L'ultima fatica dell'Associazione
Teatrale Epicarmo, è stata mettere in scena un lavoro completamente nuovo e
diverso nel suo genere in quanto ripreso dalla tradizione teatrale napoletana e
non dai famosi copioni del teatro siciliano.
Scegliere di fare "Miseria e
Nobiltà" di E.Scarpetta è stata una scelta nuova e difficile poichè il
paragone con quanto avevano espresso sulla scena E. De Filippo ed al cinema
Totò rendeva le cose sicuramente più difficili ma al tempo stesso ci spronava
nell'affrontare con caparbietà questa nuova prova.
Il
protagonista della commedia, Felice Sciosciammocca, è un erede di Pulcinella,
una mezza maschera, come si usava alla fine dell'Ottocento, quando il teatro
napoletano si trasformò da teatro di maschera a teatro di carattere.
Sciosciammocca evoca due figure molto importanti del nostro passato teatrale:
Totò, nella famosa versione cinematografica negli anni '50, ed Eduardo De
Filippo, che la mise in scena in teatro. Due interpretazioni molto diverse fra
loro. Quella di Eduardo era leggermente più fedele al testo anche se modificata
con soggetti nuovi; quella di Totò, sebbene il film si discostasse ancor più
dalla commedia, forse forniva la vera chiave della trasformazione della maschera
in carattere.
Dopo
varie vicissitudini per le quali vi rimandiamo agli articoli della pagina Parlano
di Noi , si portò in scena la commedia arricchendola con una
caratterizzazione dei personaggi principali resa ancora più brillante dalla
cadenza del nostro dialetto. Recitavano
per la prima volta Serafina Ursino, Vincenzo Melita, Francesco Pagano e Giuseppe
Saetta i quali, per niente intimorita dalla visione del grandissimo pubblico
presente, diedero ottima prova di recitazione, ma ancor più, ed è quello che
conta per una compagnia che cerca sempre nuovi adepti, di impegno e volontà. Anche
e soprattutto per questo non smetteremo mai di ricercare nuovi talenti e nuovi
appassionati per fare sempre più grande la nostra compagnia.
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