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Il Leone d'Inverno
al teatro Manzoni di Milano dal 28 marzo al 30 aprile esclusa l'interruzione pasquale dal 21 al 27 aprile


di Albarosa Camaldo

 
30/02/2000
 

Gli amori e gli intrighi politici di Enrico II d'Inghilterra e della moglie Eleonora D'Aquitania tornano a rivivere nell'allestimento teatrale de Il leone d'inverno dopo la memorabile interpretazione cinematografica di Katharine Hepburn e Peter O'Toole del 1968.

Nel 1183 Enrico II regna in Inghilterra, tenendosi accanto la giovane principessa Alice, dopo essersi separato dalla moglie Eleonora e averla confinata da dieci anni in un castello, il re decide di designare il suo erede fra i suoi figli Goffredo, Riccardo, Giovanni approfittando delle feste di Natale in cui permette alla moglie di uscire e di ritornare, per poco, alla loro reggia.

Lo spettacolo assume le sembianze di un dramma moderno in quanto si assiste allo scontro fra marito e moglie, fra padre e figli e i figli fra di loro. Enrico e Eleonora, pur amandosi, riescono solamente a farsi del male e a ricattarsi a vicenda. I figli tessono trame gli uni agli altri per avere la meglio.

Lo spettacolo però assume una doppia valenza: drammatica per i temi trattati e ironica, divertente per il modo in cui essi sono trattati. Il testo è infatti scritto da Goldman, un autore americano, morto nel 1998, che ironizza sulla storia europea.

Difficile è stato per il regista Mauro Avogadro mettere in scena un testo che tutti ricordano per il film, ma egli dichiara di avere accettato questa sfida per "un ostinato gesto di fiducia nella forza del Teatro." Egli vuole intrattenere il pubblico con la sola forza della scrittura scenica che alterna ora il dramma storico, ora una commedia familiare. Il regista interpreta le strategie e le cattiverie usate da marito e moglie per mantenere i propri possedimenti, come "quelle di una coppia moderna che cerca di proteggere quello che oggi si suol definire il proprio spazio vitale".

Gli interpreti sono Andrea Giordana e Rossella Falk che avevano già lavorato insieme in La signora delle camelie. I due attori, carismatici, incarnano con maestria i due sovrani dalla forte personalità che, nelle scene in cui si contrappongono, sembrano volersi sbranare per non darla vinta l'uno all'altro. Essi rendono alcune scene così vive da far dimenticare agli spettatori che stanno assistendo a un dramma d'ambiente medievale, come quella del II atto in cui essi si rinfacciano l'educazione dei figli con modernità di intonazioni.

Bravi sono i giovani interpreti a cui il regista Avogadro, considerato maestro di giovani attori fa da guida: Roberto Valerio (Giovanni), Massimiliano Franciosa (Goffredo), Massimo Poggio (Riccardo), Giorgio Lupano (il re di Francia Filippo), Valentina Sperlì (Alice Capeto).

Di grande suggestione sono le scenografie che riproducono i diversi ambienti del castello di Chinon elaborate da Francesco Zito e i costumi di Giovanna Buzzi. La traduzione del testo è di Enrico Medioli che aveva già tradotto la sceneggiatura del film ed è stata attualizzata tanto da risultare spregiudicata e moderna.

Per l'alternarsi dei due registri tragico e ironico lo spettacolo risulta molto piacevole e interessante sia per gli amanti del genere storico, sia per chi vuole seguire delle vicende familiari.

 

 


 
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