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Calata la notte, quando tutti erano a dormire, Fipippo uscì dal candelabro. Quatto quatto uscì dalla stanza e si avventurò per la casa deserta. Gira che ti gira, giunse alla soglia della stanza della principessa e, senza pensarci più di un secondo, aprì la porta ed entrò. La luce della luna filtrava tra le tende e illuminava il viso della ragazza. Il giovane rimase estasiato ad ammirarla, perché era bellissima. Al sorgere del sole uscì dalla stanza e da un cesto di fiori che attendeva fuori dalla porta prese la rosa più bella e fece sparire tutte le altre. Quindi tornò silenziosamente al candelabro, aprì la serratura nascosta e si rinchiuse al suo interno.

Arrivò finalmente il giorno delle nozze e in pompa magna giunsero a palazzo il marchese padre e la marchesa madre della Terra Guizza che Salta con il promesso sposo Brandolfo. Sul finire del pranzo che precedeva la celebrazione (così erano le usanze nel regno), zac, Fipippo uscì dal candelabro, si diresse dalla principessa Sar 'a Bel e le disse: "Principessa, a me è bastata una notte per innamorarmi di voi, accettate questo dono che voglio farvi". E le porse la rosa che teneva in mano. Nel trambusto che questa scena suscitò, la principessa, che era indispettita perché il promesso sposo Brandolfo non le aveva portato neanche un fiorellino, rimase affascinata dal coraggio del giovane. Chiese immediatamente al re di rimandare la data delle nozze perché voleva pensarci su. Il marchese Brandolfo fece fuoco e fiamme ma aveva mangiato come un otre e si muoveva a stento . Il re, che aveva un grande rispetto per la figlia, la prima e la più amata, accordò alla sua richiesta senza esitare.

La storia racconta che nei giorni che seguirono Fipippo si fece apprezzare per tutte le sue doti e la principessa Sar 'a Bel decise di sposare lui e non il marchese Brandolfo della Terra Guizza che Salta. Alle nozze parteciparono tutti, ma proprio tutti e i due sposi da lì in poi vissero felici e contenti.

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Fipippo e il candelabro - pagina 3
Fipippo...
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Count Bavastro