torna all'homepage
torna all'homepage
 
Recensioni
Interventi
  In cartellone
Teatri
Gruppo Teatrale
  Biblioteche
Università
Centri di ricerca
Libri e Riviste
Storia del teatro
Fare la tesi
Teatralia
 
 

 

I veri "Milanés" siamo noi
Quattro secoli di storia milanese interpretati da Marco Balbi. Trionfano la città e il suo dialetto. Al Filodrammatici dal 15 marzo al 2 aprile 2000

di Mascia Nassivera

 
24/03/2000
 

Lo scricchiolìo delle carrozze, il fruscìo della crinolina, le strade deserte… Queste le immagini più suggestive de "I milanés", l'ultimo spettacolo presentato dalla compagnia del teatro Filodrammatici. Il regista Franco Brevini ha scelto 19 testi, quasi tutti in dialetto, per raccontare come è cambiata Milano negli ultimi 400 anni.

Un viaggio attraverso i brani più famosi di nove scrittori, tutti milanesi doc (o quasi). Si va da Delio Tessa a Emilio De Marchi, da Giuseppe Parini a Carlo Porta. Il dialetto, con la sua musicalità e la sua pregnanza, avvicina fra loro autori molto diversi, lega testi differenti in un unico discorso. Con "Milanìn Milanòn" De Marchi rievoca la sua città "da piccola" (Milanìn), quando le strade avevano nomi familiari e le persone giocavano ancora a carte insieme. Poi Milano è "cresciuta", diventando una Milanòn estranea e fredda. Carlo Porta ci offre le avventure di singolari personaggi. Nella "Preghiera" una ricca signora, schernita da un gruppo di popolani, ringrazia Gesù per averle concesso nobili origini. Ed ecco che il dialetto milanese lascia un po' di spazio anche a Manzoni, padre della "vera" lingua italiana. Il suo Renzo, nel 34° capitolo dei "Promessi sposi", ci fa sentire tutto l'orrore della peste che sconvolge Milano.

Uno spettacolo intenso, costruito in modo intelligente. Bella l'idea di ripercorrere la storia della città con una sequenza di testi in dialetto. L'attore, un emozionante Marco Balbi, riesce a passare con facilità da un ruolo all'altro, anche quando i personaggi sono molto diversi fra loro. La scena, povera ed essenziale, carica i suoi pochi oggetti di valenze tutte particolari. Indimenticabile il manichino adorno di piume rosa. Un po' di stanchezza nel finale.

 


 
Invia un commento su questo articolo