RAZZI

The secret 1902 Fernand Khnopff

XVIII

Razzi. - non disprezzare la sensibilità di nessuno. La sensibilità di ognuno è il suo genio. Ci sono soli due luoghi dove si paga per avere il diritto di spendere: le latrine pubbliche e le donne. Per mezzo di un concubinato ardente, si possono indovinare le gioie di due giovani sposi. Gusto precoce delle donne. Io confondevo l'odore della pelliccia con l'odore della donna. Mi ricordo… infine, amavo mia madre per la sua eleganza. Ero dunque un dandy precoce. I miei antenati, idioti o maniaci, in appartamenti solenni, tutti vittime di terribili passioni. I paesi protestanti manca di due elementi indispensabili alla felicità d'un uomo ben educato: la galanteria e la devozione. Il miscuglio del grottesco e del tragico è piacevole allo spirito, come le dissonanze agli orecchi sazi. Nel cattivo gusto c'è, d'inebriante, il piacere aristocratico di non piacere. La Germania esprime il fantasticare per mezzo della linea come l'Inghilterra per mezzo della prospettiva. Nella genesi d'ogni pensiero sublime c'è una scossa nervosa che si fa sentire nel cervelletto. La Spagna mette nella religione la ferocia naturale dell'amore. Stile. - La nota eterna, lo stile, eterno e cosmopolitico. Chateaubriand, Alph. Rabbe, Edgar Poe.

XXIII

Razzi. Igiene. Idee. - più si vuole, meglio si vuole. Più si lavora, meglio si lavora e più si vuole lavorare. Più si produce, e più si diventa fecondi. Dopo un'orgia, ci si senti più soli, più abbandonati. Moralmente come fisicamente, ho sempre avuto la sensazione dell'abisso: non solo dell'abisso del sonno, ma dell'abisso dell'azione, del sogno, del ricordo, del desiderio, del rimpianto, dei rimorsi, del bello, del numero ecc...Ho coltivato il mio isterismo con gioia e terrore. Ora ho sempre le vertigini, e oggi, 23 gennaio 1862, ho avuto un avvertimento strano: ho sentito passare su di me il vento dell'ala dell'imbecillità.

XXX

Igiene. Condotta. Metodo. - Giuro a me stesso di prendere ormai le seguenti regole come regole eterne di vita. Fare tutte le mattine la mia preghiera a Dio, fonte di ogni forza e di ogni giustizia, a mio padre, a Mariette ed a Poe, come intercessori; pregarli di darmi la forza necessaria a compiere tutti i miei doveri e di concedere a mia madre una vita tanto lunga da poter godere della mia trasformazione; lavorare tutta la giornata, o almeno quanto le mie forze me lo permetteranno; affidarmi a Dio, cioè alla giustizia stessa, per il buon esito dei miei progetti; fare, tutte le sere, una nuova preghiera, per domandare a Dio la vita e la forza per mia madre e per me; fare di tutto quel che guadagnerò quattro parti - una per la vita quotidiana, una per i miei creditori, una per i miei amici e una per mia madre; - obbedire ai principi della più rigorosa sobrietà, il primo dei quali è la soppressione d'ogni eccitante, di qualsiasi specie.

 

IL MIO CUORE MESSO A NUDO

XII

Sentimento di solitudine, sin dall'infanzia. Nonostante la famiglia, e soprattutto in mezzo ai compagni. - Sentimento di destino eternamente solitario. Eppure, gusto vivissimo della vita e del piacere.

XXVII

Il Diavolo e George Sand. - non bisogna credere che il diavolo tenti solo gli uomini di genio. Esso disprezza senza dubbio gli imbecilli, ma non ne disdegna l'aiuto. Al contrario, fonda grandi speranze su loro. Guardate George Sand ! E' soprattutto, e più di ogni altra cosa, una bestiona; ma è indemoniata. Il Diavolo l'ha convinta a fidarsi del suo buon cuore e del suo buon senso, affinché ella convincesse tutti gli altri bestioni a fidarsi del loro buon cuore e del loro buonsenso. Non posso pensare a quella stupida creatura senza un certo fremito d'orrore. Se la rincontrassi, non potrei trattenermi dal gettarle una pila d'acqua santa in testa.

XLIV

Politica. - Insomma, davanti alla storia e davanti al popolo francese, la grande gloria di Napoleone III sarà stata quella di provare che il primo venuto può impadronendosi del telegrafo e della Stamperia nazionale, governare una grande nazione. Imbecilli coloro che credono che simili cose possono compiersi senza il permesso del popolo - e coloro che credono che la gloria non possa fondarsi sulla virtù. I dittatori sono servitori del popolo - niente di più, una fottuta parte, d'altronde, - e la gloria risulta dall'adattamento d'un genio alla scempiaggine della nazione.

XLVIII

Fra gli uomini, grandi sono soltanto il poeta, il prete e il soldato. L'uomo che canta, l'uomo che si sacrifica e si sacrifica. Il resto è fatto per la frusta. Diffidiamo del popolo, del bonsenso del cuore, dell'ispirazione e dell'evidenza.

LXXIII

Ancora bambino, ho sentito in cuore due sentimenti contraddittori: l'orrore della vita e l'estasi della vita. E' proprio il caso d'un pigro nervoso.

LXXXIV

Tutti gli imbecilli della Borghesia che pronunziano senza posa le parole:
" immorale ", " immoralità ", " moralità nell'arte " e altrettali sciocchezze, mi fanno pensare a Louise Villedieu, prostituta da cinque franchi, che, accompagnandomi una volta al Louvre, dove non era mai stata, cominciò ad arrossire, a coprirsi il viso, e, tirandomi ogni momento per la manica, mi domandava davanti alle statue e ai quadri immortali, come mai si potessero mettere pubblicamente in mostra simili indecenze.

 

Sull'album di Philoxène Boyer

Sintomi di rovine. Edifizi immensi, pelasgici, l'uno sull'altro. Appartamenti, camere, templi, gallerie, scale, cortiletti, belvederi, lucernari, fontane, statue. - fessure, crepe. Umidità provenienti da un serbatoio situato vicino al cielo. - Come avvertire le genti, le nazioni ? Avvertiamo i più intelligenti, parlando loro all'orecchio. Molto in alto, una colonna scricchiola e le sue due estremità si spostano. Nulla ancora è crollato. Non posso ritrovare l'uscita. Discendo, poi risalgo. Una torre. - Labirinto. Non sono mai potuto uscire. Abito per sempre un edifizio che sta per crollare, un edifizio minato da una malattia segreta. Calcolo dentro di me, per divertirmi, se una massa così prodigiosa di pietre, di marmi, di statue, di muri, che stanno per urtarsi reciprocamente, sarà molto insudiciata da questa moltitudine di cervelli, di carni umane e di ossami frantumati. Vedo in sogno cose così terribili, che vorrei, talvolta, non dormire più, se fossi sicuro di non essere poi troppo stanco.

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