XXXIV

IL GATTO

Vieni, bel gato, vieni sul mio cuore
amoroso; trattieni i tuoi artigli;
ch'io mi sprofondi dentro i tuoi begli occhi

d'agata e metallo.

Quando a bell'agio le mie dita a lungo
ti carezzan la testa e il dorso elastico,
e gode la mia mano ebbra al toccare
il tuo corpo elettrico,

vedo in ispirito la mia donna:
profondo e freddo come il tuo, il suo sguardo,
bestia amabile, penetra tagliente
come fosse una freccia,

e dai piedi alla testa una sottile
aria,rischioso effluvio, tutt'intorno
gira al suo corpo bruno.


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