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Storia della nostra Farmacia

S ita sino a pochi anni fa nel centralissimo Campo S.Luca,la Farmacia All'insegna della Vecchia e del Cedro Imperiale , è una delle più antiche farmacie della città.All'Archivi di Stato di Venezia,infatti si può consultare il primo documento nel quale il N.H.Domenico Bembo,il 4 dicembre 1537,denunciava di possedere"in S.Lucha una casa et botega habita al presente ser Lodovico Spizier tien la VECCHIA per insegna, paga per fitto all'anno ducati 44". La farmacia in C.po S.Luca E'una denuncia di proprietà che ogni cittadino era costretto a produrre al Magistrato dei Dieci Savi sopra le Decime di Rialto,il quale aveva l'incarico di applicare la tassa,allora chiamata" gravezza",che colpiva le rendite degli immobili situati nel Dogado e nella Terraferma e che corrispondeva al pagamento di una "decima",che si doveva pagare in denaro o in natura.

A tale insegna,gli studiosi hanno dato varie interpretazioni:Narra una leggenda che " una vecchia donna della Parrocchia di S.Paterniano,di avaro temperamento,tutto ciò che ricavava dal suo lavoro, o altra industria nascondeva e cuciva tra le fodere di un vecchio ed inutile tabarro,il quale tra le straccie teneva nella parte più dimenticata della soffitta della propria casa;così celando al suo discolo quanto pietoso figlio tanto denaro.Un giorno nella più rigida stagione d'inverno,mosso egli da fervida compassione di un ignoto e nudo povero interricito su la strada dal freddo,si risolse di donare a lui il tabarro stesso,credendo non aver bisogno di implorare permissione alla Madre per un mantello sì stracciato.La settimana seguente occorrendo alla genitrice di aumentare il deposito e non ritrovandolo,essa interrogò finalmente il figlio se ne sapeva dar notizia,palesandogli,per ultimo quanto oro vi era cucito ,onde lasciarlo in tempo di sua morte in di Lui eredità.Penetrato il Giovine da tale impensata informazione,si diede tutto l'impegno di rintracciare il Mendico:  ma non sortiva nell'impegno.Si risolse allora di vestirsi a modo di uomo stolto,inginocchiato sugli scalini del Ponte di Rialto,cioè dove ogni momento concorre l'affluenza degli uomini che girano la città.

Incisione della Vecchia e del fanciullo
Finchè non vide il Povero e chiamatolo a sè con animo lieto gli disse:Fratello,sono così colpito dalla tua condizione,che penso di cambiare con il tuo il mio tabarro,che potrà corirti meglio di questo,vecchio e sdrucito.Non fu difficile convincere il bisognoso Forestiero,sorpreso dalla umanità del pio veneziano,e ringraziatolo con mille benedizioni ,prese il dono e se ne andò con la buona ventura.Allora,senza perdere tempo,il Figlio ritornò alla Madre e,con  reciproca soddisfazione ripristinarono a loro buon prò l'opulente borsa.Così continua il misterioso simbolo a rammentare il fatto:stante che con il mezzo del soldo si fondò florido negozio di accreditata Farmacopea,contraddistinta da un significante intaglio,che presenta la Vecchia sedente con la Rocca,ed il Fuso, ai cui piedi sta il fanciullo torcendo il filo con il mezzo di un naspo.Il fanciullo stesso si chiama Vincenzo Quadrio,Spizier all'Insegna della Vecchia".

  Testa della Vecchia- Corte del Teatro Per molti secoli una testa di donna ha adornato la farmacia in Campo S.Luca.Tale testina in pietra,ricordata in vari documenti sin dal trecento,ancor oggi si può ammirare in Corte del Teatro Goldoni . Forse anche per l'esistenza di questa insegna in Campo S.Luca che più frequentemente che in altri campi della città,a mezza quaresima,era frequente lo spettacolo e la sagra della Vecchia,durante la quale si dava fuoco ad un fantoccio rappresentante una vecchia con una cuffia in testa.

 Per quanto riguarda la seconda parte dell'Insegna della odierna farmacia " Alla Vecchia" e al "Cedro Imperiale"si ritrovano documenti certi della fusione,avvenuta nel maggio del 1822,tra le due insegne in una sola farmacia per diritti di proprietà acquistati.Ci piace tuttavia introdurre una spiegazione più"romantica" dell'accaduto:narrano le cronache che il 10 gennaio 1755 "occorresse il funerale della Ill.ma Sig.Catterina Thosor,moglie del Sig.Smith,console della Gran Bretagna,incommodata da molti anni...era vestita d'un abito bianco di seta...con un Cedro in mano,come Geroglifico dell'Eternità".In memoria di questa signora ,il farmacista dell'epoca che ,secondo i pettegoli era legato da"affettuosa amicizia"alla defunta,decise di modificare l'insegna consegnandola ai posteri com'è oggi.

  La Sagra della Vecchia L'antica e privilegiata spezieria della Vecchia e del Cedro Imperiale,speziaria teriacante,cioè una delle poche in Venezia autorizzata a produrre e vendere la famosa Teriaca (vedere capitolo successivo),sita a due passi dal teatro di S.Luca(battezzato nel 1833"Teatro Apollo" e nel 1875 "Teatro Goldoni" era il ritrovo degli artisti e di quanti praticavano il teatro,tra i quali:George Sand,che utilizzava la farmacia come recapito per la sua corrispondenza a Venezia.

 

E ancora,Gioacchino Rossini ,che non solo frequentava la spezieria,ma ne era diventato l'ospite del titolare Giuseppe Ancillo "chimico-farmacista assai reputato,ed uomo di spirito,colto ed istruitissimo",col quale il grande pesarese coltivò grandissima amicizia testimoniata  dalle numerose lettere da lui scritte (ora conservate in collezione privata)e da un prezioso dono:il leggio su cui il Maestro compose e diresse per la Fenice la prima della Semiramide. Leggio di Rossini Esso si può oggi ammirare nel Museo del Conservatorio di Musica di Napoli "S.Pietro a Majella.Sul mobile sono incollate due attestazioni autografe di Gioacchino Rossini,coperte da vetri.Quella inferiore riporta:Faccio dono di questo Lettorino all'antichissimo amico Ancillo,ed attesto avere composta La Semiramide su questo modesto arnese.Venezia 1823.Gioacchino Rossini.Quella superiore :"Riveggo con somma soddisfazione nell'abitazione del mio dilettissimo amico Ancilo il Lettorino modesto che mi fornì l'Impresa del Teatro della Fenice per comporre la mia Semiramide.Primo Marzo 1841:Gioacchino Rossini". (Per gentile concessione del direttore della Biblioteca del Conservatorio di Musica di Napoli e  del dr.Carlo Raso autore inoltre della foto)

 




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