LXIII

LO SPETTRO

Come gli angeli che hanno l'occhio fulvo
tornerò nell'alcova dove posi,
e verso te, con le ombre della notte,
scivolerò senza rumore, o bruna;
ti darò baci, baci freddi come
la luna, e ti darò carezze, quelle
d'un serpente che striscia sulla fossa.
E quando giungerà livido,
a fianco troverai il mio posto vuoto,
dove fino alla sera farà freddo.
Come altri adoperando tenerezza,
sulla tua giovinezza e la tua vita
regnare io voglio, invece, col terrore.

HOME

biografia
 
opere
antologia

links

il momento storico
 
i suoi contemporanei
 
i poeti maledetti
la fortuna critica