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carlo   mariani

 

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1990    Milano (registrazione cd)

  "THE BLESSING OF THE OLD LONG SOUND"      di David LIEBMAN  (cd)

con David LIEBMAN, Alberto MARIANI, Dionigi BURRANCA e Tiziano TONONI.


LA NUOVA SARDEGNA – 12 luglio 1990

Liebman: un Cd tra folk sardo e jazz

Un amico americano per le launeddas

di Angelo Porru

    Launeddas, strumento del futuro. E i repertori della tradizione, i ronzii che accompagnano balli e santi patroni, le consegne tramandate di padre in figlio? Restano un’eco precisa, ma non sono più una norma tassativa.

    Così vuole il metodo di chi prova a ridisegnare 1’identità delle tre canne simbolo di Sardegna. Dave Liebman tanto per cominciare da un esempio. Già con Paolo Fresu, e si parla del 1996, questo virtuoso del jazz aveva assaggiato i sapori etnici di un’isola mediterranea. Un incontro promettente. Ma per convincere Liebman a tradire il suo sassofono, discepolo fedelissimo di John Coltrane, c’è voluta l’amicizia con due fratelli romani, estimatori di musiche popolari.

    Appassionati, sia Alberto che Carlo Mariani (nella foto), tanto da impegnarsi con puntiglio nello studio delle "cannas" di ogni festa tra Campidano e Gallura. Proprio loro, i due Mariani conquistati da armonie ronzanti, affiancano adesso l’amico americano in una prova audace. A quarantaquattro anni, e con un tirocinio nelle covate di Miles Davis fra i suoi trascorsi, il sassofonista affronta lc sonorità delle launeddas.

    I risultati si ascoltano in Tbe blessing of The Old, Long Sound registrazione compact disc con nove brani ed un ospite speciale. Speciale, e autorevole come può esserlo un patriarca della musica tradizionale sarda. E’ il ruolo da cui Dionigi Burranca benedice 1’operazione innovativa.

    Dopo aver insegnato l’abc dello strumento ai Mariani studenti di launeddas, il vecchio maestro ripete ora qualche capitolo del suo manuale. Il ripasso ha le cadenze e i punti fermi di una Processione, unico pezzo inciso nel rispetto dei canoni consuetudinari. Affidata agli ex allievi, infatti, anche la scrittura di un altro caposaldo di Burranca (il Punto d’organo e ballo) cambia grafia. Nessun attentato all’ordine stabilito: basta spaziare con timbri e sovrapposizioni per ridiscutere precetti che hanno resistito ai secoli. La nuova vita di un pezzo d’archeologia sonora comincia da qui.

    All’attrezzo di musicanti ritratti persino da bronzetti nuragici si accreditano potenzialità insospettate. Se ne accorge Ornette Coleman, evocando confronti con i quartetti d’archi. Ci crede, e trasferisce su disco la fiducia, anche un professore di tecnica jazzistica come Liebman. Lui, per adesso, si concede appena qualche licenza col solittu, una delle tre canne da suonare coi polmoni a mantice. Ma la sua firma sul Cd della New Sound Planet, etichetta di respiro avanguardista anche grazie alla produzione di Gianfranco Salvatore, non è solo un avvallo di altre, e migliori, competenze.

    Che sia vero interesse lo documentano due composizioni originali Spirits renewed insieme a quella che intitola l’album ed un atto di fede illimitata. Un atteggiamento che si esprime nella rivisitazione di due pietre miliari del padre spirituale Coltrane. Rimescolare Africa quanto The drum thing è però un azzardo ben ripagato. Le idee coltraniane rifioriscono nell’intreccio di sax soprano e launeddas, quasi avessero riscoperto la loro sorgente originaria.

    Il contatto tra stilemi jazzistici e suoni delle etnie, ancora una volta, diventa alchimia entusiasmante. Non abbiamo usato trattamenti elettronici, giurano le note di copertina. E la precisazione non sembra oziosa, dato che le tre canne dei nuraghi spesso somigliano incredibilmente ai sintetizzatori di Philip Class e di John Surman.

    Soprattutto nei titoli autografi (Invasione e L’aquilone giallo) risalta l’apertura dovuta ad Alberto e Carlo Mariani. Molto piu del solito accostamento: senza accontentarsi di far soltanto convivere armonie ancestrali e musiche del nostro tempo, qui sembra che una sapienza di pastori sappia tener conto delle vedute piu avanzate. Potrebbe essere lo slancio di un rinascimento, un decollo oltre il folclore. Anche in Sardegna lavorano i pionieri di questa direzione.


DAVID LIEBMAN

The Blessing Of The Old, Long Sound

New Sound Planet IN 810

    Riconosciuto da tutti come il massimo esponente del sassofono soprano. David Liebman è un musicista sempre sensibile alle sollecitazioni di qualsivoglia universo musicale. Da una tournée svolta con Paolo Fresu nasce il suo interesse per l’antichissimo suono delle launeddas. le tre canne di bambu patrimonio prezioso della cultura sarda. Il progetto sulla carta ed ai fatti molto interessante si è attuato grazie all’amico e collega Gianfranco Salvatore produttore tra i piu attenti ed acuti del panorama nostrano. "The Blessing..." vede il sassofono di Liebman affiancato dalle canne magiche di Alberto e Carlo Mariani e da quelle del grande vecchio maestro Dionigi Burranca. Le launeddas hanno sonorità del tutto tipiche perché progettate e costruite dagli stessi strumentisti secondo un criterio antichissimo indicato dal maestro Burranca. Alle percussioni si aggiunge Tiziano Tononi che colora da par suo le nove diverse situazioni musicali qui presenti. Abbiamo collocato il CD nella sezione jazz della rivista per la provenienza di Liebman ma il potenziale acquirente sappia che la musica proposta ha molti punti di contatto con la new age più creativa. Ci viene spontaneo 1’accostamento con John Surman con la gustosa variante che vede il suono arcano ed arcaico delle launeddas sostituirsi ai moderni sintetizzatori con risultati incredibilmente simili. Un lavoro che oserei definire "globale" in cui il jazz si addentra per strade inesplorate con risultati molto interessanti. Da conoscere. Incisione di ottima qualità. Rumore di fondo praticamente nullo. M. C.

AudioReview  giugno 1990


 

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Aggiornato il: 07 gennaio 2007