalla musica all'editoria, fino a
temi vitali come le biotecnologie alimentari e farmaceutiche.
Una coscienza collettiva
Una rivendicazione che parte da lontano, diciasette anni fa con la nascita del
gruppo 'Decoder' (1985), con lo sviluppo nel 1989 dell'Eurpean Counter Network
(E.C.N.). Ai primi anni '90 viene ufficialmente riconosciuto il movimento dei
Cyberpunk con le banche telematiche autogestite. La 'Net generation' come l'ha
definita Luther Blisset quella dei 'net strike' diventa matura, esplode e
produce le folle oceaniche di Seattle, Genova, Porto Alegre e Firenze e per la
prima volta 'padroni e sfruttati', 'globalizzatori e anti globalizzatori' si
ritrovano a parlare la stessa lingua e a usare lo stesso mezzo, un semplice e
banale Pc.
(Aggiornato il 17 Novembre 2002 ore 17:30 )
Caruso dal carcere: le manette non ci fermano
No Global, il movimento non ci sta
Manifestazioni in tutta Italia ieri per protestare contro il blitz che venerdì all’alba ha portato in carcere venti esponenti del movimento antiglobalizzazione (mentre gli indagati sarebbero almeno quarantuno). Migliaia di persone in piazza a Napoli (dove era attivo Caruso) al grido di “Francesco libero” e “siamo tutti sovversivi”. C’era anche Luca Casarini secondo cui: "bisogna indagare sui Ros dei carabinieri il cui compito e' solo quello di distruggere movimenti come il nostro. la manifestazione di oggi dimostra che non ci fermeranno".
Messaggio
di Caruso dal carcere. "E' un grave attacco al movimento ma le
manette ed il carcere non possono fermare le lotte, gli ideali e le
mobilitazioni per costruire un altro mondo possibile, senza carcere, manette e
sbarre alle finestre". Questo il testo del messaggio del leader dei no global
napoletani, scritto a penna su un foglio di carta, e fatto recapitare all’Ansa
di Napoli da don Vitaliano, il prete anti-globalizzazione.
I primi interrogatori dei no global arrestati sono iniziati
ieri (pare che gli arrestati si siano avvalsi della facoltà di non rispondere)
e continueranno lunedì quando, molto probabilmente, Francesco Caruso sarà
trasferito a Viterbo dal supercarcere di Trani dove si trova dopo il blitz di
venerdì mattina. Nel carcere laziale dovrebbe andare anche il tarantino
Pierpaolo Solito, domani – ricorda la famiglia – avrebbe dovuto iniziare a
lavorare all’Ilva nel centro pugliese.
(Aggiornato il 17 Novembre 2002 ore 09:50 )
Tra le accuse: cospirazione, attentato contro gli organi costituzionali, propaganda sovversiva
Arresti no Global, oggi i primi interrogatori
Sono attesi nella
giornata di oggi i primi interrogati agli esponenti del movimento “no global”
arrestati ieri mattina all’alba in diverse città del Sud. Il gip di Cosenza
Nadia Plastina ascolterà nel carcere di Trani: Francesco Cirillo, Antonino
Campenni, Salvatore Stasi e Giuseppe Fonzino. Tutti gli altri arrestati
dovrebbero essere interrogati lunedì prossimo nel carcere di Viterbo.
Nell' ordinanza di custodia cautelare le misure restrittive sono state
motivate dal pericolo di fuga all'estero. Dopo le prime manifestazioni
spontanee di ieri, scattate in contemporanea al diffondersi della notizia
degli arresti, oggi sono previste in quasi tutte le città d’Italia
manifestazioni, sit-in e cortei di protesta.
(Aggiornato il 16 Novembre 2002 ore 11:00 )
Mobilitazione permanente dopo gli arresti
Perquisizioni a Napoli, proteste a Roma
ROMA - La Digos avrebbe perquisito a Napoli la sede dell'Istituto orientale, mentre a Roma alcuni 'disobbedienti' si sono ammanettati durante una conferenza stampa. Intanto il Forum sociale europeo si schiera a fianco dei 'compagni detenuti' e dichiara lo stato di 'mobilitazione permanente'. Il ministro Gasparri commenta: 'ne' soddisfazione, ne' preoccupazione; la vicenda degli arresti riguarda polizia e magistratura'.
Berlusconi, non ho commenti da fare
'Non conosco la situazione'
SKOPJE - 'Non so nulla, non ho ancora parlato con Roma', ha risposto Berlusconi a chi chiedeva un commento sul fronte no-global. Sull'arresto di Caruso, il presidente del Consiglio Berlusconi ha risposto: 'ah si'? Ci sara' stato un mandato della magistratura... quindi non ho commenti da fare al riguardo. Non conosco la situazione'.
(Aggiornato il 15 Novembre 2002 ore 16:40 )
Si indaga in cinque regioni
Decine le perquisizioni, anche in universita' Calabria
CATANZARO - Si indaga in Calabria, Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia dopo l'emissione la scorsa notte di venti ordinanze di custodia cautelare. Decine le perquisizioni eseguite anche in Calabria dove in particolare sono stati controllati tutti i centri sociali del capoluogo, le abitazioni di persone legate con contratto di lavoro con l' Universita' della Calabria e alcune stanze del Dipartimento di sociologia. Agnoletto:gli arresti hanno un significato politico. Casarini:non ci tapperanno la bocca.
Preoccupazione della Sinistra per arresti
Fassino ha espresso 'stupore'; Angius, servono certezze
VARSAVIA - Il segretario del Ds Piero Fassino ha espresso 'stupore, sconcerto e preoccupazione' dopo l'arresto del leader no global di Napoli Francesco Caruso. 'Ci preoccupa enormemente: servono certezze', afferma il presidente dei senatori Ds-l'Ulivo, Angius. Incredulo anche il leader di Rifondazione Bertinotti. 'Provo grande inquietudine e rabbia', ha detto. Per Clemente Mastella 'e' un'idiozia' credere che si tratti di arresti politici. Il ministro Giovanardi, non bisogna generalizzare su un intero movimento.
(Aggiornato il 15 Novembre 2002 ore 15:00 )
Ulivo: accertare rapidamente le accuse
per No Global
Il leader Ds,Fassino,esprime 'stupore, sconcerto e preoccupazione' per la
gravita' delle accuse e l'arresto dei no global.Chiede 'un rapido accertamento
della reale consistenza delle accuse'. Perplessita' 'per le modalita' e i
reati contestati',anche da Franceschini (Margherita) che chiede al movimento
di mantenere la calma e non tradire 'l'immagine data a Firenze'.Per Intini (Sdi)
'l'arresto per reati d'opinione e' una vergogna per un Paese libero'. Mentre
per Mastella (Udeur) 'e' un'idiozia' ritenerli arresti di natura politica.
Previsti domani cortei di protesta per arresti
Gia' organizzati presidi a Napoli, Firenze e Pisa
Napoli - Cortei di protesta contro gli arresti di no global si terranno domani in alcune citta' italiane, organizzati dalla Rete Antagonista e dai 'Disobbedienti'. La manifestazione napoletana comincera' alle 16 e terminera' davanti alla Prefettura. Altri presidi, organizzati dal Movimento antagonista toscano e dai Cobas, sono previsti alle ore 17 davanti alla prefettura di Firenze e a Pisa, contro la guerra e gli arresti.
(Aggiornato il 15 Novembre 2002 ore 14:30 )
Angius
dubbi su arresti, chiarisca la Procura; Chiti preoccupato
ROMA - Gavino Angius chiede chiarimenti 'al piu' presto' alla Procura di Cosenza per l'accusa di azione sovversiva attribuita ai 20 no global arrestati stanotte. Gli fa eco il coordinatore della segreteria Ds, Vannino Chiti, che ha espresso 'dubbi' e 'preoccupazioni' aggiungendo che 'i Ds vigileranno affinche' venga difeso il diritto di ognuno a manifestare liberamente'. Il leader dell'Udeur Clemente Mastella reputa invece 'un'idiozia' il sospetto che l'azione compiuta dai magistrati 'sia di contrasto politico'.
(Aggiornato il 15 Novembre 2002 ore 13:15 )
Bertinotti, 'atto molto grave' arresto di Caruso
Per Agnoletto arresti dal 'significato politico'
ROMA - Fausto Bertinotti definisce 'atto molto grave' gli arresti di Francesco Caruso e di altri 19 esponenti di organizzazioni no global eseguiti all'alba dai Ros. Le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Cosenza per associazione sovversiva hanno suscitato la reazione anche di Vittorio Agnoletto, che ha definito 'appartenenti al codice fascista' le imputazioni contro Caruso. Per Agnoletto gli arresti hanno un evidente 'significato politico'; Luca Casarini li ha definiti 'una provocazione'.
Irruzione di protesta in Procura Bologna
Presidio dinanzi al carcere di Trani
BOLOGNA -Una ventina di Disobbedienti sono riusciti a entrare al piano terra della Procura di Bologna, dove il capo della polizia era a colloquio con i magistrati. 'I torturatori di Bolzaneto sono qua dentro, hanno arrestato dei nostri compagni', e' una delle frasi di protesta gridate dai Disobbedienti, mentre polizia e carabinieri tentavano di spingerli fuori dalla Procura. Organizzato presidio dinanzi al carcere di Trani dove sarebbero stati condotti Francesco Caruso e altri arrestati.
(Aggiornato il 15 Novembre 2002 ore 12:30 )
Don Vitaliano: mi auto denuncio
Don Vitaliano della Sala, il sacerdote 'ribelle', annuncia che si
autodenuncera' dopo l'arresto di Francesco Caruso e degli altri esponenti
della rete del Sud: 'Se Caruso ha commeso reati, ma non e' cosi', allora sono
responsabile anch'io visto che faccio parte del movimento'. Il sacerdote
denuncia poi 'una strategia che vuole colpire il movimento, ma noi non siamo
le nuove BR'. Don Vitaliano e' stato il primo ad essere avvisato degli arresti
dalla fidanzata di Caruso.
Tra gli arrestati il capo del movimento di Napoli,Francesco Caruso
Retata anti no global
Sono 42 le persone iscritte nell'indagine della Procura della Repubblica di Cosenza. 20 sono le ordinanze di custodia cautelare. L'accusa è di associazione sovversiva e collegamento con i Black Blok
Uomini della Digos
e del Ros dei Carabinieri hanno eseguito stamane, in tutta Italia, una ventina di arresti per associazione sovversiva nell'ambito di una inchiesta della Procura della Repubblica del Tribunale di Cosenza. Le manette sono scattate ai polsi di esponenti delmovimento 'no global', accusati dei disordini scoppiati in occasione delle manifestazioni dei 'disobbedienti' di Genova e Napoli.Tra gli arrestati il capo del movimento di Napoli,Francesco Caruso. Caruso, leader della rete no-global della Campania e' stato arrestato per associazione sovversiva dalla Digos di Benevento. Complessivamente il Gip diCosenza ha emesso 20 ordinanze di custodia cautelare, di cui 13 in carcere e 7 agli arresti domiciliari nei confronti di appartenenti all'organizzazione no-global del Mezzogiorno.
Le indagini, durate oltre un anno e mezzo, riguardano la 'Rete meridionale del Sud ribelle", costituita nel capoluogo calabrese con l'obiettivo, secondo gli inquirenti, di mettere in atto azioni sovversive. Sarebbero state collegate al gruppo dei "black blok".
E' quanto hanno riferito gli investigatori che hanno condotto le indagini. Il presunto collegamento con i "black blok" avrebbe trovato conferma, secondo le stesse fonti, col ritrovamento nelle abitazioni di alcune delle persone coinvolte nell' inchiesta di mazze di ferro, bastoni ed altri strumenti atti ad offendere che sarebbero stati utilizzati in passato durante manifestazioni "no global".
Nel corso delle stesse perquisizioni sono state trovate anche maschere e passamontagna utilizzati dai manifestanti per rendersi irriconoscibili durante gli incidenti.
(Aggiornato il 15 Novembre 2002 ore 10:50 )
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Ultimo aggiornamento:
11-12-02.