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Gargnano 2000
Il teatro di regia alle soglie del terzo millennio. (Palazzo Feltrinelli, Gargnano del Garda, 8-12 maggio 2000)


di Emanuele Buzzi

 
19/05/2000
 

Il professor Paolo Bosisio, titolare della cattedra di storia del Teatro e dello Spettacolo presso l' Università degli Studi di Milano, in collaborazione con il Centro Universitario teatrale Onlus di Milano, ha recentemente organizzato la X edizione de "La Settimana del Teatro".


Gianfranco De Bosio, Maurizio Scaparro, Luca Ronconi e Paolo Bosisio durante un dibattito

Quest'anno la manifestazione, che, come sempre, ha avuto luogo presso la prestigiosa sede di Palazzo Feltrinelli in Gargnano del Garda, ha suscitato moltissimo interesse, testimoniato da un numero elevato di adesioni. Infatti, sono stati oltre 200 i giovani studenti e laureandi che dall'8 al 12 maggio hanno avuto il piacere di incontrare e confrontarsi con i più prestigiosi nomi della regia teatrale in Italia.

L'inaugurazione ha visto al tavolo dei relatori oltre al professor Bosisio, direttore scientifico della manifestazione, il professor Fabrizio Conca, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, la professoressa Anna Anzi, direttore del Dipartimento di storia dell'Arte della Musica e dello Spettacolo, e i professori Mariangela Mazzocchi Doglio (Storia del Teatro Francese) e Annamaria Cascetta (Drammaturgia teorica- Università Cattolica del Sacro Cuore). Luca Ronconi, Massimo Castri, Mario Missiroli, Luigi Squarzina, Pietro Garinei, Gianfranco De Bosio e Maurizio Scaparro, dopo essere intervenuti negli scorsi anni singolarmente per spiegare e analizzare le ragioni della loro poetica, hanno partecipato al dibattito che verteva sul futuro del teatro alle soglie del terzo millennio.
Mentre ogni regista è stato introdotto criticamente da un giovane studioso che ne ha illustrato le ragioni del fare teatro, ripercorrendone i tratti salienti della carriera artistica, il professor Roberto Alonge, Preside del DAMS di Torino, ha dedicato le sue riflessioni all'operato registico di Massimo Castri.

Particolarmente controversa è apparsa, anzitutto, la definizione del ruolo che il teatro deve prendere: aprirsi a produzioni più commerciali, e forse anche maggiormente fruibili da parte del pubblico medio, sembra essere la strada indicata dai più. Vi è, tuttavia, chi, come Ronconi, difende la posizione intellettuale critica e artistica assunta negli ultimi 50 anni dall'organo teatrale, stabilendo il primato del messaggio e dell'ideale poetico dell'opera sulla popolarità e semplicità espressiva.

Altro nodo spinoso, che ha visto concordi quasi tutti i personaggi presenti, è senza dubbio la mancanza di una nuova generazione di validi registi: solo Pietro Garinei ha riconosciuto nella Compagnia della Rancia alcuni giovani emergenti di indiscusso talento in grado di tenere alto il buon nome del musical italiano. Indagando più a fondo nei motivi che hanno dato vita a questo gap generIazionale, gli stessi Maestri hanno in parte riconosciuto le loro colpe sul fatto di non avere plasmato allievi in grado di sostituirli degnamente, sottolineando però, al tempo stesso, la decadenza intellettuale degli ultimi anni.

Una nota a parte merita la commovente serata in onore di Giorgio Strehler, che ha visto alternarsi mercoledì 10 maggio sul palco dell'Auditorium del Vittoriale degli Italiani una superba Andrea Jonasson, impegnata nella riproposta di alcuni fra i ruoli più belli affidatigli dal compianto Maestro, e uno struggente Giancarlo Dettori, il quale ha recitato alcuni brani tratti da lettere scritte da Strehler: brani che hanno saputo svelarci la passione per il teatro di questo grande rtista e la profonda umanità di un uomo straordinario.

 

 


 
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