Alfonse de Lamartine 1790-1869, scrittore e politico
Otto Von Bismarck ("il cancelliere di ferro"), 1815-1898
Napoleone III, Parigi 1808 Inghilterra1873, Imperatore 1852-1870

 

 

 

 

 

 

 

La seconda repubblica
e
Il secondo Impero
(1848-1870)

Malgrado il suo ritiro dalla scena internazionale dal 1815, la Francia rivoluzionaria conservava tutto il suo prestigio in Europa, e la rivoluzione del febbraio 1848 scatenò una serie di movimenti analoghi in Germania, in Austria, in Italia. Nessun regime fu ispirato da ideali democratici e umanitari così sinceri come quelli della seconda repubblica ai suoi inizi: Romanticismo, socialismo, cristianesimo evangelico si mescolarono per suscitare un entusiasmo paragonabile a quello del 1789. Per quanto breve e deludente, dato che scomparve meno di un anno dopo in un regime di potere personale, la rivoluzione del 1848rimane una svolta della storia francese e anche del mondo, perché rappresentò, per la prima volta, l'entrata del proletariato sulla scena politica. Senza dubbio gli animatori di questa rivoluzione sono dei borghesi come Larmartine e Arago, erano sempre dei borghesi, ma vollero veramente fare la rivoluzione per il popolo: stabilirono il suffragio universale per tutte le elezioni, la libertà di stampa, la libertà di riunione (prolificazione di club), aprirono la guardia nazionale agli operai, decretarono l'abolizione della pena di morte per i reati politici e la schiavitù nelle colonie. Il governo provvisorio tentò di risolvere il problema della disoccupazione, creando delle officine nazionali. Ma la borghesia restava l'unica forza politica coerente del paese, e vinse le elezioni del dell'aprile del 1848. L'assemblea nazionale comprendeva una repubblica sociale. Fra l'assemblea e il popolo parigino non tardò a scoppiare il conflitto: quando l'assemblea volle sopprimere le officine nazionali, gli operai parigini insorsero, ma furono schiacciati dal generale Cavaignac. Le sanguinose "giornate di giugno" (23-26 1848)furono seguite da più di 4000deportazioni in Algeria,e decapitarono la corrente socialista del partito repubblicano: Gli operai divennero indifferenti verso un regime divenuto ormai di classe. L'assemblea pur consacrando la sovranità del popolo e il suffragio universale nella costituzione dle1848, affidò l'esecutivo a un presidente della repubblica, eletto con suffragio universale per quattro anni. L'inquietudine lasciata dalle sommosse di giugno e le difficoltà finanziarie agevolarono l'elezione, a schiacciante maggioranza di Luigi Napoleone Bonaparte, nipote di Napoleone I (10-XII-1848). La reazione antirivoluzionaria si precisò quando fu eletta l'assemblea legislativa che vide il trionfo del "partito dell'ordine", il quale riuniva i conservatori (monarchici e cattolici), in nome della difesa della proprietà: Molto abilmente il principe presidente lasciò che l'assemblea conservatrice si screditasse con una serie di provvedimenti clericali o restrittivi dei diritti popolari (legge Falloux sull'istruzione, legge elettorale, legge sulla stampa). Nel frattempo, l'apprendista dittatore, si rivolgeva direttamente al popolo al di sopra dell'assemblea, moltiplicava i giri di propaganda in provincia,esaltava i gloriosi ricordi connessi al nome di Napoleone, davanti agli operai si atteggiava a difensore del suffragio universale, davanti ai contadini e alla borghesia a garante della proprietà, infine collocava tutti in posti importanti dell'esercito e dell'amministrazione uomini a lui devoti. Non avendo potuto ottenere dall'assemblea un accrescimento dei suoi poteri mediante la revisione della costituzione, preparò il colpo di stato che avvenne il 2 dicembre 1851, grazie all'indifferenza delle classi operaie. Tuttavia i capi della borghesia repubblicana opposero una resistenza coraggiosa e disperata: nei giorni seguenti, la polizia arrestò quasi tremila persone, e ci furono quasi diecimila deportazioni in Algeria e Guaina. Ma il timore di una rivoluzione sociale fece sì che la maggioranza della nazione seguisse Luigi Napoleone: il colpo di stato fu approvato quasi all'unanimità dal plebiscito del 21-XII-1851 e, in seguito a un nuovo plebiscito, fu proclamato l'Impero. Regime di potere personale, sostenuto dalla borghesia orleanista unita insieme e dal clero, il Secondo Imperiosi sforzò di spoliticizzare l paese con i suoi prefetti e sindaci nominati, mettendo sotto tutela la stampa e l'università, con la pressione elettorale, con la sorveglianza poliziesca, con la magistratura agli ordini del potere: per far dimenticare la perdita della libertà, l'Impero volle dare alla Tranciala gloria militare e la prosperità economica: La guerra di Crimea (1854-56) terminò con il congresso di Parigi, in cui la Francia parve aver riconquistato un rango di preminenza in Europa. Napoleone III si fece paladino dell'indipendenza italiana: le due sanguinose vittorie di Magenta e Solforino se non soddisfecero del tutto le ambizioni del Piemonte, più o meno abbandonato da Napoleone al colloquio di Villafranca, valsero almeno alla Francia l'annessione di Nizza e della Savoia: L'imperatore invio delle spedizioni in Siria e in Cina, per proteggere gli interessi spirituali e materiali della Francia; in Algeria tentò senza grande successo, di imporre ai coloni una politica liberale a favore degli Algerini; l'espansione coloniale fu segnata dall'acquisto della Nuova Caledonia , dalla colonizzazione del Senegal, la conquista della Cocincina, il protettorato francese sulla Cambogia, l'istallazione della Francia a Obock, sul Mar Rosso. L'apertura del canale di Suez (1869) che era un'iniziativa francese, contribuì anch'essa ad innalzare il prestigio del regime. Il Secondo Impero fu un'epoca di grande sviluppo economico: prima dirigista la politica economica del regime si orientò verso il liberalismo, dopo il trattato di libero scambio franco inglese del gennaio 1860. L'industria fece considerevoli progressi, soprattutto nel campo della siderurgia, ma la più spettacolare realizzazione del regime fu senza dubbio la trasformazione di Parigi, condotta sotto la direzione di Haussman dal 1853 al 1869. In mezzo a questa espansione, la condizione operaia restava precaria, la legislazione contro lo sciopero era rigidamente applicata. La campagna d'Italia e il trattato commerciale libero scambista con l'Inghilterra provocarono il passaggio dall'impero autoritario all'impero liberale: Napoleone III, che aveva perduto l'appoggio dei cattolici a causa della sua politica, pericolosa per il papa,e di parte degli industriali minacciati dalla concorrenza, tentò di appoggiarsi alla piccola borghesia. Il corpo legislativo vide allargati i suoi poteri, (diritto di rimostranza il liberale Victor Duruy divenne ministro dell'istruzione pubblica, gli operai ottennero il diritto di sciopero). Queste concessioni non arrestarono però l'opposizione repubblicana: quando Napoleone III si decise a stabilire un regime parlamentare (ministero E. Olliver), l'impero era già prossimo alla decadenza. Da qualche anno gli errori in politica estera si succedevano: alla spedizione disastrosa del Messico (1861-1867)si aggiunsero le incertezze della politica italiana, le poco abili mosse della politica dei compensi, con cui Napoleone III cercò di vendere a Bismarck la sua neutralità per l'unità tedesca. Auspicata da Bismarck, che voleva suggellare l'unità con una grande lotta nazionale, la guerra fu dichiarata con folle leggerezza dalla Francia. Le sconfitte militari si succedettero rapidamente e la capitolazione di Sedan provocò la rivoluzione pacifica (4 novembre 1870) e la proclamazione della repubblica.

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4 novembre 1870: proclamazione della repubblica,  è la fine dell'impero di Napoleone III
Parigi 3-12-1851: barricate


 

 

 

 

 


   

    

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