Centro Scaligero degli Studi Danteschi


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L'interpretazione visiva della Divina Commedia di Achille Incerti
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      Tutte le opere, olio su tela, hanno il formato di 60x80 cm, ad eccezione dei due "tondi" dedicati al Paradiso (diametro 120 cm). Per rispettare almeno in parte la ricchezza cromatica delle tele, alcune immagini hanno dimensione notevole (superiore ai 50 Kb). Ce ne scusiamo, fidando nella pazienza del "navigatore".
      Le immagini sono tratte da "La Divina Commedia dipinta da Achille Incerti", Nuove edizioni G. Mazzotta, Milano 1988, e sono oggetto del diritto d'autore previsto dalla legge 633/1941.


Note di commento di

   Eugenio Ragni

   Tina Pascarella

   Albertina Cortese
 

Inferno Purgatorio Paradiso

Inferno

01. Ritratto di Dante

02. Ah quanto a dir qual era è cosa dura (I, 4).

03. Temp'era dal principio del mattino (I, 37).

04. Amor mi mosse, che mi fa parlare (II, 72).

05. Diverse lingue, orribili favelle (III, 25).

06. Ed ecco verso noi venir per nave (III, 82).

07. Sette volte cerchiato d'alte mura (IV, 107).

08. E paion sì al vento esser leggeri (V, 75).

09. Con tre gole caninamente latra (VI, 14).

10. Come fa l'onda là sovra Cariddi (VII, 22).

11. Vermiglie come se di foco uscite (VIII, 72).

12. Ché tra li avelli fiamme erano sparte (IX, 118).

13. Colui che la difesi a viso aperto (X, 93).

14. Del puzzo che 'l profondo abisso gitta (XI, 5).

15. Corrien centauri, armati di saette (XII, 56).

16. E 'l tronco suo gridò: "Perché mi schiante?" (XIII, 33).

17. Piovean di foco dilatate falde (XIV, 29).

18. E io, quando 'l suo braccio a me distese (XV, 25).

19. E se non fosse il foco che saetta (XVI, 16).
 

20. Come la navicella esce di loco (XVII, 100).

21. Vidi gente attuffata in uno sterco (XVIII, 113).

22. Piena la pietra livida di fori (XIX, 14).

23. Perché 'l veder dinanzi era lor tolto (XX, 15).

24. Bollìa là giuso una pegola spessa (XXI, 17).

25. Li arruncigliò le 'mpegolate chiome (XXII, 35).

26. Oh in etterno faticoso manto! (XXIII, 67).

27. Tra questa cruda e tristissima copia (XXIV, 91).

28. Dinanzi a l'uno, e tutto a lui s'appiglia (XXV, 51).

29. Come la mosca cede a la zanzara (XXVI, 28).

30. Mugghiava con la voce de l'afflitto (XXVII, 10).

31. Pésol con mano a guisa di lanterna (XXVIII, 122).

32. De l'unghie sopra sé per la gran rabbia (XXIX, 80).

33. Io vidi un, fatto a guisa di lëuto (XXX, 49).

34. Quanto 'l senso s'inganna di lontano (XXXI, 26).

35. Eran l'ombre dolenti ne la ghiaccia (XXXII, 35).

36. La bocca sollevò dal fiero pasto (XXXIII, 1).

37. Già cieco, a brancolar sovra ciascuno (XXXIII, 73).

38. Lo 'mperador del doloroso regno (XXXIV, 28).

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Purgatorio

39. Emisfero dantesco.

40. E qui Calliopè alquanto surga (I, 9).

41. Li raggi de le quattro luci sante (I, 37).

42. Io vidi una di lor trarresi avante (II, 76).

43. Io mi volsi dallato con paura (III, 19).

44. Noi divenimmo intanto a piè del monte (III, 46).

45. Montasi su in Bismantova in cacume (IV, 26)

46. Allor si volse a noi e puose mente (IV, 112).

47. E due di loro in forma di messaggi (V, 28).

48. E promettendo mi sciogliea da essa (VI, 12).

49. Non avea pur natura ivi dipinto (VII, 79).

50. E vidi uscir dell'alto e scender giue (VIII, 25).

51. E me rapisse in suso infino al foco (IX, 30).

52. E un portier ch'ancor non facea motto (IX,78).

53. Sì come l'onda che fugge e s'appressa (X, 9).

54. I' dico di Traiano imperadore (X, 76).

55. Quell'ombre orando, andavan sotto il pondo (XI, 26).

56. Sovra i sepolti le tombe terragne (XII, 17).

57. Di vil ciliccio mi parean coperti (XIII, 58).

58. Chiamavi 'l cielo e 'ntorno vi si gira (XIV, 148).

59. E i raggi ne ferìen per mezzo 'l naso (XV, 7).

60. Ed è giunta la spada col pasturale (XVI, 109-110).

61. Moveti lume che nel ciel s'informa (XVII, 17).

62. Fatta com 'un secchion che tuttor arda (XVIII, 78).

63. Mi venne in sogno una femmina balba (XIX, 7).

64. Maladetta sie tu, antica lupa (XX, l0).

65. Ci apparve un'ombra, e dietro a noi venìa (XXI, 10).

66. Parvemi i rami gravidi e vivaci (XXIV, 103).

67. Vidi gente sott'esso alzar le mani (XXIV, 106).

68. La nuova gente: "Soddoma e Gomorra" (XXVI, 40).

69.  Tra Beatrice e te è questo muro (XXVII, 36).

70. E cantando e scegliendo fior da fiore (XXVIII, 41).

71. Sì com 'elli eran candelabri apprese (XXIX, 50).

72. Donna m'apparve, sotto verde manto (XXX, 32).

73. La bella donna ne le braccia aprissi (XXXI, 100).

74. Ond' ella: "Vedi lei sotto la fronda" (XXXII, 86).

75. Veder mi parve uscir d'una fontana (XXXIII, 113).

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Paradiso

Le tele dal n.76 al n.103 non sono riconducibili a specifici episodi o situazioni.
Come scrive lo stesso Achille Incerti: "Il mio Paradiso l'ho inteso con la luce per renderlo il meno materializzato possibile. Basta, infatti, la natura per descriverne tutta la bellezza. Se c'è un Paradiso, questo è per tutti, di qualsiasi idea e religione".
Per questo nel link è indicato solamente il numero progressivo della tela, e le immagini (tranne quella iniziale) non sono accompagnate dai versi della Commedia.

76.77.78.79.80.81.
82.83.84.85.86.87.
88.89.90.91.92.93.
94.95.96.97.98.99.
100.101.102.103.

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