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RELAZIONI INTERPERSONALI E COMUNICAZIONE.

Tratterò di seguito i due concetti cui faccio principalmente riferimento nel mio lavoro clinico, spiegandone brevemente la teoria.
I concetti ai quali faccio prevalentemente riferimento sono l’Analisi delle Transazioni e l’Analisi dei Giochi.
L’Analisi delle Transazioni rappresenta un metodo efficace per lo studio degli scambi comunicativi tra le persone. Berne definisce una Transazione come “l’unità fondamentale del discorso sociale” (Berne, 1964). Essa è costituita da uno stimolo transazionale ed una risposta transazionale. Nell’analisi delle transazioni utilizzo il modello degli stati dell’io per individuare, nel mio cliente, qual è lo stato o gli stati dell’io che egli attiva prevalentemente nell’interazione con l’altro, con l’obiettivo di formulare ipotesi rispetto  a quali stati dell’io ha bisogno di potenziare. All’interno dell’Analisi Transazionale le transazioni sono distinte in tre principali categorie:
- Le Transazioni Complementari, caratterizzate da vettori  paralleli, in cui lo stato dell’io al quale ci si riferisce è quello dal quale la persona risponde. Ne deriva la prima regola della comunicazione, secondo cui finche le transazioni sono complementari, la comunicazione può continuare all’infinito.
- Le Transazioni Incrociate, in cui i vettori non sono paralleli e lo stato dell’io cui ci si rivolge non è quello dal quale l’altro risponde. Si desume la seconda regola della comunicazione, secondo cui una Transazione Incrociata determina l’interruzione della comunicazione. Affinché essa riprenda occorre che una o entrambe le persone cambino stato dell’io.
- Le Transazioni Ulteriori, caratterizzate dalla presenza di due messaggi, uno a livello sociale, esplicito, ed uno a livello psicologico, implicito. Sono distinte in transazioni Angolari e Duplici. Le prime sono transazioni in cui l’emittente invia un messaggio di tipo A-A a livello sociale, che nasconde, a livello psicologico, un messaggio rivolto allo stato dell’io Bambino o Genitore del ricevente. Nelle Transazioni Duplici vi sono invece due messaggi, uno esplicito ed uno implicito,  inviati contemporaneamente a partire da due diversi stati dell’io e rivolti a due diversi Stati dell’io del ricevente. In relazione alle Transazioni Ulteriori è possibile individuare la terza regola della comunicazione, secondo la quale l’esito di una Transazione Ulteriore è determinato dal livello psicologico e non da quello sociale.
Nel lavoro clinico con i miei clienti utilizzo il Diagramma delle Transazioni quale strumento utile per rappresentare graficamente gli scambi comunicativi che la persona mette in atto. A partire dall’osservazione del comportamento, sia da un punto di vista dei messaggi verbali espliciti, che attraverso l’individuazione di un livello psicologico più implicito (le espressioni facciali, la postura, gli atteggiamenti….), formulo ipotesi sui modi abituali disfunzionali in cui interagisce  e comunica con l’altro, costruendo una prima mappa degli stati dell’io che il cliente attiva prevalentemente. Questa analisi può costituire un punto di riferimento per una pianificazione del trattamento finalizzata ad interrompere scambi comunicativi in cui il paziente si sente bloccato e a facilitare la messa in atto di transazioni più fluide ed autentiche.
A tale proposito Karpman (1971), sostiene che si può scegliere di effettuare transazioni in qualsiasi modo si voglia. Affinché ciò sia possibile, secondo l’autore, occorre “far uscire l’altro dal suo stato dell’io, o cambiare il nostro stato dell’io, o entrambe le cose”.
Per la comprensione delle relazioni interpersonali utilizzo inoltre il concetto di Gioco, definito in modi diversi all’interno dell’Analisi Transazionale e dallo stesso Berne.
Il Gioco rappresenta un evento Transazionale che avviene tra due giocatori, come “una serie progressiva di Transazioni Ulteriori Complementari rivolte ad un risultato ben definito e prevedibile” (Berne, 1964). Tra le caratteristiche principali del Gioco vanno sottolineate la ripetitività, la presenza di una motivazione non consapevole a livello psicologico. Comporta inoltre uno scambio di Transazioni Ulteriori, comprende sempre un momento di confusione e termina con una emozione parassita. Secondo Berne uno dei principali vantaggi del Gioco è rappresentato dal tentativo di portare avanti il proprio Copione.
J. James sottolinea come il Gioco comporti vantaggi reali per la persona, oltre che i vantaggi legati al Copione, in quanto rappresenta un tentativo, nell’età adulta, di esaudire un bisogno autentico del Bambino tramite mezzi che però sono attualmente superati e manipolativi (James, 1973). L’autore elabora un Piano di Gioco che consente alla persona di riconoscerne la ripetitività e soprattutto la possibilità di scegliere opzioni alternative.
Allo stesso modo Karpman (1971), propone l’uso di opzioni alternative quale metodo per interrompere il flusso del Gioco: è ad esempio possibile cambiare lo stato dell’io e incrociare il messaggio ulteriore della transazione, oppure scegliere di non entrare nel Gioco affrontando le Svalutazioni presenti. L’autore elabora il Triangolo Drammatico come strumento per l’analisi del Gioco, attraverso l’individuazione dei ruoli di Copione (Vittima, Persecutore, Salvatore), assunti dalla persona all’interno del Gioco. L’obiettivo è di determinare lo Scambio ed entrare in un’altra posizione del Triangolo (Karpman, 1968).
Berne (1972), descrive invece la sequenza del Gioco attraverso la formula G, in cui sono presenti i concetti di Gancio, Anello, Risposta, Scambio, Incrocio, Pagamento. Mediante l’analisi di tale sequenza è possibile esaminare le dinamiche del Gioco nelle sue diverse fasi.
Ritengo questo uno strumento particolarmente utile nel lavoro clinico, poiché mi offre una chiara mappa di riferimento per una analisi dettagliata di una sequenza di interazione.  Inoltre, la condivisione con il mio cliente del processo di analisi del Gioco messo in atto, nella misura in cui ciò sia possibile ed utile ai fini del processo terapeutico per quello specifico paziente, può favorire l’acquisizione di consapevolezza rispetto al ruolo che egli assume attivamente nel promuovere una interazione che esita in una sensazione spiacevole, restituendo così alla persona il potere
di scegliere delle modalità alternative.

                                                                                                                                          Dott.ssa ida Lopiano

 

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