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Scienze della Mente, Filosofia, Psicoterapia e Creatività | ||
Mind Sciences, Philosophy, Psychotherapy and Creativeness | ||
N.
3, anno 2, gennaio 2005
"SCRIVERE DA DENTRO" OSKAR PANIZZA, GLADIATORE INTREPIDO, DIVORATO DALLA LUPA DI ROMA
di Raphael Cohen
(traduzione in italiano di Daisy Mazzetti dell'articolo pubblicato sul 'Site Raphael Cohen', http://www.dtext.com/raphael-cohen/, éditions Hache). Si ringrazia sentitamente l'autore e Jacques du Pasquier delle 'Editions Hache' di aver autorizzato la traduzione in italiano e la pubblicazione di questo contributo su "Frenis Zero". pour aller au site contenant le texte original cliquez ici
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Certamente l'odio altera i lineamenti di chi lo prova, e gli frantuma inesorabilmente l'animo, così come fece l'avvoltoio di Zeus col cuore di Prometeo. Pertanto, ognuno ha diritto alle sue passioni; se non le può investire nell'amore, è una prova che merita compassione anziché persecuzione. Ma l'epoca, che ha fatto finta di aver compiuto dei prodigi, è dopo tutto quella di Benedetto XIV, per il quale <<la libertà di coscienza dipende dal delirio>>. Essa perseguitò Panizza, allo stesso modo in cui, in altri tempi, la fede di Jan Hus fu impietosamente condotta al boia. L'odio profondo di Oskar Panizza contro l'abuso di potere, i potenti e le derisioni della religione non gli permisero di conoscere la fortuna di una possibile ammirazione. Suo padre, cattolico ortodosso, sua madre, di origine ugonotta, lo convinsero dell'odiosità delle caricature e delle mascherate. Ma egli soccombette alla derisione che egli condannava, non potendo ammettere che Dio assomiglia a tal punto al diavolo. La sua sete d'assoluto non trovò investimenti nei piaceri, e la denuncia permanente del male gli tolse tutta la gioia di vivere, cioé il suo equilibrio. Quindici anni, gli ultimi della sua vita, in manicomio, salvo trovare un pò di umanità nelle proteste sfrenate d'amore. La follia di Panizza non toglie nulla al valore delle sue idee, non più che nel caso di Nietzsche, che gli fu così simile. Ma i borghesi misurano tutto dal lato della borsa, e preferiscono un uomo divertente anche buffo, filosofo ad esempio, oppure un uomo di spettacolo o un politico, ad un testimone del vero e del bello, se è disprezzato da tutti, come accadde nel caso di Oskar, unanimemente detestato per il valore dei suoi atti d'indignazione. Yossef, odiato dai parenti per la sua stessa grandezza, la sua <<compassionevole megalomania>>. Gli esseri vuoti sono talmente contenti della loro vacuità! Fanno torturare ed imprigionare, uccidere, coloro che gli dicono il fatto loro, cosa che è la prova del loro immenso genio, d'altronde coronato da un successo meritato. Il dubbio che li coglie, nei momenti di debolezza, è raro, subito annientato dai cortigiani di tutti i tipi, che hanno l'abitudine di incensare la decadenza magnificata. Nessun Gheddafi è responsabile dell'uccisione dei passeggeri di un aereo, Milosevic non ha fatto nulla di male in tutta la sua vita generosa, e Ben Ali che mette in prigione un giornalista non fa altro che proteggere legittimamente gli interessi vitali del suo paese. Persino se il dubbio è persistente, ci sono, fortunatamente, le istituzioni caritatevoli senza carità, tutte contente di nutrirsi del rimorso passeggero. In questo caso, il rimorso confuso ed insidioso si trasforma in legittima fierezza del benefattore, quasi di santo. Il CONCILIO D'AMORE non è un'opera comica, una satira gentile. Essa ha colpito Oskar con la frusta, ed Alessandro VI Borgia, detto il divino frequentatore di bordelli, ha saputo, tra due succhiate del suo membro da parte di abili specialisti, dilaniarlo efficacemente, anche se non erano contemporanei. Oskar soffrì delle crudeltà della Chiesa, e non gli sembrò che quelle dei protestanti fossero più degne di rispetto. Allo stesso modo, i bolscevichi prolungarono ed amplificarono ancora - se ciò fosse stato ancora possibile- le atrocità degli zar, dalla psicologia primitiva, i cui surrogati sono perfettamente visibili, ancora oggi: la ferocia non scompare così facilmente, ed uno 'spoutnik' pieno di gloria non abbellisce così facilmente la vita della gente che la subisce. Dolore infinito che piange, che grida Oskar, alle prese con le zanne dei lupi. Non c'è nulla di più bello al mondo del seno femminile: ognuno lo sa e lo vive. Perché è necessario che un orrenda invenzione del diavolo, su richiesta di Dio, servendosi di questa bellezza, venga a far soffrire gli uomini, ancor di più delle diverse bruttezze ? Come se Eva non fosse già stata creata, un diavolo a tre teste, replica di Alessandro assassino ed incestuoso, cinico e... protettore delle arti, inventa la sifilide, per PUNIRE i confusi che non sanno darsi che al seno. La sifilide arrivata da innocenti copulazioni di spagnoli con le Indiane. Qui, gli sembra, dalla collera divina, quando il Dio descritto è tutto tranne che morale: gloriose malattie, cancro ed aids, aspettandone ancora di migliori... Ad ogni modo, la disgrazia non ha bisogno di pretesti, e si sviluppa nell'auto-diletto. Qui, il testo e la vita sono... sifilitici, la sofferenza inconsolabile, la previsione degli orrori del nazismo, in Oskar che accusava il popolo tedesco di essere <<un popolo di valletti e di carnefici>>. Egli è morto nel 1921. Egli copre d'ingiurie il Kaiser Guglielmo II. Ma cosa rappresentava dunque questo pazzoide, che penetrava, su un cavallo bianco, nel santo sepolcro grazie ad un'entrata preparata per lui? Carlo Quinto non ha per caso scomunicato Lutero? Enrico VIII non ha forse scritto un'opera teologica per difendere il cattolicesimo contro le sue idee? Impudenza di questi uomini da poco che fingono di essere grandi, nella nudità oscena delle loro idee e dei loro comportamenti. La divinità che assassinò O.P. (non gesuita...) è tanto atroce e sanguinaria quanto il diavolo stesso. Mentre Dio si preoccupa del perseguitato, come dice l'Ecclesiaste, e non si accanisce certamente contro di lui. Ogni sofferenza è ammirevole, e merita aiuto e misericordia, per non parlare del rispetto. E' egli così diverso, persino se è un mostro, del bambino fragile che è stato? L'amore non può che riconoscere la necessità della vicinanza e della generosità.
Malvagità falsamente vestita di divinità... Come è doloroso, per ogni bambino, l'essere rapito, l'essere violentato! Dov'è la vita offerta ad ognuno con tanta generosità? Un versetto dei Salmi dice:<<Quando è giunto il tempo di agire per Dio, è necessario saper abbandonare la Torah>>. Sclerosi di istituzioni che divengono avide. Nullità congiunte a mille volti, così simili, così ingiuriosi, così omicidi. Che importano le influenze subite ed esercitate? Oskar s'ispirò ad Heine, ad E.T.A. Hoffmann. Ma le allucinazioni uditive che egli ebbe non erano la percezione delle voci di Giovanna. E la sua paranoia è ben comprensibile, nella prigione, data la solitudine a cui fu sottomesso. Penso ad altri Oscar: Wilde, Goldberg, Lafontaine. Vittime e carnefici, come ogni essere umano. Ma colui che cerca il proprio cammino, come chi non vuole intendere di parlarne, merita un atteggiamento semplicemente... umano. Non è troppo chiedere: è questo che vale la pena vivere. Nessuno si preoccupa di Oskar, ed altre sofferenze sono più... spettacolari. Ma quando Moche porta le ossa di Yossef, gli rende giustizia, in silenzio. Ogni essere umano deve, in modo nobile, rendere giustizia a tutti gli altri. E non solamente a coloro che trova estremamente simpatici.
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