LA NECROPOLI A DOMUS DE JANAS  DI MONTESSU

La località di Montessu si trova nel comune di Villaperuccio (provincia di Cagliari), nella zona Sud-occidentale della Sardegna chiamata alto Sulcis. Su un tavolato basaltico, alto circa 200 metri sul livello del mare, troviamo una delle più vaste necropoli prenuragiche conosciute. Essa è composta da una quarantina di tombe con piante di vario genere scavate nelle pareti rocciose che racchiudono l'altopiano come un ferro di cavallo.


Veduta della sommità del tavolato, lato a oriente.

Alunni delle classi prima B e I durante la visita al parco archeologico 

"Ci siamo improvvisati nuovi Indiana Jones, abbiamo sentito parlare le pietre, i monumenti.
La nostra isola ci è apparsa subito come un  grande laboratorio di ricerca e sperimentazione al quale ci siamo avvicinati con curiosità e stupore."
Gabriella, cl. 1^I


Un tratto dell'antica gradinata in pietra che dalla valle conduce alla zona sacra situata sul tavolato

"I luoghi della memoria, carichi di religiosità e arte ci hanno parlato di magia. Nella necropoli di Montessu,  in una parete che si incurva come un anfiteatro naturale, abbiamo incontrato il Dio Toro e la Dea Madre. I cerchielli incisi nella roccia, i festoni, le spirali, le protomi taurine in bassorilievo, sorvegliano la sorte dei defunti. Il viaggio verso l'Aldilà fa meno paura. I morti avranno la protezione di una divinità che esprime vigore, salute,vita: il simbolo della fertilità, della rigenerazione dei campi, dei frutti, degli animali."
Federica, cl. 1^I


"Il santuario" ricavato all'estremità Est dell'anfiteatro.


Sullo sfondo,separato dalla valle, s'intravede l'altro santuario ricavato all'estremità Ovest del tavolato in posizione simmetrica rispetto al precedente. In primo piano le pietre che racchiudono il"sagrato" del grande santuario ipogeico a Est. 

  L'ingresso del santuario ipogeico ( domu de janas) scavato nell'estremità Est dell'anfiteatro naturale. 
"
L'anfiteatro naturale voluto dalla natura, ospita le domus de janas. Chi ha costruito questi sepolcri, lavorando con l'accetta di pietra dura, crede nella forza della magia. Ha fede nell'influsso benefico del Dio Toro e della Dea Madre.La morte, momento tragico per la comunità, perché ruba al gruppo la forza utile per la sopravvivenza, è esorcizzata dal colore dell'ocra rossa, simbolo della linfa vitale, del sangue, della vita."
Alberto, cl. 1^I

Il tavolato, con asse Nord-Sud, è idealmente delimitato all'estremità aperta verso la valle dai due contrapposti simboli dell'universo: la Grande Coppia divina (maschio e femmina). Vicine a ciascuna delle tombe santuario troviamo infatti due domus de janas, una delle quali è decorata da corna di toro (l'elemento maschile), l'altra, purtroppo semidistrutta, da incisioni a forma di spirale, festoni, motivi a V (i simboli della Dea Madre).

"Le domus de Janas, i luoghi funebri del neolitico, svelano i loro segreti. I simboli magici sono ripetuti, l'ocra rossa spalmata sulle incisioni è il segno più evidente della vita che vince la morte.
Le tombe più semplici hanno un pozzetto di accesso e un breve corridoio(dromos) che fanno da ingresso a una camera tondeggiante, bassa."
Roberto, cl.1^I


I resti della "Tomba delle spirali".

La tomba delle spirali appare all'improvviso quando ci si trova a pochi passi: così come quella decorata con il simbolo del Dio Toro non è facilmente individuabile da lontano. Nella foto vediamo un particolare di ciò che rimane della camera centrale, con le stesse  decorazioni, i festoni e le spirali, che abbiamo visto nelle ceramiche della cultura di San Michele di Ozieri. Al centro si trovava una falsa porta attraverso la quale il defunto raggiungeva l' Aldilà. Qualcuno ha voluto vedere cosa c'era dietro e sperando forse di trovare un tesoro, ha scalpellato la roccia.
Ciò è stato possibile perché la zona era, sino a non molti anni fa, incustodita. Molte di queste domus de janas sono state rovinate perché offrivano in passato un'ottima materia prima semilavorata ai fabbricanti di "laccus", i bacili di pietra che si usavano come abbeveratoi. 

Il rilevamento dell'arte rupestre per la raccolta dei dati sulla raffigurazione della cultura di San Michele di Ozieri.

Il rilievo a grandezza naturale attraverso la tecnica del frottage,  non comporta menomazione del monumento.
Questo del rilevamento è stato uno dei momenti più emozionanti della nostra ricerca, perché ricopiando i rilievi la nostra mano ha ripetuto gli stessi movimenti compiuti dall'uomo, con religiosità, oltre cinque millenni fa.

 


Il rilievo di una coppia di spirali eseguito con la tecnica del frottage.

 
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  Le tombe santuario sono monumentali domus de janas costituite da un ampio atrio scoperto ricavato nella roccia, che immette in un ambiente rettangolare, con un focolare scavato nel pavimento, sulla cui parete di fondo si aprono tre aperture verso una vasta camera di fondo di forma semiellitica, con soffitto a "forno"
Claudia Cannas.


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