XXVII

Con le vesti ondeggianti e iridescenti,
anche quando cammina, che ella danzi
si crederebbe, come quei serpenti,
lunghi che i sacri giocolieri in cima
ai lor bastoni scuotono in cadenza.
Come la cupa sabbia e dei deserti
il cielo, insensibile all'umana
sofferenza, come onda che mareggia
tramando lunghe bave, ella si snoda
con aria indifferente. Gli occhi tersi
di minerali magici son fatti;
nella sua strana indole simbolica,
in cui s'unisce con antica sfinge,
un angelo inviolato, dove tutto
è oro, acciaio, luce e diamanti
per sempre splende, come un astro inutile,
la maestà fredda della donna sterile.

Boreas
Boreas (John William Waterhouse 1903)

 

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