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PER RIFLETTERE ED
ANNULLARE LE DISTANZE
dal Sud del
Mondo :
lettere dai nostri amici missionari
Eritrea: una tragedia senza fine
Appunti
sulla situazione elaborati dal programma Selam di Asmara (Eritrea)
Asmara, 23 Marzo 2000
Cari
amici,
nell’inviarvi
l’augurio pasquale, sento il dovere di aggiungere questa mia circolare
per aggiornarvi un po’ sulla situazione che stiamo vivendo. Sono in molti a
chiederci notizie su ciò che
avviene qui; i mass media tacciono, quasi non interessi nulla se due Paesi
sono sull’orlo del tracollo
economico a causa della guerra più assurda e più feroce di fine millennio.
Dopo la circolare del
1999 non vi ho più ragguagliati in merito, e a Natale vi ho inviato una
semplice cartolina augurale, non tanto perché le cose fossero migliorate, ma proprio per non
amareggiarvi ripetendo che nessun barlume di speranza rischiarava la nostra attesa di pace, dopo il fallimento
di tante mediazioni e di
tanti incontri anche a livello internazionale!
Perché
oggi non posso tacere
Oggi
però sento il dovere di scrivervi, spinto dal desiderio di farvi partecipi
di questa
tragedia subdola che sta divorando il Paese e più ancora dal bisogno che
ho, che mi diate una mano per tenere accesa, fin quando possiamo, la fiaccola della speranza nel cuore
di tanta gente al limite ormai della disperazione. Ci eravamo illusi che l’Etiopia accettasse le
proposte di pace ed invece le respinge continuamente dichiarando la sua volontà assoluta di voler
continuare la guerra, e ciò mentre otto milioni della sua popolazione stanno subendo una grave carestia
e decine di migliaia di
ettari dei suoi boschi sono divorati da un incendio inarrestabile. Il
governo etiopico sembra ignorare la carestia della sua gente e sostiene che l’incendio è doloso, mentre
continua a spendere ingenti somme per gli armamenti e minaccia continuamente la ripresa delle azioni
belliche. E così l’Eritrea sta vivendo una attesa estenuante che diventa una vera agonia. Migliaia dei
suoi giovani sono impegnati alle frontiere in condizioni di vita a dir poco disumane e
logoranti; pochi sono quelli che nel corso di due anni sono potuti ritornare a casa per una breve licenza.
Immaginate la sofferenza delle famiglie che hanno i loro figli al fronte, l’angoscia e le lacrime
di tante mamme. Quello che sembrava un episodio bellico risolvibile in poco tempo, sta invece
trasformandosi in una guerra assurda di cui non si intravede la fine. Sognavamo un avvenire sereno per i
nostri giovani, in un Paese libero ed invece vediamo stroncate le loro attese! Sognavamo un
benessere, acquistato a caro prezzo, ma reale, in questa Eritrea reduce da una guerra trentennale, ed
invece stiamo assistendo impotenti allo sfacelo della sua economia!
Dove
approda la barca dei disperati
Il
nostro ufficio è letteralmente preso d’assalto da gente disperata,
affamata: uomini e donne, giovani mamme con i figli in braccio, persone con il viso emaciato e gli
occhi imploranti, e ciò che chiedono, tutti indistintamente, si può riassumere in poche parole,
tremende: "Ci aiuti, moriamo di fame!" Se si dà qualche cosa a qualcuno, si è subito circondati
da decine di altri disperati e si resta impotenti ad aiutare tutti, mentre nell’animo cresce l’angoscia. Fanno
particolarmente compassione le giovani mamme: o sono spose rimaste sole con i bimbi dopo che il marito
è partito per il servizio militare o sono ragazze madri, licenziate dopo che sono rimaste incinte
mentre prestavano il servizio obbligatorio nell’esercito. Si sa che durante la guerra
trentennale un terzo del contingente militare era formato da donne, che si sono distinte per eroismo e coraggio,
ma da quando il servizio militare è diventato obbligatorio anche per le ragazze, che sono state
arruolate e inviate alle frontiere in questa nuova guerra con l’Etiopia, molte di esse impreparate
e non motivate, hanno usato della maternità per essere rimandate a casa. E’ stato un fenomeno
così generale che ha indotto il Governo stesso a correre ai ripari, ritirando le soldatesse dalle
frontiere per impegnarle nei servizi di retroguardia e in quelli civili. Ma intanto quanti bimbi nati da
queste giovani, a volte ancora adolescenti, si trovano privi di una vera famiglia. Mi diceva l’altro
giorno la suora che presta servizio all’orfanotrofio governativo, addetta alla cura dei bimbi
più piccoli, che mai come in questo tempo le sono stati portati bimbi di pochi giorni, trovati
abbandonati sulle strade, avvolti in pochi stracci, in sacchetti o borse! Non
tutti si salvano e quelli che vengono strappati alla morte, mai conosceranno i loro genitori. E’ davvero triste.
Il
dramma degli Eritrei espulsi dall’Etiopia diventa sempre più tremendo man
mano il tempo passa e dura questa situazione di crisi. La guerra di questi due anni, quando
terminerà, sarà ricordata come la più letale delle guerre per le vittime che ha provocato e per le decine
di migliaia di profughi che a fatto.
L’unione
fa la forza
Perché
vi sto scrivendo queste cose quando mi è già nota la serietà con cui
quanti hanno adottato bambini in questa terra portano avanti l’impegno preso, e la
generosità che molti altri di voi continuano a manifestarci in tante occasioni? E’ perché mi sto
accorgendo che l’attività del Programma Selam, che avevo ideato come una iniziativa di sostegno nei primi
anni di vita di questa nuova nazione, si sta trasformando in una vera necessità per questa
gente, che tante volte vive unicamente di quello che voi inviate. In questo momento occorre
intensificare il nostro aiuto ed io non ho vergogna a dirvi apertamente:
"Se potete, siate generosi:
chi ha adottato, oltre alla quota fissata per 1 ‘adozione, se può, aggiunga qualche cosa in più, chi dava
senza alcun impegno di adozione, si dimostri ‘ancora più generoso,’ questa catena di
solidarietà mi darà la possibilità di
aiutare le persone che ogni giorno bussano alla mia porta ". Solo
con l ‘unione delle nostre forze riusciremo a far fronte all ‘attuale emergenza!
In
questi ultimi mesi si sta assistendo a un continuo aumento dei prezzi
riguardanti i generi di prima necessità — cereali, verdure, ecc. — per non parlare del costo
degli affitti, della legna, del carburante e di ogni altra cosa necessaria alla vita di ogni giorno, mentre
i miseri salari vengono decurtati con tasse per poter sostenere l’onere del mantenimento di
migliaia di uomini e giovani impegnati nell’esercito. Chi paga il prezzo più alto in questa emergenza
sono le donne che da sole devono arrabattarsi e compiere tutti i lavori per non soccombere. Nelle
strade di Asmara sono riapparsi i mendicanti: mamme con i bimbi al collo, vecchie,
handicappati.... Ci eravamo illusi di aver sconfitto la miseria......
Alle
migliaia di persone espulse dall’Etiopia e ancora alle prese con problemi
di sistemazione, di lavoro, ecc. si sono aggiunte le centinaia e
centinaia di famiglie fatte evacuare dai loro villaggi in prossimità alle frontiere, nella previsione di nuovi
scontri bellici. Sono accampati sotto tende di fortuna e addirittura sotto gli alberi. Basta arrivare ad
Adì Caieh e a Senafè per rendersi conto dell’entità del problema.
E’
una situazione che davvero ci angoscia e che ho voluto condividere con voi
non per rattristarvi o per suscitare polemiche - si potrebbe discorrere all’infinito
di reciproche responsabilità e torti - ma per farne un motivo di gesti di generosità e di solidarietà
di cui è assetato questo nostro mondo appena sbarcato nel 2000.
Per
vivere meglio il Grande Giubileo
Condizione
posta dal Papa per lucrare il Giubileo dell’Anno Santo 2000 è l’adempimento delle opere di carità. Lo so che sono tanti i bisogni che vedete attorno a
voi, ma io vi chiedo di includere nei vostri gesti di generosità, anche un pensiero per questo
nostro popolo tribolato e sofferente. Il Signore, che mai si lascia vincere in generosità, saprà ben
ricompensarvi se voi pensate a questi Suoi figli più poveri e abbandonati.
Siccome
ci sono venuti a mancare i moduli di c.c. postale, vi trascrivo il numero
sul quale
inviare le vostre offerte: C/C N0 24339202, intestato a
CENTRO
ASSISTENZA PROMOZIONE E SVILUPPO PER L’ERITREA E L’ETIOPIA,
VIALE PIAVE 2-20129 MILANO.
Cauale:
per il soccorso le vittime della guerra.
Rinnovandovi
la mia stima e la mia amicizia, vi rinnovo l’augurio di una Pasqua serena
Con affetto in Cristo,
Padre Protasio Delfini
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COMBONI
MISSIONARY SISTERS - HALIBMENTEL
Keren 15.03.2000
Gentilissima Signora,
..............................
Siamo una piccola Comunità che lavoriamo
in un paese (anche se qui lo chiamano villaggio) di oltre 4000 persone, Halib-mentel, nella diocesi di Keren
in Eritrea. Si tratta
di uno dei pochissimi villaggi della zona che è completamente
cattolico. E' abitato da Bileni una popolazione molto antica, molto attaccata al Cattolicesimo,
con lingua e tradizioni proprie.
Si estende lungo i due lati della strada
asfaltata Asmara-Keren a circa 10 Km da
quest' uItima che è la seconda città del paese. La popolazione attuale
è venuta a stabilirsi
qui da molti nuclei delle montagne circostanti dopo una costante fuga
da un posto all' altro durante la lunga guerra di liberazione per trovare protezione
nel grosso presidio militare insediato appunto in questa zona.
Siamo presenti in Halib-mentel
nell'attività pastorale e con un dispensario, un centro per la promozione della donna (cucito, ricamo, taglio e filatura e tessitura
del cotone). Due di noi insegnano a Keren, una nel seminario diocesano e l'altra in una
scuola cattolica. E' urgente che apriamo un asilo per prendere cura delle centinaia e
centinaia di piccoli che attualmente sono abbandonati a loro stessi.
La chiesa già possiede un piccolo fabbricato
di alcune stanze in muratura che potrebbe
essere facilmente adibito ad asilo. Ci mancano le insegnanti che debbono
essere di lingua BiIena, la lingua locale. Per questo penseremmo che sarebbero preziose
almeno quattro ragazze che hanno completato la classe 11a : potrebbero
inizialmente lavorare come
assistenti sotto la responsabilità di una nostra suora qualificata e
poi gradualmente
acquistare una qualificazione specifica tramite gli appositi corsi
estivi del Ministero. Abbiamo calcolato che il costo annuale per un salario dignitoso ad
ognuna di queste
assistenti è di L. It. 2.500.000.
Insieme a lei. ci stiamo rivolgendo
anche a Caritas Como con Io stesso appello.
Confidiamo che la Provvidenza con l'aiuto di entrambe ci verrà in
soccorso perché
possiamo aiutare questa povera gente e ringraziamo anticipatamente.
Le porgiamo i più cari saluti e le
facciamo insieme i migliori auguri per il cammino quaresimale che stiamo facendo in preparazione alla Pasqua del
Grande Giubileo.
sr. Annamaria Soriolo
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dall’Etiopia
Ora
mi trovo nel Sidamo, nella vasta Missione di Tullo, una Chiesa con 45
Cappelle sparse nella
foresta. Lavoro nei villaggi con le ragazze analfabete: sono più di
600, non esagero, tra bambine,
ragazze, ragazzone e sposine che non sanno scrivere nemmeno il loro
nome. Allora abbiamo
cominciato un programma di alfabetizzazione con un maestro in ogni
cappella di villaggio. Per ora
abbiamo coperto 15 villaggi, ma anche i maestri costano e qualcosa
ogni mese dobbiamo dargli. Le
ragazze frequentano quattro giorni alla settimana, vengono proprio
perché noi le sforziamo. Infatti
non vanno alla scuola governativa (a volte una tettoia, a volte le
fronde d’un albero per tetto, un
maestro e nient'altro) perché vengono derubate di quel poco che hanno
con sé.
Il
mio Fondatore, Beato Daniele Comboni, ha lasciato scritto che l'Africa
si salva con l'Africa e io
ci credo!, per questo vi chiedo di aiutarmi in questo Programma
per la promozione della donna.
Le donne d’Africa, istruite e consapevoli della loro dignità
salveranno l’Africa.
Andare avanti ogni giorno in questa povertà ci vuole coraggio, ma non
ci perderemo in un bicchiere
d’acqua, confidando nel Signore. Io ricambierà il vostro aiuto
pregando.
Un'ultima
cosa: pregate per la pace tra Etiopia ed Eritrea, perché questa
guerra e una sciagura che
affama i poveri ancora di più
con
tanto affetto vi saluto
Suor Maria Rosa Ghebrejesus
dicembre
1999.
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N.B.
Abbiamo ripreso in mano la lettera di suor Rosa dopo aver sentito nei
giorni scorsi la notizia
drammatica di fonte O.N.U.: entro quest’anno moriranno per fame
oltre 8.000.000 di persone nel
Sud dell'Etiopia se non s'intensificherà con ogni mezzo la
distribuzione di aiuti umanitari.
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Dall'Eritrea
…….
come già ti ho detto personalmente, nella mia Parrocchia ci sono
tanti poveri che hanno
bisogno di aiuto. Tra questi una cinquantina di donne e uomini anziani
che ogni giorno vengono a
bussare alla nostra porta per avere qualche cosa da mangiare e da
vestire.
Tanti studenti
lasciano la scuola perché non possono pagare le tasse scolastiche (in
Eritrea come in
Etiopia la scuola dell’obbligo non è gratuita).
Un
altro problema riguarda le donne con gravidanza difficile che vengono
dai villaggi per partorire
all’ospedale civile. Queste non vengono accettate se non pagano in
anticipo il ticket di 50.000 Lire.
Non riuscendo a racimolare la somma vengono da noi, disperate, per
essere soccorse. Ma noi non sappiamo come.
I
gravi problemi accennati sopra sono stati peggiorati dalla nuova
guerra tra Etiopia ed Eritrea. I
giovani, da 12—13 anni fino ai 45 anni sono reclutati in massa nell’esercito.
A casa restano donne,
bambini, vecchi e campi incolti.
Sono certo di trovarti sensibile a queste nostre necessita e ho
fiducia che tu e i tuoi amici possiate aiutarci.
Pace
e Bene !
P. Wolde Marjam Yohannes O.F.M.
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