LA NECROPOLI A DOMUS DE JANAS DI MONTESSU La località di Montessu si trova nel comune di Villaperuccio (provincia di Cagliari), nella zona Sud-occidentale della Sardegna chiamata alto Sulcis. Su un tavolato basaltico, alto circa 200 metri sul livello del mare, troviamo una delle più vaste necropoli prenuragiche conosciute. Essa è composta da una quarantina di tombe con piante di vario genere scavate nelle pareti rocciose che racchiudono l'altopiano come un ferro di cavallo.
Alunni
delle classi prima B e I durante la visita al parco archeologico
"I
luoghi della memoria, carichi di religiosità e arte ci hanno parlato di
magia. Nella necropoli di Montessu, in una parete che si incurva come un anfiteatro naturale, abbiamo
incontrato il Dio Toro e la Dea Madre. I cerchielli incisi nella roccia, i
festoni, le spirali, le protomi taurine in bassorilievo, sorvegliano la
sorte dei defunti. Il viaggio verso l'Aldilà fa meno
paura. I morti avranno la protezione di una divinità che esprime vigore,
salute,vita: il simbolo della fertilità, della rigenerazione dei campi,
dei frutti, degli animali."
L'ingresso del
santuario ipogeico ( domu
de janas) scavato nell'estremità Est dell'anfiteatro naturale. Il tavolato, con asse Nord-Sud, è idealmente delimitato all'estremità aperta verso la valle dai due contrapposti simboli dell'universo: la Grande Coppia divina (maschio e femmina). Vicine a ciascuna delle tombe santuario troviamo infatti due domus de janas, una delle quali è decorata da corna di toro (l'elemento maschile), l'altra, purtroppo semidistrutta, da incisioni a forma di spirale, festoni, motivi a V (i simboli della Dea Madre). "Le
domus de Janas, i luoghi funebri del neolitico, svelano i loro segreti. I
simboli magici sono ripetuti, l'ocra rossa spalmata sulle incisioni è il
segno più evidente della vita che vince la morte.
La
tomba delle spirali appare all'improvviso quando ci si trova a pochi
passi: così come quella decorata con il simbolo del Dio Toro non è
facilmente individuabile da lontano. Nella foto vediamo un particolare di
ciò che rimane della camera centrale, con le stesse decorazioni, i
festoni e le spirali, che abbiamo visto nelle ceramiche della cultura di
San Michele di Ozieri. Al centro si trovava una falsa porta attraverso la
quale il defunto raggiungeva l' Aldilà. Qualcuno ha voluto vedere cosa
c'era dietro e sperando forse di trovare un tesoro, ha scalpellato la
roccia. Il rilevamento dell'arte rupestre per la raccolta dei dati sulla raffigurazione della cultura di San Michele di Ozieri. Il
rilievo a grandezza naturale attraverso la tecnica del frottage, non
comporta menomazione del monumento.
Le tombe santuario sono monumentali domus de janas costituite da un ampio
atrio scoperto ricavato nella roccia, che immette in un ambiente
rettangolare,
con un focolare scavato nel pavimento, sulla cui parete di fondo si aprono
tre aperture verso una vasta camera di fondo di
forma semiellitica, con soffitto a "forno" |