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OXFORD TEXTBOOK OF PHILOSOPHY OF PSYCHIATRY

  Edited by Bill Fulford, Tim Thornton, and George Graham,   Oxford University Press, 2006.
Price: £59.95 (paper)
ISBN-10: 0-19-852695-4
ISBN-13: 978-0-19-852695-7
Publication date: 13 July 2006
912 pages, 276x219 mm
Series: International Perspectives in Philosophy
 

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 Recensione di Mark Welch .

Novità - News

 

 Questa recensione è originariamente apparsa su "Metapsychology Online Reviews"(14 Nov. 2006, Volume: 10, N.46  http://www.mentalhelp.net ) il cui 'editor', Christian Perring, si ringrazia per l'autorizzazione alla pubblicazione, oltre all'autore della recensione. Mark Welch, Ph.D., è "Assistant Professor" alla "Faculty of Nursing" dell'Università dell'Alberta (Canada) ed è co-direttore del "PAHO/WHO Collaborating Centre for Nursing & Mental Health". La traduzione in italiano è a cura di Giuseppe Leo.

 

Rivista Frenis Zero

 

 

    

   

Maitres à dispenser

 

 
 

 

Di primo acchito è una strana idea avere un "proactive textbook" come annunciano i curatori. Un manuale ( "textbook") è più spesso visto come un compendio di una conoscenza ricevuta,  una visione panoramica, un sommario di quel dato campo. Si è spesso detto che i manuali sono superati prima ancora di essere scritti. Avviene qualcosa di diverso per un libro che propone di far avanzare o addirittura di iniziare a definire un'area di studio.

In tempi recenti c'è stato non solo un crescente interesse per l'interfaccia tra filosofia e psichiatria (come testimoniato da questo sito web*), ma anche il riconoscimento che  ogni studente aggiornato dovrebbe avere in considerazione ciò. I corsi di filosofia stanno davvero diventando parte dei "British MRCPych examinations" (per coloro che desiderano prendere la qualifica di psichiatri) ed in un notevole numero di "Nursing programs" ai Masters post-laurea. Non si tratta affatto di un concetto astratto, ma di un'indagine molto reale delle implicazioni, ad esempio, dello spostamento dal mondo Positivistico a quello Post-moderno. Ma questo libro  non è né solamente un testo di filosofia, né unicamente di psichiatria. Si muove tra le due, occupando quel territorio mal definito che non è di nessuno eppure di entrambe; tentando ogni volta di delineare la storia, la rilevanza, i legami e l'interdipendenza delle idee. Ma, lo fa utilizzando, in linea di massima, un approccio "case study", con appropriati esercizi, note e questionari di auto-valutazione per lo studente come per il lettore più casuale. Esso fornisce utili linee guida di lettura e quadri sinottici ed è veramente ben corredato di indici. Esce anche con un CD contenente 179 lezioni seminariali a cui si fa riferimento nel testo, ed in questo modo potrebbe risultare di impiego molto utile come testo base per studenti in svariati campi di studi.

Il libro si presenta in cinque parti. La prima parte tratta dei concetti generali e centrali e "pone le esperienze individuali di disagio o di disturbo mentale su un piano equo rispetto alle conoscenze ed alle esperienze diffuse tra i professionisti" (corsivo nell'originale in modo che ci si vuol dire di farci caso) . Esso tiene in debita considerazione il contesto storico della pratica della salute mentale, e pone, giustamente, le domande: "Cos'è la psichiatria? Cos'è l'anti-psichiatria? Cos'è un disturbo? Cosa può la filosofia avere da dire su questo?". Talora sembra che la psichiatria sia come la psichiatria faccia; talora sembra avere un'agenda. Talora c'è un errato sillogismo, e talaltra c'è rigore analitico. Gli argomenti chiave di autori come Jaspers e Szasz sono presentati in maniera simile, tanto per le loro fondamentali posizioni quanto anche per le questioni che essi pongo ancora oggi nella vita quotidiana. Cosa si dovrebbe fare quando una persona, ad esempio, si lamenta di sentirsi tanto inutile da arrivare a pensare al suicidio?

La seconda parte è una storia filosofica della psicopatologia e "conduce ad una comprensione empatica del significato soggettivo sottostante alla valutazione clinica accanto alle spiegazioni causali". Questa parte inizia con una breve storia dei disturbi mentali, e continua con i punti essenziali della comprensione fenomenologica. Essa tenta di mettere da parte una serie di binari come quelli di valore/fatto, di 'illness/disease', di cause non naturali/naturali, di terapie morali/fisiche, di ermeneutica/"brain imaging", di anti-psichiatria/psicofarmacologia. Essa inoltre , in modo interessante, delinea una tradizione cha da una parte passa attraverso Platone ed il Cristianesimo, e dall'altra attraverso Ippocrate e l'Islam. E quindi finiamo col DSM.

La terza parte riguarda la filosofia della scienza e la salute mentale in modo da arricchire la nostra comprensione della scienza dell'osservazione in modo da mostrare "l'importanza della soggettività e del giudizio (compreso il giudizio clinico) sulla base della conoscenza implicita accanto all'obbiettività ed all'induzione.... basate sulla conoscenza esplicita". A questo punto il materiale diventa denso e complicato, e si deve sperare che il lettore abbia preso una pausa. Freud, una figura ovunque di spicco, e la sua idea  di filosofica osservazione diretta, è di importanza centrale, non soloperché egli volesse veramente vedere la psicoanalisi accettata come scienza, ma anche perché il suo lavoro è quasi la pietra di paragone di tutta la teorizzazione successiva. Si è suggerito che gran parte della successiva psichiatria e filosofia del XX e XXI secolo sia una reazione a Freud. "Cosa sono i dati?"ci si chiede. "Cos'è l'osservazione?" "Cos'è l'interpretazione?". Possono distinguersi e ciò ha comunque importanza? L'influenza del Positivismo Logico e della pratica e delle categorie diagnostiche, ed i dibattiti riguardanti ipotetiche ed inosservabili particelle in fisica aggiungono un misto di dubbio e di speculazione.

La quarta parte non raggiunge molta più chiarezza quando presenta i problemi connessi ai valori ed all'etica nella salute mentale. Essa introduce l'idea di "Pratica basata sui Valori" (Value-Based Practice). Essa abbraccia i concetti chiave della bioetica, ed alcuni dei punti essenziali nati dal mondo legale in queste aree. Cosa significa avere trattamenti coatti? Siamo tornati indietro alla posizione anti-psichiatrica di un essere ammalato confrontato coi problemi della vita? Che senso ha il consenso? Fino a che punto può essere giustificabile scavalcare i diritti di una persona in questo modo? Cosa ci può dire il discorso filosofico in questo senso? Gli eventi recenti concernenti l'eutanasia, il 'suicidio razionale', e i parti cesarei forzati vengono accennati a questo punto, ma per nulla esplorati. Neppure il punto del contagio deliberato delle persone  HIV positive viene affrontato; ma forse non riguarda la psichiatria.

La quinta sezione guarda alla filosofia della mente ed alla salute mentale. In molti modi ciò ritorna come il nostro punto di partenza. Cos'è esattamente la mente? Cos'è la mente e cos'è il corpo? Un disturbo della mente è un disturbo del corpo oppure no? La sezione rivisita molti dei concetti delineati nei precedenti capitoli, e molti dei nomi familiari riappaiono come dei circuiti chiusi. Il modo in cui sappiamo ciò che sta succedendo alla mente di qualcuno, come conosciamo l'esperienza individuale di identità, come entriamo nel mondo di un altro costituiscono i principali argomenti.

In conclusione, si potrebbe dire che esso costituisce un'integrazione molto raffinata e profondamente impressionante sia per la letteratura psichiatrica che per quella filosofica, ma anche capace di forgiare un'identità al proprio specifico campo. Il libro possiede un'ammirevole chiarezza e parla con molto buon senso. Si muove con passo regolare ed il gran numero di esercizi di riflessione aiutano il lettore a superare i terreni difficili. Esso risulterà di gran valore per gli studenti (sia principianti che più avanti cogli studi) di un gran numero di discipline e molti dei suoi temi si dovrebbero considerare come essenziali per qualsiasi professionista della salute mentale. Questo libro informa ma non è mai didattico, incoraggia la riflessione, ma non senza spunti critici, e non avanza pretese sul proprio posto. Esso riconosce che la psichiatria è, e deve sempre esserlo, intimamente coinvolta nei concetti filosofici; ciò dopo tutto la riguarda insieme ad alcune delle più fondamentali questioni dell'esperienza umana. Il libro sarà di grande aiuto nel cominciare a prevedere ed a comprendere le ramificazioni e le implicazioni del DSM-V. L'ultima affermazione del libro è forse un modo appropriato di concludere: "gli autentici progressi scientifici (della psichiatria) devono andare mano nella mano con una comprensione della struttura razionale che governa le menti, una struttura che forse non potrà mai essere codificata in una teoria scientifica deduttiva". Forse è il processo piuttosto che l'esito che importa. Ma questa è un'altra questione filosofica.

 

 

 

 

                  
                   
 
 
 

 

 

 

 

Note del traduttore:

* L'autore si riferisce al sito web di "Metapsychological Online Reviews".