Tappa
Oasi di Vendicari - Porto Palo di Isola di Capo Passero
Chilometri percorsi
50 circa
Durata del viaggio
1 ora circa
Data
Venerdì, 11 Luglio 2003
Anche stamattina mi alzo presto, verso le 6.45, per fare una passeggiata con Laura in mezzo all'oasi. Lasciamo un biglietto ai bambini perché non si spaventino nel caso si svegliassero senza trovarci. Ci dimentichiamo però di disattivare la sveglia che avevamo puntato alle 8.00.

Percorriamo la strada che ho fatto ieri sbagliando e ci imbattiamo in decine e decine di leprotti che scappano da tutte le parti. Questo sentiero, a quest'ora e con questa luce, è ancora più bello. Vediamo anche volare in cielo un grosso uccello dal collo e dalle zampe lunghe, forse un airone.

Arriviamo al mare con l'intenzione di fare il bagno, ma in quel momento mi ricordo della sveglia puntata alle 8.00 che sarebbe solo un quarto d'ora più tardi.
Mi affretto a ritornare per evitare la svegliata ai ragazzi, ma, quando arrivo, un po' trafelato per la corsa, loro se la dormono beati in barba al cicalino della sveglia. Sicuramente l'avranno confuso, nei loro sogni, con qualche rumore elettronico generato dall'inseparabile Game Boy.

Mi faccio una doccia all'aperto con l'acqua scaldata solamente dal sole che colpisce i lunghi tubi neri.

Decido di farmi anche la barba, sempre all'aperto, in un vecchio secchiaio senza specchio. Farsi la barba, a memoria, specchiandosi solo nel sole è un altro di quei riti di ricarica che immagazzino nella mente ad uso dei momenti peggiori.

Dopo aver sbaraccato, partiamo con destinazione Portopalo di Capo Passero, paese famoso per il mercato ittico. La strada è buona e costeggiata da una vegetazione che, considerato il clima e la latitudine si può definire lussureggiante. Ci sono ulivi e mandorli. Tutto intorno ci sono anche numerosi teloni di nylon forato per la coltivazione del famoso pomodoro di Pachino.

Arrivati a Porto Polo ci piazziamo, seguendo una qualche indicazione trovata si Internet, in un parcheggio alle spalle di un bel gruppetto di case di veri pescatori affacciate su un porticciolo seminaturale.

Si fa il bagno nella spiaggetta attigua, molto bella. E' una spiaggia pulita, di sabbia fine e roccia. Ci sono anche delle docce. Vicino al parcheggio c'è anche una fontanella dalla quale alcuni abitanti locali stanno riempiendo delle taniche.
Vengo a sapere più tardi che l' acqua viene razionata, in quanto - mi spiegherà il barcaiolo della piccola barca che fa la spola con l'isola di Capo Passero - la fonte è di Porto Palo, ma le tubazioni sono di Pachino ed inoltre la stessa acqua serve anche a Marzamemi. Lo stesso barcaiolo mi decanta queste acque come le più belle della Sicilia.

In effetti lo spettacolo è molto bello l'acqua è limpida ed invitante. L'isola di Capo Passero, proprio di fronte a noi è talmente vicina che sembra raggiungibile anche a nuoto. All'orizzonte, in mezzo al mare, si vedono le sagome delle campane degli allevamenti di pesce,

Ale 13 ci dirigiamo verso il mercato ittico. Ed è un' esperienza entusiasmante. Si svolgono delle vere e proprie aste tra i pescatori che scaricano il pescato dalle loro barche con dei grandi carrelli di ferro ed i ristoratori o pescivendoli che li corteggiano scortandoli fin dal molo.

Si possono acquistare solo cassette intere e solo così come le trovi. Una condizione un po' difficile per la nostra situazione. Ci lasciamo soffiare sotto il naso una splendida cassetta di polipi, ancora vivi, che volevamo fare nostra, ma per cinque euro in più rispetto ai 15 che avevamo offerto se la porta via un pescivendolo locale.

Cerchiamo di riparare al torto subito, ma non troviamo più cassette adatte alla nostra situazione e quindi decidiamo di accontentarci, spendendo 10 euro, di una cassetta di totani. Li puliamo subito, Fabrizia (la moglie di Marco), Giulia (la figlia maggiore) ed io sulla banchina del porto.

Pomeriggio tranquillo. L'ambientazione delle casette dei pescatori è talmente fresca, rilassante ed idilliaca che decido di sedermi sui gradini di una di queste a scrivere questo diario. Cerco, in verità, anche di leggere la posta dell'ufficio, ma dopo una prima connessione riuscita, il campo GPRS sparisce e non c'è più niente da fare. Se ci fosse qualcuno della Vodafone, gli offrirei, in cambio del ripristino del funzionamento della connessione, la possibilità di sfruttare queste immagini per una pubblicità.
Anche Luca mi segue, usa la tavoletta, appoggiata sopra i gradini, come banco di scuola e seduto ed all'ombra fa un po' di compiti.

Alle 17.30 affittiamo un pedalò (5 euro 1 ora) per raggiungere l'isola di Capo Passero. In realtà si può raggiungere anche a piedi, infatti, Marco, Fabrizia e Marta fanno così. Noi, invece con Giulia a bordo, ci divertiamo a doppiare alcuni piccoli promontori dell'isola e facciamo il bagno tuffandoci dallo scivolo.

Alla sera ci prepariamo a cucinare la cassetta di totani, Li facciamo un terzo sul barbecue, ripieni di pane grattugiato, aglio, prezzemolo, un po' di grana e dei cubetti di pomodorini di pachino ed un terzo fritti.

Il resto decidiamo di cucinarlo in umido subito, cosa che fa egregiamente Fabrizia, ma di usarlo il giorno dopo come sugo per la pasta.

Sarà per i bagni o per la bellezza del posto, ma ci accorgiamo che quasi, quasi, quello che sembrava un quantitativo enorme ci va' stretto e, di comune accordo, decidiamo di farci fuori subito anche quelli in umido.

.

 

Home Precedente
 
Home Prossima