Anche
stamattina mi alzo presto, verso le 6.45, per fare una passeggiata
con Laura in mezzo all'oasi. Lasciamo un biglietto ai bambini
perché non si spaventino nel caso si svegliassero senza
trovarci. Ci dimentichiamo però di disattivare la sveglia
che avevamo puntato alle 8.00.
Percorriamo
la strada che ho fatto ieri sbagliando e ci imbattiamo in
decine e decine di leprotti che scappano da tutte le parti.
Questo sentiero, a quest'ora e con questa luce, è ancora
più bello. Vediamo anche volare in cielo un grosso
uccello dal collo e dalle zampe lunghe, forse un airone.
Arriviamo
al mare con l'intenzione di fare il bagno, ma in quel momento
mi ricordo della sveglia puntata alle 8.00 che sarebbe solo
un quarto d'ora più tardi.
Mi affretto a ritornare per evitare la svegliata ai ragazzi,
ma, quando arrivo, un po' trafelato per la corsa, loro se
la dormono beati in barba al cicalino della sveglia. Sicuramente
l'avranno confuso, nei loro sogni, con qualche rumore elettronico
generato dall'inseparabile Game Boy.
Mi
faccio una doccia all'aperto con l'acqua scaldata solamente
dal sole che colpisce i lunghi tubi neri.
Decido
di farmi anche la barba, sempre all'aperto, in un vecchio
secchiaio senza specchio. Farsi la barba, a memoria, specchiandosi
solo nel sole è un altro di quei riti di ricarica che
immagazzino nella mente ad uso dei momenti peggiori.
Dopo
aver sbaraccato, partiamo con destinazione Portopalo
di Capo Passero, paese famoso per il mercato ittico. La
strada è buona e costeggiata da una vegetazione che,
considerato il clima e la latitudine si può definire
lussureggiante. Ci sono ulivi e mandorli. Tutto intorno ci
sono anche numerosi teloni di nylon forato per la coltivazione
del famoso pomodoro di Pachino.
Arrivati
a Porto Polo ci piazziamo, seguendo una qualche indicazione
trovata si Internet, in un
parcheggio alle spalle di un bel
gruppetto di case di veri pescatori affacciate su un porticciolo
seminaturale.
Si
fa il bagno nella spiaggetta attigua,
molto bella. E' una spiaggia pulita, di sabbia fine e roccia.
Ci sono anche delle docce. Vicino al parcheggio c'è
anche una fontanella dalla quale
alcuni abitanti locali stanno riempiendo delle taniche.
Vengo a sapere più tardi che l' acqua viene razionata,
in quanto - mi spiegherà il barcaiolo della piccola
barca che fa la spola con l'isola di Capo Passero - la fonte
è di Porto Palo, ma le tubazioni sono di Pachino ed
inoltre la stessa acqua serve anche a Marzamemi. Lo stesso
barcaiolo mi decanta queste acque come le più belle
della Sicilia.
In
effetti lo spettacolo è molto bello l'acqua è
limpida ed invitante. L'isola di
Capo Passero, proprio di fronte a noi è talmente
vicina che sembra raggiungibile anche a nuoto. All'orizzonte,
in mezzo al mare, si vedono le sagome delle campane degli
allevamenti di pesce,
Ale
13 ci dirigiamo verso il mercato
ittico. Ed è un'
esperienza entusiasmante. Si svolgono delle vere e proprie
aste tra
i pescatori che scaricano il pescato dalle loro barche
con dei grandi carrelli di ferro ed i ristoratori o pescivendoli
che li corteggiano scortandoli fin dal molo.
Si
possono acquistare
solo cassette intere e solo così come le trovi.
Una condizione un po' difficile per la nostra situazione.
Ci lasciamo soffiare sotto il naso una splendida cassetta
di polipi, ancora vivi, che volevamo fare nostra, ma per cinque
euro in più rispetto ai 15 che avevamo offerto se la
porta via un pescivendolo locale.
Cerchiamo
di riparare al torto subito, ma non troviamo più cassette
adatte alla nostra situazione e quindi decidiamo di accontentarci,
spendendo 10 euro, di una cassetta di totani. Li
puliamo subito, Fabrizia (la moglie di Marco), Giulia (la
figlia maggiore) ed io sulla banchina del porto.
Pomeriggio
tranquillo. L'ambientazione delle casette dei pescatori è
talmente fresca, rilassante ed idilliaca che decido di sedermi
sui gradini di una di queste a scrivere questo diario. Cerco,
in verità, anche di leggere la posta dell'ufficio,
ma dopo una prima connessione riuscita, il campo GPRS sparisce
e non c'è più niente da fare. Se ci fosse qualcuno
della Vodafone, gli offrirei, in cambio del ripristino del
funzionamento della connessione, la possibilità di
sfruttare queste immagini per una pubblicità.
Anche Luca mi segue, usa la
tavoletta, appoggiata sopra i gradini, come banco di scuola
e seduto ed all'ombra fa un po' di compiti.
Alle
17.30 affittiamo un pedalò
(5 euro 1 ora) per raggiungere l'isola di Capo Passero. In
realtà si può raggiungere anche a piedi, infatti,
Marco, Fabrizia e Marta fanno così. Noi, invece con
Giulia a bordo, ci divertiamo a doppiare alcuni piccoli promontori
dell'isola e facciamo il bagno tuffandoci dallo scivolo.
Alla
sera ci prepariamo a cucinare la cassetta di totani, Li facciamo
un terzo sul barbecue, ripieni di pane grattugiato, aglio,
prezzemolo, un po' di grana e dei cubetti di pomodorini di
pachino ed un terzo fritti.
Il
resto decidiamo di cucinarlo in umido subito, cosa che fa
egregiamente Fabrizia, ma di usarlo il giorno dopo come sugo
per la pasta.
Sarà
per i bagni o per la bellezza del posto, ma ci accorgiamo
che quasi, quasi, quello che sembrava un quantitativo enorme
ci va' stretto e, di comune accordo, decidiamo di farci fuori
subito anche quelli in umido.
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