DA LA FARFALO

Samuel e la Fanfarlo avevano esattamente le stesse idee sulla cucina e il sistema di alimentazione necessario alle creature elette. Le carni fiacche, i pesci insipidi erano esclusi dalle cene di questa sirena. Lo champagne raramente disonorava la sua tavola. I bordeaux più celebri e più profumati cedevano il passo al battaglione pesante e serrato dei borgogna, dei vini d'Alvernia, di Angiò e del Mezzogiorno, e dei vini stranieri, tedeschi, greci, spagnoli. Samuel usava dire che un bicchiere di vero vino doveva rassomigliare a un grappolo di uva nera e che, dentro, v'era tanto da mangiare quanto da bere. La Fanfarlo amava la carne sanguinolenta e i vini che inebriano. Del resto, non si ubriacava mai. Tutti e due professavano una stima sincera e profonda per il tartufo: il tartufo, questa vegetazione cupa e misteriosa di Cibele, questa malattia saporosa che ella ha tenuto nascosta nelle sue viscere più a lungo del metallo più prezioso, questa squisita materia che sfida la scienza dell'agronomo, come loro quella di Paracelso; il tartufo, che fa la distinzione tra il mondo antico e il moderno, e che, prima di un bicchiere di Chio, produce l'effetto di vari zeri dopo una cifra. Per quanto riguarda le salse, i ragù, i condimenti, questione che richiederebbe un capitolo grave come un articolo di scienza, posso affermarvi che erano perfettamente d'accordo, soprattutto sulla necessità di chiamare tutta la farmacia della natura in aiuto alla cucina. Droghe, polveri inglesi, zafferani, sostanze coloniali, polveri esotiche, tutto sarebbe sembrato loro buono, persino il muschio e l'incenso. Se Cleopatra vivesse ancora, sono certo che vorrebbe cucinare filetti di bue o di capriolo con profumi d'Arabia. Certo, è deplorevole che le grandi cuoche di oggi non siano costrette da una particolare legge voluttuaria a conoscere le proprietà chimiche delle materie e non sappiano scoprire elementi culinari quasi infiammabili, pronti a percorrere il sistema organico, come l'acido prussico, e a valorizzassi come l'etere. Questo accordo di opinioni sul buon vivere, questa uguaglianza di gusti, li legò vivamente; la profonda intelligenza della vita sensuale che brillava in ogni sguardo e in ogni parola di Samuel, colpì molto la Fanfarlo. Quelle parole ora brutali come una cifra, ora delicate e profumate come un fiore o un sacchetto odoroso, quella strana conversazione, di cui egli solo ha conosciuto il segreto, finì per guadagnarli le grazie di quella incantevole donna. Del resto, non senza una viva e profonda soddisfazione egli riconobbe, nell'osservare la camera da letto, una perfetta conformità di gusti e di sentimenti riguardo l'arredamento e alle costruzioni interne. Cramer odiava profondamente (e aveva, secondo me, perfettamente ragione) le grandi linee rette negli appartamenti e l'architettura trasportata nel focolare domestico. Le vaste sale dei vecchi castelli mi fanno paura, e compiango le castellane costrette a fare l'amore in grandi dormitori che avevano un'area di cimitero, in vasti catafalchi che si facevano chiamare letti, e su grossi monumenti che prendevano lo pseudonimo di poltrone. Gli appartamenti di Pompei sono grandi come una mano; le rovine indiane che coprono la costa del Malabar attestano il medesimo sistema. Quei grandi popoli voluttuosi e sapienti conoscevano perfettamente la questione. I sentimenti intimi si raccolgono a loro agio soltanto in uno spazio strettissimo. La camera della Fanfarlo era molto piccola, molto bassa, ingombra di cose morbide, profumate e pericolose a toccarsi; L'aria, carica di miasmi bizzarri, dava desiderio di morirvi lentamente come in una sera calda. La luce della lampada giocava in una confusione di pizzi e stoffe dalle tinte violente, ma equivoche. Qua e la sul muro, essa illuminava qualche pittura piena voluttà spagnola: bianchissime carni su sfondo molto nero. In fondo a questo stupendo bugigattolo, che aveva un tempo del luogo malfamato e del santuario, Samuele vide avanzar verso di lui la nuova dea del suo cuore, nello splendore radioso e sacro della sua nudità. Qual è l'uomo che non vorrebbe, anche a prezzo della metà dei suoi giorni, vedere il suo vero sogno, posare senza veli davanti a lui, e il fantasma adorato della sua immaginazione far cadere a uno a uno tutti gli indumenti destinati a proteggerlo dagli occhi del volgo ? Ma ecco che Samuele, preso da un capriccio bizzarro, si mise ad urlare come un bimbo viziato: - Voglio Colombina, rendimi Colombina! Rendimela tale mi apparve la sera in cui mi rese pazzo col suo fantastico costume e il suo giubbetto da saltimbanca ! La Fanfarlo, dapprima stupita, volle presentarsi alla stravaganza dell'uomo che aveva scelto, e chiamò Flora; questa inutilmente fece presente che erano le tre del mattino, che il teatro era chiuso, il portinaio addormentato, il tempo orribile (la tempesta continuava): bisognò ubbidire a colei che pure obbediva, e la cameriera uscì; quand'ecco Cramer colpito da una nuova idea, si attaccò al campanello e gridò con voce tonante: - Ehi ! Non dimenticate il rossetto ! questo tratto caratteristico - raccontato dalla stessa Fanfarlo, una sera in cui i suoi compagni l'interrogavano sull'inizio della sua relazione con Samuele - non mi ha per nulla stupito: vi ho riconosciuto l'autore della Ossifranghe. Egli amerà sempre il rossetto e il cerone, il similoro e gli orpelli di tutti i generi. Ridipingerebbe volentieri gli alberi e il cielo, e se Dio gli avesse affidato il piano della natura, l'avrebbe forse guastato. Benché Samuele avesse un immaginazione depravata, e forse proprio per questo, l'amore era in lui non tanto una cosa dei sensi, quanto del ragionamento. Era soprattutto l'ammirazione e l'avidità del bello; considerava la riproduzione come un vizio dell'amore, la gravidanza come una malattia da ragno. A scritto da qualche parte: - Gli angeli sono ermafroditi e sterili -. Amava un corpo umano come un'armonia materiale, come una bella architettura, con in più il movimento; e quel materialismo assoluto non era lontano dall'idealismo più puro. Ma siccome nel bello, causa dell'amore, vi erano, secondo lui, due elementi: la linea e la trazione, e poiché tutto ci riguarda soltanto la linea, la trazione per lui, quella sera almeno, era il rossetto.

 

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