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Chronology

"DIPENDENZE" (parte prima)

Numero (anno III, fasc.1-2/2006) dei Nuovi Quaderni di Psicoanalisi e Psicodramma Analitico.

 

 


 

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Dalla Presentazione di Elena B. Croce. 

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Rivista Frenis Zero

 

 

    

   

Maitres à dispenser

 

 
 

 

Questo numero di "Nuovi Quaderni" ci offre soprattutto un'occasione di apertura ad una discussione sul problema della dipendenza, discussione che continuerà nel prossimo numero dei nostri N.Q.

E' ovvio che non si tratta solo del problema della dipendenza da sostanze. Infatti, se prescindiamo dalle dipendenze che correntemente si definiscono patologiche, quando mai l'essere umano può definirsi assolutamente indipendente? Nella masturbazione, forse?

Come ci ricorda qui F. Marone, Freud aveva già equiparato l'attività masturbatoria, in qualche modo, alle sostanze tossiche. E d'altra parte sappiamo, ascoltando i discorsi dei nostri pazienti, come non di rado l'attività masturbatoria implichi nel suo soddisfacimento la presenza di un "altro" amato e desiderato, a cui l'atto masturbatorio stesso viene dedicato come a una specie di omaggio. Nell'uso di sostanze stupefacenti questo in genere non si verifica. Forse nel prossimo numero di N.Q. qualcuno parlerà anche di questo!

Ma soprattutto spero si approfondiranno i temi relativi alle diverse modalità di intervento nei diversi casi di dipendenza più o meno patologica e nei casi di illusoria indipendenza più o meno "autistica".

In questo numero, senza lasciarsi trascinare in una sterile polemica relativa agli ingenui investimenti, oggi imperversanti, sulla "doppia diagnosi", Fulvio Marone ci ricorda come le leggi abbiano sempre avuto prima di tutto lo scopo di regolamentare il godimento individuale, sacrificandone una parte, affinché sia possibile un piacere che permetta una vita condivisa, arricchita dallo scambio tra il soggetto, l'altro e l'Altro. Perché è necessario saper legare la propria vita a quella degli altri e dell'Altro e saper trasformare gli oggetti di godimento in modo che possano essere rappresentati da parole dette e ascoltate in una "avventura" soprattutto simbolica e reale. Mi sembra essenziale che Marone sottolinei l'esistenza di due categorie di tossicodipendenti che si contrappongono in modo decisivo: quelli che affermano <<Sono un tossicodipendente>>, quasi con fierezza, come se fosse un nome proprio (a cui si può aggiungere, magari, un cognome) e quelli che negano, negano fino all'assurdo di avere a che fare qualche cosa con l'essere tossicodipendente.

Questa distinzione è molto importante, infatti, per studiare le strategie specifiche di approccio al fine di arrivare a stimolare almeno un inizio di senso di responsabilità in ciascuno, tenendo conto delle necessità implicite nei differenti punti di partenza per un possibile "viaggio di liberazione".

Anche per G. Senzolo la "sostanza" è un oggetto al di là della legge e non il resto di un'operazione significante. E' qualche cosa che, staccata dal corpo, può ritornarvi per penetrare il luogo della mancanza e tappare l'emorragia del godimento. Questo concetto nelle sue svariate sfumature è illustrato in modo chiaro, preciso e agile attraverso brevi presentazioni di casi: Sergio, Raffaele, Paolo.

Il saggio di Corrado Pontalti si apre sottolineando decisamente la necessità di riflettere su come si impostano i progetti terapeutici, ancor prima della loro gestione. Segue una vasta e complessa descrizione-presentazione di come si può costruire e "gestire" nei diversi casi il campo terapeutico. Questo, infatti, può comprendere, di volta in volta oltre a una dimensione di lavoro individuale, una dimensione gruppale, una dimensione familiare a diversi livelli ed è quindi qui illustrato attraverso due esempi clinici, nei quali supervisori ed equipe si muovono con il massimo impegno e senso critico.

La sottoscritta, condividendo in pieno la preoccupazione del professor Pontalti relativa alla necessità di riflettere a lungo, anche preventivamente, su come impostare i processi terapeutici, si sofferma, in un ambito più generale, sui mutamenti che si sono verificati nel corso degli ultimi decenni, nelle diverse "scene" della tossicodipendenza.

A questo proposito viene anche sottolineata da chi scrive, e articolata con più precisione da A. Pascucci e M. Gasperini, la specifica capacità di incidenza dell'esperienza di psicodramma analitico al fine di responsabilizzare, per quanto possibile, chi ha problemi di dipendenza da sostanze, dandogli la possibilità, attraverso l'uso del gioco, di sospendere per un "momento" ben definito e concordato con gli altri (terapeuti e gruppo) l'agire, al fine di non precipitarsi a tappare qualsiasi timore del vuoto.

L'articolo di B. Gallo si riferisce agli aspetti di base neurologici, psicologici, sociologici che condizionano la dipendenza da sostanze così come la dipendenza da comportamenti compulsivi e da relazioni affettive più o meno simbiotiche. Quindi, si sofferma su quello che definisce "transfert amoroso" (piuttosto che "amore di transfert"), la cui soluzione Freud stesso ha giudicato un po' "senza speranza". I giapponesi hanno tuttavia una parola precisa per definire questa forma di amore un po' rabbioso ed esigente: amae (dipendenza indulgente). Questa espressione ci suggerisce che il terapeuta può trovare il modo per affrontare il problema con una certa fiducia, soprattutto conciliando la massima disponibilità con il massimo rigore.

A questo proposito la Gallo ci presenta qui due casi di amae, Giulia ed Anna, in relazione ai quali con coraggio, pazienza e umiltà riesce a superare un momento d'impasse dovuto appunto a questo problematico genere di transfert.

Il dr. Barca presenta il programma della Comunità Terapeutica (residenziale e semiresidenziale) Villa Maraini, programma complesso e articolato che comprende: lavoro psicoterapeutico individuale, di gruppo, terapia familiare, di coppia e counseling. Inoltre sono previste attività ergoterapiche, artistico-espressive, attività ludiche e sportive. Questa offerta estremamente ricca e variegata permette di impostare ogni volta percorsi differenziati  specifici per ciascun utente perché, al di là del problema tossicodipendenza, è necessario non dimenticare che ciascun tossicodipendente è un soggetto con una sua struttura e aspirazioni non sovrapponibili a quelle di chiunque altro.

Il contributo di Ubaldeschi, Sciamé e Cormaio ci parla di una coraggiosa esperienza relativa al lavoro di prevenzione attraverso l'organizzazione audace di un gruppo molto complesso a cui hanno partecipato, oltre ai terapeuti osservatori, i ragazzi e alcuni insegnanti di un istituto di preparazione professionale di Alessandria. Lavoro che viene "letto" attraverso la lente della psicoanalisi e dello psicodramma analitico fondandosi sulla metodologia della Peer Education che valorizza lo scambio di emozioni, conoscenze, sogni tra gruppi di pari età. In realtà specialmente nell'adolescenza le relazioni tra pari risultano particolarmente significative per il costituirsi di un'identità abbastanza vitale ai fini dell'emancipazione dal gruppo familiare, rispettando la funzione dell'Ideale dell'io che, in questo caso, può sostenere la costruzione di progetti di vita realistici e, nello stesso tempo, aperti all'interesse per l'altro. Questo ricco materiale ci pone in uno stato di attesa piuttosto ottimista circa l'andamento della discussione che ancora una volta abbiamo aperto qui.

Speriamo che il prossimo numero di N.Q. ci offra materiale soprattutto per quanto riguarda la promozione e gli aspetti delle dipendenze che non implicano direttamente l'uso di sostanze più o meno tossiche, in quanto sono proprio queste dipendenze che in molti casi preparano il coinvolgimento nelle diverse tossicomanie propriamente dette. E con il ritorno della sezione "Il campo dell'Altro", nel secondo numero che abbiamo deciso di dedicare ad un tema così ampio, il problema delle dipendenze verrà affrontato anche da chi riflette da punti di vista  non prettamente psicoanalitici sugli aspetti sociali e culturali che tutti noi coinvolgono ogni giorno.

 

 


 

                 INDICE:

Presentazione                                                                                                                Pag. 5

FULVIO MARONE

"Dove c'è gusto non c'è perdenza":

il soggetto della dipendenza, tra etica e scienza                                                             Pag. 9

GRAZIANO SENZOLO

Alcune questioni sulla clinica della tossicodipendenza                                                    Pag. 19

C. PONTALTI

La dipendenza dai linguaggi e dai modelli:

ovvero come rendere incompetente la competenza                                                         Pag. 25

ELENA B. CROCE

Scena e "scene" delle tossicodipendenze e psicodramma analitico                                   Pag. 43

ANNALISA PASCUCCI, MARIO GASPERINI

Psicodramma analitico e tossicodipendenza: le ragioni

e le considerazioni di un'esperienza nel servizio pubblico                                                  Pag. 53

BIANA GALLO

Dipendenza e dipendenze, sistemi neurali e psicoterapia                                                    Pag. 65

VINCENZO BARCA

Un progetto di recupero multidisciplinare per tossicodipendenti:

la comunità terapeutica Villa Maraini                                                                               Pag. 77

DARIA UBALDESCHI, MONICA SCIAME', MARIALUISA CORMAIO

La prevenzione nell'ambito delle dipendenze patologiche:

lettura psicoanalitica di un'esperienza                                                                               Pag. 83

RECENSIONI                                                                                                                   Pag. 101

LETTURE                                                                                                                         Pag. 113

NORME REDAZIONALI                                                                                                 Pag. 115