NECROPOLI MEGALITICA- IPOGEICA DI PRANU MUTTEDDU

Ricostruzione ideale della costruzione megalitica-ipogeica di Pranu Mutteddu


La necropoli di Pranu Mutteddu si trova a circa 2 km dal paese di Goni, nel Gerrei, in provincia di Cagliari: la zona é ricoperta da una fitta macchia mediterranea e da secolari boschi di querce.
In tutta la zona circostante sono state ritrovate importanti testimonianze della presenza umana a partire dal Neolitico Medio: si tratta di reperti relativi a una zona sacra del periodo Prenuragico
(cultura di S.Michele di Ozieri).
A Pranu Mutteddu, tra molti resti, risaltano quelli di una tomba a tumulo: è una costruzione megalitica, con la parte centrale costituita da una sola pietra molto grande. I Prenuragici hanno portato da lontano nella radura questa grande pietra e l'hanno scavata in modo da formare due stanze. A un metro di distanza c'era la prima recinzione formata da tante pietre più piccole posizionate "a secco" e una "mini porta" anch'essa scavata con molta cura in un grande blocco. Dopo due metri c'era la seconda recinzione formata da pietre sparpagliate; più lontano c'era la terza che comprendeva dei
menhir che segnalano il sepolcro e proteggevano lo spirito dei morti.
E', come abbiamo già detto, un luogo a carattere sacro e quindi probabilmente c'erano sacerdoti che facevano offerte e cerimonie in onore dei morti; nelle tombe si usava mettere il "corredo funerario" composto da oggetti personali e di uso comune.
Un po' più a sud, a Nuraxeddu, abbiamo trovato la necropoli ipogeica ( sotterranea ) a domus de janas: formata da piccole tombe scavate in una parete di roccia, quasi tutte composte da una cameretta tondeggiante.


Tra i resti presenti nella zona, quelli della tomba megalitica-ipogeica ci hanno colpito di più perché la parte centrale è formata da un grandissimo blocco di pietra a forma di parallelepipedo trapezoidale, che era lungo più di due metri e che, all'origine (ora gli manca la parte alta), doveva essere alto quanto un uomo.
In questo blocco, trasportato da lontano, hanno scavato accuratamente, con strumenti di pietra, due celle di forma rettangolare, così come facevano per realizzare le
domus de janas.
Per trasportarlo deve esserci voluto il lavoro di tutti gli uomini del villaggio e questo fatto ci fa pensare che alla costruzione di questo monumento dovessero attribuire un significato di grande importanza, forse di tipo religioso.

Andrea, Claudia B. e Claudia S. cl 1^B

Goni, Gerrei (Cagliari, Italy)


In evidenza il dettaglio di un incavo basale

Particolare del nucleo centrale della costruzione megalitica-ipogeica (tomba II)


Il sepolcro è scolpito in diversi blocchi di roccia trasportati da lontano e accostati a comporre una pianta complessa.
In primo piano sono visibili gli incavi basali per sollevare il masso e farlo rullare.
In alto a destra la lastra in cui si apre il portello rettangolare da cui si accedeva alla cella a destra di quella centale scavata nel grande blocco di pietra.

Dalla pianta della costruzione:
1)
2)
3)
4)
celle principali scavate in un blocco monolitico
anticella
portello d'ingresso
menhir



Il nucleo centrale, composto da due celle scolpite, è circondato da altre camerette disposte a raggera: queste dovevano avere una copertura architravata composta da lastre di pietra sostenute da pilastrini, il tutto ricoperto dalla terra del tumulo.
Il grande blocco di pietra in cui è stata ricavata l'anticella è accuratamente scolpito; il portello d'ingresso di forma quadrangolare, rivolto a Sud, ha la soglia leggermente sopraelevata e il bordo interno sagomato a rincasso per potervi adattare il chiusino.


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