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Sogno di una notte di mezza estate
in scena al Francoparenti dal 28 dicembre al 7 gennaio.


di Fabienne Agliardi

 
18/02/2000
 

Chi non conosce la stra-nota commedia del Bardo? Riassumerne la trama potrebbe sembrare superfluo, ma va fatto per correttezza per quanti non ne conoscessero la storia. Il "Sogno" è stato proposto in tantissime versioni e adattamenti, sia teatrali che cinematografici; sicuramente questa versione di Palmieri si attiene molto al testo, con qualche nota di colore, come i costumi anni '60 e la colonna sonora "beatlesiana".

La trama. Si sviluppano tre storie parallele. Nella prima, Ermia, riamata, ama Lisandro, ma è costretta dal padre a sposare Demetrio, amato da Elena (che non è riamata); Ippolita è promessa al duca d'Atene, Teseo il quale impone ad Ermia di sposare Demetrio: Ermia e Lisandro fuggono nel bosco; Demetrio li insegue ed Elena insegue Demetrio. Si sovrappone la seconda storia, quella di cinque comici dilettanti che s'apprestano a recitare la storia d'amore di Tisbi e Piramo. La terza trama, racconta di Oberon, re degli Elfi, del suo fedele folletto-aiutante Puck e della regina delle Fate, Titania. Oberon spande sortilegi a destra e a manca e, a causa di uno di questi, si invertono i legami amorosi della prima trama: Lisandro e Demetrio s'innamorano di Elena la quale, inviperita, scappa credendosi presa in giro. Il mattino riporta finalmente la normalità: gli innamorati rinsaviscono e si celebra il matrimonio tra Teseo ed Ippolita, la quale, sempre sotto incantesimo, si era innamorata di Chiappa, uno dei comici, nel frattempo trasformato in asino da Puck. E' tornata la normalità, è vero, ma deve compiersi la seconda trama: va in scena la tragedia allestita dal gruppo di attori. Nella "fiction" Piramo e Tisbi muoiono, mostrando che i veri innamorati non riescono ad essere felici.

Tema centrale del play è l'amore, l'amore folle, il quale nasce e si sviluppa in maniera fulminea, quasi incomprensibile, un po' come quello che Marivaux ci ha presentato nelle sue commedie più famose ("Arlequin poli par l'amour", "Le jeu de l'amour et du hasard", tanto per citarne alcune). Buona la prova degli attori, il cui unico neo può essere la dizione non proprio perfetta di alcuni di essi. Sostanzialmente lo spettacolo è ben riuscito; simpaticissima la parte dei comici ateniesi e più che discreto risulta il coinvolgimento del pubblico.


 


 
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