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"Una casa e quattro donne valsesiane"

documento n. 2 - Atto di compra-vendita del 31 ottobre 1796

 

Vendita del Signor Gioanni Battista Gilardi della Città di Torino,
a favore di Pietro Giuseppe De'marchi della Moglia,
per la somma di lire seicento sessanta sei, soldi tredici, e denari quattro di Piemonte.

L'anno del Signore mille settecento novanta sei, ed alli trentuno del mese di Ottobre circa alle ore ventitré(1), nel Borgo di Varallo Vallesesia, e nello studio posto al primo piano superiore della casa di solita mia abitazione, e propra del Signor Gaudenzio Maria Turcotti, confinanti le case delli regio notajo, e causidico Signor Steffano Mognetti, quella del ceraro Signor Giuseppe Turcotti, e la contrada pubblica(2), ivi avanti di me Giuseppe Antonio, del fu dottore e protofisico di questa Provincia Signor Gioanni Maria Gnifetti, Regio Notajo sottoscritto, nativo, ed abitante di questo stesso Borgo, ed alla presenza degl'infrascritti testimonij.

Ad ognuno sia manifesto essersi quivi avanti di me regio notajo, e testimonij infrascritti personalmente costituito il Signor Gioanni Battista del fu Signor Pietro Antonio Gilardi, nativo della Reale Città di Torino, ed ivi abitante, oriondo però del luogo di Campertogno, Terra di questa Vallesesia, ed ora qui presente, il quale spontaneamente, ed in ogni altro miglior modo, e forma di ragione possibile per esso, di lui signori eredi, e successori, in vigore di questo pubblico instromento da, vende, cede, aliena, trasferisce, e rimette per cose di lui signor Venditore proprie, e libere da ogni peso, e gravame, come quivi dichiara, e protesta, a favore di Pietro Giuseppe figlio da ventitrè, in venti quattro anni separato del vivente Gioanni Battista, detto Costantino De'marchi, come asserisce, nativo del luogo della Moglia, ed abitante in Campo Rosso Territorio, e squadra della Villa di Campertogno qui presente, stipulante, ed accettante per sè stesso, di lui eredi, e successori cioè le seguenti pezze.

Primo. Una picciola pezza di terra pascolo con bosco annesso regione alla Pianella, confinanti verso sera Pietro Francesco Barile, verso il fiume Sesia Gioanni Battista Erba, Giacomo Gianoli detto Mazzucco, e li beni comunali.

Secondo. Altra pezza di terra prato denominata al Crosallo, presentemente divisa in tre pezze framezzate dalla pubblica strada, coerenti la strada da tre parti, e li beni comunali.

Terzo. Numero dieci piante di castagne, e noci poste sul comune, confinanti da tutte le parti li beni comunali, e la strada pubblica(3).

Quarto. Un'intiero corpo di casa murato, e coperto a piode tale, e quale ritrovasi, con piazzale, e terreno attorno posto in Campo Rosso, coerenti la strada pubblica sopra, li beni della Carità grande del luogo di Campertogno, la spiaggia del fiume Sesia, ed il detto acquisitore De' Marchi(4).

Finalmente la ragione di ripa, ed altri secchi verso il fiume Sessia, confinanti li beni di detta Carità grande di Campertogno, la strada vecchia, il detto compratore, ed il fiume Sessia, in somma tutti que'fondi dal Signor Venditore acquistati dal pupillo Antonio Nicolao, del fu Giacomo Mangola della Piana di Campertogno, con instromento giudiziale delli venti sei spirante mese di ottobre rogato al regio notajo, e causidico Signor Gioanni Angelo Testa segretario di questo Tribunale, niente escluso, nè eccettuato, ed al quale si avrà, ove d'uopo, l'opportuna relazione, non apponendosi il rispettivo loro numero della mappa, per non esistervi la medesima come le Parti allegano e tutti detti beni posti nel Territorio di Campertogno, a squadra della Villa, a corpo, e non in misura e come ogni cosa ritrovasi essere in fatti e salve a tutto quanto sovra altre veriovi coerenze e denominazioni, se vi fossero, le quali non dovranno nuocere alla validità di questo contratto, ne l'errore pregiudicarà alla verità del fatto, e con detti effetti anche tutte, e singole le rispettive loro ragioni ed azioni, andamenti, accessi, regressi, e pertinenze solite a caduno di essi indistintamente spettanti ed appartenenti, niente escluso, ne a favore di detto signor Venditore Gilardi riservato, di quali tutte affatto questo spogliandosene, ne ha colle clausole abdicativa, e traslativa di vero, reale dominio, e possesso investito, ed investe l'accennato Compratore Piero Giuseppe De Marchi, con quelle eziandio ad avere, tenere, e possedere, col costituto possessorio ampissimo e di voler essere tenuto il menzionato Signor Gilardi alla debita, legittima ed indistinta evizione, perpetua difesa, e manutenzione, tanto nel petitorio, che nel possessorio, in ogni più ampia, e valida forma comune, e di ragione, sotto ristoro di tutti li danni, e spese, che in caso contrario, ne potesse il detto acquisitore soffrire, si in giudizio, che fuori: e questa vendita il riferito signor Gioanni Battista Gilardi l'ha fatta, e fa per e mediante il prezzo, tra esse Parti buonamente, e di consenso stabilito, e convenuto di lire sei cento sessanta sei, soldi tredici, e denari quattro di Piemonte in tutto, le quali sono state quivi realmente, ed effettivamente sborsate, contate, e numerate in tanti Regij viglietti, e buona moneta oggidì corrente dal detto Compratore De Marchi, indi previa ricognizione, e numerazione quivi fattane dall'accennato Signor Venditore Gilardi sono state da questo presso di sè ritirate, imborsate, e ritenute a piena di lui soddisfazione, presenti, e vedenti, con me Regio notajo, gl'infrascritti testimonij, viromiando ad un tal fine, come quivi virorna alla speranza della futura numerazione, e recezione, e ad ogni altra eccezione in contrario, della forza ed importanza di quali rinoncie dichiara, ed admette di esserne stato da me Regio Notajo sottoscritto pienamente cerziorato, ad esclusione d'ignoranza. Per le quali lire sei cento sessanta sei, soldi tredici, e denari quattro di Piemonte, come avanti confessate avute, ricevute, e ritirate, il riferito Signor Gioanni Battista Gilardi ha quitato, e quitta di quitanza finale generale, e generalissima il predetto Pietro Giuseppe De' marchi qui presente, stipulante, ed accettante per esso, di lui eredi, e successori, e promette di tenerlo quito verso chi sia spediente. Locchè tutto le predette Parti dicendo vero, hanno per quanto a caduna di esse può spettare, ed appartenere promesso, e promettono di attendere, inviolabilmente osservare, e non contravenire sotto il mutuo, reciproco, e vicendevole obbligo di tutti, e singoli li di loro, e cadun de' rispettivi loro beni presenti, e futuri, col costituto possessorio di essi in forma fiscale, e camerale, colle opportune rinoncie in forma di camera. Del che tutto richiesto io regio notajo sottoscritto, ne ho ricevuto, ed a chiara, ed intelligibile voce di dette Parti letto, e pubblicato questo instromento, alla presenza delli regio notajo, e causidico Signor Pietro Giacobini, nativo, ed abitante del luogo della Rocca, Terra di questa Vallesesia e Pietro Antonio, del fu altro Pietro Antonio Scalvino, nativo, ed abitante di questo Borgo di Varallo, testimonij, a me, tra di loro, e Parti noti, idonei, probi, richiesti, ed astanti, e tutti meco, colle medesime, infine di questa minuta sottoscritti, e per l'insinuazione esatto lire una, e soldi dieci, oltre il solito dritto del tabellione, ricusato avendo li contraenti la fede di ricevuta di questo instromento per me loro offerta.

Sottoscritto Gioanni Battista Gilardi
Sottoscritto Pietro Giuseppe De' Marchi
Sottoscritto Giuseppe Giacobini testimonio
Sottoscritto Pietro Antonio Scalvino testimonio

La presente minuta tutta scritta di pugno, e carattere di me regio notajo sottoscritto, contiene foglij quattro affogliati, in pagine cinque, e due terzi circa scritturate, questa però compresa, in fede e manualmente sottoscritto

Giuseppe Antonio Gnifetti notajo

(seguiva la nota di trascrizione del 15 febbraio 1797)

***

1 - Un'ora piuttosto insolita per redigere un atto presso uno studio notarile, anche se in altre occasioni si nota una certa "stranezza" negli orari di lavoro dei Notai del luogo (ved. doc. 1 e doc. 3). (ritorna al testo)

2 - Francamente non si comprende la ragione di queste precisazioni notarili circa i confini dello Studio. (ritorna al testo)

3 - Se ne deduce che alcuni alberi esistenti sui terreni comunali potessero formare oggetto di proprietà privata, liberamente cedibile. Questo particolare lo si rileva anche nel doc. n. 5. (ritorna al testo)

4 - Si tratta certamente della casa in Camproso, contrassegnata al civico n. 5 e ora chiamata "Cà d'la Pipina". (ritorna al testo)

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