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Chi
non conosce la stra-nota commedia del Bardo? Riassumerne
la trama potrebbe sembrare superfluo, ma va fatto per
correttezza per quanti non ne conoscessero la storia.
Il "Sogno" è stato proposto in tantissime
versioni e adattamenti, sia teatrali che cinematografici;
sicuramente questa versione di Palmieri si attiene
molto al testo, con qualche nota di colore, come i costumi
anni '60 e la colonna sonora "beatlesiana".
La
trama. Si sviluppano tre storie parallele. Nella prima,
Ermia, riamata, ama Lisandro, ma è costretta
dal padre a sposare Demetrio, amato da Elena (che non
è riamata); Ippolita è promessa al duca
d'Atene, Teseo il quale impone ad Ermia di sposare Demetrio:
Ermia e Lisandro fuggono nel bosco; Demetrio li insegue
ed Elena insegue Demetrio. Si sovrappone la seconda
storia, quella di cinque comici dilettanti che s'apprestano
a recitare la storia d'amore di Tisbi e Piramo. La terza
trama, racconta di Oberon, re degli Elfi, del suo fedele
folletto-aiutante Puck e della regina delle Fate, Titania.
Oberon spande sortilegi a destra e a manca e, a causa
di uno di questi, si invertono i legami amorosi della
prima trama: Lisandro e Demetrio s'innamorano di Elena
la quale, inviperita, scappa credendosi presa in giro.
Il mattino riporta finalmente la normalità: gli
innamorati rinsaviscono e si celebra il matrimonio tra
Teseo ed Ippolita, la quale, sempre sotto incantesimo,
si era innamorata di Chiappa, uno dei comici, nel frattempo
trasformato in asino da Puck. E' tornata la normalità,
è vero, ma deve compiersi la seconda trama: va
in scena la tragedia allestita dal gruppo di attori.
Nella "fiction" Piramo e Tisbi muoiono, mostrando
che i veri innamorati non riescono ad essere felici.
Tema
centrale del play è l'amore, l'amore folle, il
quale nasce e si sviluppa in maniera fulminea, quasi
incomprensibile, un po' come quello che Marivaux
ci ha presentato nelle sue commedie più famose
("Arlequin poli par l'amour", "Le
jeu de l'amour et du hasard", tanto per citarne
alcune). Buona
la prova degli attori, il cui unico neo può essere
la dizione non proprio perfetta di alcuni di essi. Sostanzialmente
lo spettacolo è ben riuscito; simpaticissima
la parte dei comici ateniesi e più che discreto
risulta il coinvolgimento del pubblico.
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