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Il
professor Paolo
Bosisio, titolare della cattedra di storia del
Teatro e dello Spettacolo presso l' Università
degli Studi di Milano, in collaborazione con
il Centro Universitario teatrale Onlus di Milano,
ha recentemente organizzato la X edizione de "La
Settimana del Teatro".
Gianfranco
De Bosio,
Maurizio Scaparro, Luca Ronconi e
Paolo Bosisio durante un dibattito |
Quest'anno
la manifestazione, che, come sempre, ha avuto luogo
presso la prestigiosa sede di Palazzo Feltrinelli
in Gargnano del Garda, ha suscitato moltissimo interesse,
testimoniato da un numero elevato di adesioni. Infatti,
sono stati oltre 200 i giovani studenti e laureandi
che dall'8 al 12 maggio hanno avuto il piacere di incontrare
e confrontarsi con i più prestigiosi nomi della regia
teatrale in Italia.
L'inaugurazione
ha visto al tavolo dei relatori oltre al professor Bosisio,
direttore scientifico della manifestazione, il professor
Fabrizio Conca, Preside della Facoltà di Lettere
e Filosofia, la professoressa Anna Anzi, direttore
del Dipartimento di storia dell'Arte della Musica e
dello Spettacolo, e i professori Mariangela Mazzocchi
Doglio (Storia del Teatro Francese) e Annamaria
Cascetta (Drammaturgia teorica- Università Cattolica
del Sacro Cuore). Luca Ronconi, Massimo Castri,
Mario Missiroli, Luigi Squarzina, Pietro
Garinei, Gianfranco De Bosio e Maurizio
Scaparro, dopo essere intervenuti negli scorsi anni
singolarmente per spiegare e analizzare le ragioni della
loro poetica, hanno partecipato al dibattito che verteva
sul futuro del teatro alle soglie del terzo millennio.
Mentre ogni regista è stato introdotto criticamente
da un giovane studioso che ne ha illustrato le ragioni
del fare teatro, ripercorrendone i tratti salienti della
carriera artistica, il professor Roberto Alonge,
Preside del DAMS di Torino, ha dedicato le sue riflessioni
all'operato registico di Massimo Castri.
Particolarmente
controversa è apparsa, anzitutto, la definizione del
ruolo che il teatro deve prendere: aprirsi a produzioni
più commerciali, e forse anche maggiormente fruibili
da parte del pubblico medio, sembra essere la strada
indicata dai più. Vi è, tuttavia, chi, come Ronconi,
difende la posizione intellettuale critica e artistica
assunta negli ultimi 50 anni dall'organo teatrale, stabilendo
il primato del messaggio e dell'ideale poetico dell'opera
sulla popolarità e semplicità espressiva.
Altro
nodo spinoso, che ha visto concordi quasi tutti i personaggi
presenti, è senza dubbio la mancanza di una nuova generazione
di validi registi: solo Pietro Garinei ha riconosciuto
nella Compagnia della Rancia alcuni giovani emergenti
di indiscusso talento in grado di tenere alto il buon
nome del musical italiano. Indagando più a fondo nei
motivi che hanno dato vita a questo gap generIazionale,
gli
stessi Maestri hanno in parte riconosciuto le loro colpe
sul fatto di non avere plasmato allievi in grado di
sostituirli degnamente, sottolineando però, al tempo
stesso, la decadenza intellettuale degli ultimi anni.
Una
nota a parte merita la commovente serata in onore di
Giorgio Strehler, che ha visto alternarsi mercoledì
10 maggio sul palco dell'Auditorium del Vittoriale degli
Italiani una superba Andrea Jonasson, impegnata
nella riproposta di alcuni fra i ruoli più belli affidatigli
dal compianto Maestro, e uno struggente Giancarlo
Dettori, il quale ha recitato alcuni brani tratti
da lettere scritte da Strehler: brani che hanno
saputo svelarci la passione per il teatro di questo
grande rtista e la profonda umanità di un uomo straordinario.
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