Giugno 2000 - © Blumedia Art

Iniziando il nostro viaggio da Montalino, incontriamo la pregevole costruzione di San Marcello. La tradizione ricollega questa chiesa ai Longobardi, ed è quindi databile all’VIII secolo. La dedicazione della chiesa è stata scelta per ricordare san Marcello che lottò contro gli apostati. E’ a pianta rettangolare e presenta una struttura muraria molto semplice, con facciata a capanna e, ad ogni lato, aperture che permettono il passaggio della luce all’interno. A Rocca Susella troviamo poi la Pieve di San Zaccaria. Fu edificata nell’XII secolo.

Lasciato il borgo ci dirigiamo verso Sant’Alberto di Butrio dove sorge la importante abbazia omonima. Essa si trova tra due rami di un piccolo torrente, a 686 metri sul livello del mare, in una zona dominata da una folta vegetazione. Il complesso architettonico è composto da tre chiese intercomunicanti: quella dedicata alla

Vergine,quella di Sant’Alberto e, ultima ad essere edificata,la chiesa di Sant’Antonio. Santa Maria è la chiesa principale, essendo la più antica e pare sia stata edificata dallo stesso Sant’Alberto, nell’XI secolo.All’interno del complesso abbaziale si accede ad uno splendido chiostro del XII secolo. Ci spostiamo a Cecima per ammirare la parrocchiale dei Santi Martino e Lazzaro.Si hanno notizie della chiesa sin dal XII secolo. L’edificio è stato più volte ricostruito in seguito a movimenti franosi del terreno. Particolarmente importanti sono le formelle che contengono elemnti riconducibili ai temi propri della letteratura cavalleresca e dell’amor cortese.

A Ponte Nizza troveremo, nel nostro tour virtuale, la parrocchiale di san Ponzo.La chiesa presenta una bella facciata in stile romanico ed ha un campanile quadrato. La parte originale dell’antico edificio potrebbe essere il

presbiterio. In origine la cappella del battistero era ubicata esternamente rispetto alla chiesa e vi si accedeva attraverso una entrata separata, ancora oggi ben visibile. Dal 1903, la chiesa custodisce le spoglie di San Ponzo, recuperate in antri della zona, noti come “Grotte di san Ponzo”. Giunti alle porte di Varzi possiamo ammirare la Pieve di san Germano, ubicata là dove era stata eretta l’antica pieve che dal secolo VI abbracciava tutta la Valle Staffora. L’edificio risale al XII secolo. Ha un interessante portale romanico. L’interno è a tre navate, separate da colonne dotate di capitelli dorici. Sopra la porta di ingresso è posta una statuetta identificata, secondo la leggenda, con una scultura pagana

adattata dai monaci al culto cristiano. Ci dirigiamo poi a Castellaro dove, isolato tra i campi, sorge l’oratorio di san Giovanni Battista. La chiesetta è un vero gioiello di arte romanica. Si tratta di uno dei più antichi edifici sacri di tutta la valle. Risale al secolo XII ed è costruita in pietra locale. All’interno, si trova l’effigie del redentore in trono . Lasciata Castellaro, a Nivione potremmo visitare la Chiesa di san Marcello, di stile tendente al romanico, che sorge in posizione dominante sull’abitato. Ha la facciata in pietra e sassi che è aperta da un rosone,

posto sopra il portale. Una scala di pietra dà accesso alla chiesa. Il battistero, antico, è in pietra ed è situato sul lato sinistro della chiesa. Una serie di medaglioni con le figure dei Santi Rocco e Fermo, Fabiano, Sebastiano e Maurizio arricchisce l’edificio sacro. Per terminare il nostro viaggio ci rechiamo a Somegli. La chiesa medievale è di origine longobarda. Presenta un massiccio campanile. L’attuale, in pietra a vista, risale al secolo XIII. Vi si accede attraverso un piccolo recinto: a sinistra esiste ancora l’arco che dava accesso al cimitero. All’interno, degni di nota sono un’acquasantiera scolpita e due quadri rappresentanti, uno San Fermo, l’altro i santi Ambrogio, Gervasio e Protasio.

Chi ha voglia di partire per un magnifico viaggio virtuale, scoprire quale era la vita nel Medioevo e visitare i luoghi sacri e le strade che venivano un tempo percorse a piedi e oggi anche tramite un mouse, quali CD ROM non deve assolutamente lasciarsi sfuggire?

PER INFORMAZIONI ED ALTRO, SCRIVETE A: blueart@tin.it
Giugno 2000 - © Blumedia Art