Limerick
Ripercorrere la memoria per far vivere i ricordi: è questo il senso del racconto di Limerick, un lavoro teatrale incentrato interamente su un percorso narrativo.
Limerick, il protagonista della storia, compie una sorta di viaggio interiore che lo porta a rievocare i suoi compagni d’infanzia: Tonino il nocellaro e Cenzino "capavuota".
E’ proprio grazie al racconto dell’amicizia dei tre ragazzini che la storia prende corpo e delinea i caratteri dei suoi personaggi: Limerick con la sua paura di deludere le aspettative paterne, Tonino con la sua vita vagabonda da un paese all’altro con un camion carico di caramelle colorate e nocelle americane. E infine Cenzino, la "capavuota" che racconta di visioni di santi e di storie improbabili.
Ma Limerick è anche la storia sul mondo adolescenziale di sogni, di desideri e soprattutto di paure legate alla fatica del crescere e del trovare la propria strada, possibilmente senza deludere nessuno.
E’ Limerick, narratore di tutto un complesso universo sentimentale, a ripercorrere con il suo lungo racconto i giorni di quella lunga amicizia. Cosi prendono vita il casello ferroviario abbandonato, il campetto di calcio, tutto fangoso e accidentato, i pomeriggi invernali trascorsi a raccontarsi attorno al fuoco del camino del casello. A dare corpo a tutto il materiale narrativo è sia il linguaggio utilizzato, che alterna il dialetto lucano o il lessico familiare all’uso di un italiano volutamente fluente e descrittivo, sia la resa spettacolare vera e propria del lavoro che evoca immagini e suggestioni prima ancora che descriverle .
Limerick è una storia incentrata sulle diverse sfaccettatura che può assumere il concetto di "diverso" . La narrazione, basata su un linguaggio colloquiale e mai limitata dall’argomento che descrive cerca di far vivere l’idea del lavoro: la diversità come normalità diversa, perché come dice un dei personaggi "E’ solo questione di punti di vista".