Anche
se avevo deciso che stamattina avrei dormito un po' di più,
mi sveglio presto e la vista dalla finestra della mansarda
del camper mi elettrizza.
Il
sole sta sorgendo sul mare e sul
tetto delle case di pescatori proprio di fronte a noi !
La
voglia di provare a fare qualche foto per immortalare questa
splendida vista mi impedisce di continuare a dormire e allora
tento, senza tanto successo, di mettere alla prova le mie
qualità di fotografo utilizzando la macchina digitale
in modalità manuale e giocando con l'esposizione per
fotografare l'Isola di Capo Passero
in controluce e le casette illuminate
dalla luce radente dell'alba.
Una
volta svegliato decido di uscire per fare un giro verso il
porto. Sono, più o meno, le 7 meno un quarto e
forse riuscirò a fotografare qualcosa
di interessante.
In paese, nella via parallela alla strada principale si sta
montando il mercato settimanale. Ci sono anche bancarelle
con cose molto strane per noi abituati agli ipermercati dei
centri commerciali. Una, ad esempio, espone in modo molto
ordinato tutta una serie di detersivi liquidi per la casa.
Un'altra delle pesanti pezze di stoffa per abiti invernali.
Lungo
la strada che scende verso il porto vengo affiancato da tre
grossi cani randagi che forse sperano di mettere le zampe
sul mio sacchetto del pane. Sono tranquilli e dall'aspetto
tutto sommato buono anche se, la loro taglia, più o
meno quella di un cane pastore tedesco, non è del tutto
tranquillizzante.
Improvvisamente, da un vicolo laterale, sbuca un quarto cane,
della stessa grandezza e con un gigantesco osso in bocca.
Probabilmente è andato a fare visita ad un benevolo
macellaio che gli ha regalato i resti di una lavorazione.
I tre cani decidono di preferire la sua compagnia alla mia
e gli si affiancano con la stessa tranquillità di prima.
Sembra quasi che si fossero dati appuntamento proprio lì
ed il quartetto prosegue il vagabondaggio verso un posto tranquillo
dove fare colazione.
Mi viene in mente che i cani randagi - qui nel sud d'Italia
molto numerosi - sono generalmente simpatici solo quando sono
i protagonisti dei cartoni animati. Quando li incontri per
strada incutono invece un certo timore ed un fastidioso senso
di degrado.
L'incontro di stamattina mi fa però cambiare idea.
Al
ritorno verso il camper i negozi cominciano ad essere aperti.
Mi fermo per comprarmi una maschera subacquea e delle pinne
che non avevo. Il giovane gestore mi chiede alcuni minuti
di pazienza. Ne approfitto per bere un caffè e fare
due chiacchiere con il barista del bar accanto. Gli esterno
la mia riflessione che vivere da queste parti, avendo un lavoro,
deve essere meraviglioso. Lui risponde che, si, il posto è
molto bello, ma durante l'inverno si lavora pochissimo ed
il grosso problema è quello delle tasse da pagare.
Mi cita anche l'Enel come fonte dei sui patemi con le tasse
e mi viene da chiedermi che cosa realmente intenda con questo
termine. In ogni caso, mi trattengo dal chiedergli se farebbe
cambio con un barista dell'hinterland milanese e torno al
negozio di articoli sportivi.
Verso
la fine della passeggiata, vedendo che anche la pasticceria
aveva aperto, decido di entrare per acquistare qualche dolcetto.
Punto gli occhi su un fagottino da cui fuoriesce un ripieno
color cioccolata e la signora mi dice che quello è
un dolcetto tipico di Modica e che l'impasto è fatto
di carne di vitello tritata finemente e cioccolata ! In effetti
è molto buono ed il sapore della carne proprio non
si sente.
Nella conversazione si introduce anche un cliente, sempre
del posto, che mi magnifica i dolci di Modica tra cui la cioccolata
fatta con la farina di carrube. Mi parla anche dei carati,
i semi di carruba appunto, che vengono chiamati così
per la caratteristica di avere tutti sempre lo stesso peso.
All'arrivo al camper, gli altri sono svegli e stanno facendo
colazione. Quando parlo di mercato Laura e Fabrizia si entusiasmano
all'idea di fare alcune compere e decidono di fare là
la spesa.
Nell' attesa, Marco, Luca ed io ne approfittiamo per farci
un paio di bagni ed un paio di docce.
Lasciamo
il posto verso le 10. Devo dire che mi dispiace molto perché
la vista ed il contesto sono tra i più belli sin qui
vissuti in questo viaggio.
Puntiamo
all'area sosta Cirica, di cui ci ha parlato molto bene un
nostro vicino di camper milanese che da lì proviene.
Quando arriviamo però decidiamo di proseguire per Pozzallo
dove, lo stesso vicino, ci aveva descritto un'area sosta più
ombreggiata. Con questo clima è fondamentale avere
un po' di riparo dal sole…
L'area
sosta di Pozzallo si chiama "Giardino
di Epicuro", si trova all'inizio del paese provenendo
da Marza. Ci sono un po' di posti all'ombra ed è proprio
sul mare. Si pagano 10 euro al giorno più 2 se si vuole
l'elettricità.
La spiaggia prospiciente
è molto larga, bella ed un po' strana. All'inizio è
fatta da sabbia finissima e chiara, ma più giù,
verso il mare diventa più grossa e rossastra. Ci sono
anche le docce. Il mare è bello e, nei pressi di un
vicino e piccolo promontorio di rocce, anche pieno di pesci.
Sono riuscito a vedere anche alcune piccole cernie che si
sono subito eclissate negli anfratti sommersi. L'acqua però,
a causa della sabbia, è un po' meno limpida di quello
di Porto Palo.
Al
ritorno in spiaggia, nel pomeriggio, assisto ad una simpatica
scenetta. In lontananza vedo Marco seduto all'ombra del mio
ombrellone. Penso, ironicamente, che sia lì per paura
di consumare l'ombra del suo, ma, arrivato vicino mi accorgo
che distesa all'ombra dell'ombrellone di Marco c'è
una figura che, nella mia visione sfuocata da miope senza
occhiali identifico con Giulia.
Marco sta leggendo un libro, mi sdraio al sole ed inizio a
parlare un po' con lui. Noto che è solo alla prima
pagina e mi chiedo cosa abbia fatto sinora, visto che era
sceso già da tempo. Dopo un po', volgendo lo sguardo
verso quella che credevo Giulia, mi accorgo che la persona
che si gode tranquilla l'ombra dell'ombrellone di Marco è
in realtà una signora più o meno della nostra
età.
Guardo Marco che mi sorride imbarazzato e mi dice sottovoce
che mi avrebbe spiegato dopo. La sua faccia e la stranezza
della situazione mi scatenano però un attacco di riso
che non riesco a fermare. Ancora adesso, dopo la spiegazione
di Marco, se penso alla scena, scoppio a ridere.
In pratica, la signora aveva approfittato dell'ombrellone
lasciato incustodito durante l'intervallo di pranzo. Ma non
si era accontentata di questo, aveva colto l'occasione per
attaccare un pacco a Marco raccontandogli tutta la sua vita
ed un sacco di altre cose ancora, impedendogli così
di leggere neanche una pagina.
La situazione si risolve quando arrivano Giulia (quella vera),
Marta e Fabrizia ed in qualche modo fanno capire di avere
bisogno dell'ombrellone.
A
sera prepariamo il barbecue di carne e ceniamo anche assieme
alla famiglia Xxxxx (Ugo, Paola e la figlia Martina di 13
anni) che ci ha finalmente raggiunti viaggiando da Verona
per due giorni di seguito.
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