Judenrein


Scheda Informativa.

Judenrein è un lavoro sulla persecuzione razziale degli ebrei, nato dall'esigenza di indagare uno dei nodi insoluti della Storia e di riproporne gli inquietanti interrogativi sul terribile compito di discriminare fra vittime, carnefici e spettatori.

Ma Judenrein mette in scena una visione della tragedia storica lontana da ogni schema convenzionale, poiché è la vita interiore di ciascun personaggio a determinare il ritmo narrativo del lavoro; vittime e carnefici, coscienze spezzate, accomunate dalla esperienza della deportazione "sentita come una sorta di comune condizione mentale". 

Le vite dei personaggi danno vita ai loro ricordi, evocati prima ancora che narrati, facendo fluire la narrazione secondo un ritmo quasi musicale, che continuamente confonde la realtà con il sogno, la finzione con la volontà del ricordare. Il racconto scenico si dispiega in un ritmo assolutamente poetico, con tinte e toni sfumati, dove ogni singolo gesto, ogni più piccolo movimento tenta di creare un' atmosfera impalpabile e rarefatta nella quale le cinque vite che si svelano raccontandosi, scivolano nella condizione di personaggi, inesorabilmente proiettati al di là del mutevole scorrere di ogni esistenza umana. 

Tutta la narrazione registica, forte di quella testuale, ha preso forma dal suono, dalla musicalità che coinvolge ogni cosa ora del ritmico movimento della luce e dell'ombra.

 

Note di regia

quattro attori nella penombra si tolgono gli abiti accumulandoli sul proscenio. prendono posto per affrontare i silenzi, i frammenti di testo di un lungo lentissimo prologo, quasi esasperante ma infine significativo nell'esprimere un sofferto, rispettoso avvicinamento ai personaggi. l'officina accademia teatro affronta cosi il tema dell'olocausto, un tema di non facile trasposizione scenica: bruscamente richiamati dal narratore prendono vita due donne, una kapo' e un contadino, innocente spettatore. penombra e tagli di luce assecondate dal vibrare di basse frequenze, ribadiscono la completa assenza di speranza dell'universo concentrazionario. il racconto scenico di dispiega, in tal modo, in un ritmo assolutamente poetico, denso di simbolismi e di evocazioni nelle quali trovano posto la desolazione delle croci, simbolo di esistenze, di vite gia' spente, o la minacciosa semplicita' di una bandiera che si staglia sulla scena con la violenza dei suoi colori. il lavoro procede attraverso toni sfumati, dove gesti e movimenti portano il segno della lentezza, della misura esasperata, dove gli attori sono statuari, privi di qualsiasi cedimento emozionale: a loro il semplice compito di raccontare, di lasciare che l'emozione coinvolga lo spettatore attraverso le immagini che il testo stesso rimanda. da qui l'assenza assoluta dell'azione violenta: non un pugno, non un grido, ma solo il polifonico dispiegarsi del racconto. "judenrein" e' un lavoro minimale dove tutta la narrazione registica prende forma dal suono, dalla musicalita' che coinvolge ogni cosa, materiandosi ora della gestualita' lenta e cadenzata, ora del ritmico alternarsi dei due narratori reali dello spettacolo: la luce e l'ombra.

Scheda Informativa.


 

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