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"Una casa e quattro donne valsesiane"

documento n. 3 - Atto di compra-vendita del 14 novembre 1796

 

Compra Pietro Giuseppe Demarchi
dal Signor Gioanni Battista Gilardi ambi di Campertogno
per lire cinquanta di Piemonte Lire 50.0.0. P.te

L'Anno del Signore mille settecento novanta sei, ed alli quattordici del mese di novembre circa le ore vent'una d'Italia nel luogo d'Avigi di Campertogno, e nella casa del Signor Carlo Sceti avanti me Gioanni Giacomo Verno Reggio Notajo del luogo della Riva di Pietre Gemelle, ed alla presenza ivi delli Signori Paolo Sceti fu Signor Carlo Gioanni, e Carlo Sceti fu Pietro Paolo ambi nativi, ed abitanti in questo luogo di Campertogno testimonii a me colle parti cogniti, idonei, e sottoscritti.

Ad ogn'uno sia manifesto, che quivi, ed avanti cui sovra, Personalmente costituito il Gioanni Battista Gilardi fu Signor Pietro Antonio oriondo della casata di questa Parrochia, ed abitante in Ciriè Canavese(1), il quale liberamente, e spontaneamente, ed in ogni miglior modo, via, e forma di ragione possibile per sè stesso di lui eredi e successori ha dato, venduto, ceduto, e rimesso, come in vigor del presente pubblico instromento da, vende, cede, e rimette al Pietro Giuseppe De Marchi figlio da più anni separato del vivente Gioanni fu Costantino nativo del luogo della Mollia, e residente in Camproso di questa Parrochia, qui presente, stipulante, ed accettante cioè

La pezza terreno al piè del presente descritta, regionata, e coerenziata, e salve alla medesima altre più vere denominazioni, e coerenze, quali non potranno pregiudicare al presente, franca libera, e sciolta la medesima da ogni peso d'ipoteca servitù, canone, livello, fidecomisso, e di ogni altro salvo dalle tallie imponende dalla presente Comunità con tutti li suoi accessi, e regressi soliti, e correnti, ed ogni altra cosa a detta pezza appartenente.

Di quali ragioni spogliandosi il Signor Venditore ne ha investito, ed investe l'accompratore colla piena clausola ad aver, tener, e posseder abdicativa, e translativa del dominio, e possesso, e con promessa della debita, e legittima evizione perpetua difesa, e manutenzione a pena de' danni, e spese.

Qual vendita detto Signor Venditore ha fatta, e fa, mediante la totale somma di lire cinquanta Piemonte, quale somma è stata quivi dall'accompratore realmente, ed effettivamente pagata al Signor accompratore(2) mediante la paccazione, e remissione di una scrittura d'obbligo stipulata contemporaneamente al presente, e dal Signor Venditore ritirata, alla presenza, e vista di me Notajo, e testimoni sottoscritti.

Ciò stante le avanti nominate parti si sono quittate, e si quittano di quittanza finale in forma di ragione.

Tutto quanto sovra hanno dette parti promesso, e promettono attendere, ed osservare, sotto obbligo, e costituto promessorio de'rispettivi loro beni presenti, e futuri in forma fiscale, e camerale.

Del che richiesto ne ho ricevuto il presente in piè del quale precedente la debita pubblicazione si sono tutti sottoscritti e per l'insinuazione, e dritto di visita soldi otto, e denari quattro Piemonte dovuti.

Segue il fondo venduto.

Una pezza prato con piante entrostanti divisa dalla pubblica strada situata sovra le fini di questa Comunità di Campertogno, e nella regione di Camproso denominata il Traversù, a cui confinano a levante il comune a mezzo giorno il Signor Capitano Giacomo Sceti a ponente il fiume Sesia ed a notte l'accompratore della quantità, come risulta dal Cattasto Communicativo e secondo il medesimo, al quale le parti si riferiscono, e con dichiarazione che la presente pezza non era compresa nella vendita pochi giorni seguita per instromento rogato Gnifetti(3).

all'originale sottoscritti Gioanni Battista Gilardi, io Pietro Giuseppe Demarchi, Paolo Sceti testimonio, Carlo Sceti testimonio.

La presente scritta di mio carattere contiene fogli tre in pagine cinque con questa, e manualmente sottoscritto

Gioanni Giacomo Verno Notajo.

(seguiva la nota di trascrizione del 23 maggio 1797)

***

1 - Si tratta di quel Giovanni Battista Gilardi già comparso in qualità di venditore nel doc.N.2, anche se allora figurava come abitante nella "Reale Città di Torino". La casa di Carlo Sceti è probabilmente la stessa in cui fu stipulato l'atto di cui al doc.N.1 (ritorna al testo)

2 - Evidentemente si tratta di un banale errore del Notaio, che voleva intendere "il venditore". (ritorna al testo)

3 - Vedasi il doc. N. 2 (ritorna al testo)

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